L'echinacea è una pianta dalle cui radici si ottengono estratti per la cura delle malattie da raffreddamento in quanto sono dotati di proprietà antagoniste della ialuronidasi.
La prima specie era quella usata dagli indiani d'America e studiata dalla scuola di medicina eclettica nata negli Stati Uniti nella metà del XIX sec.
Gli studi sulla pianta ripresero attorno al 1930 e sono giunti ai giorni nostri.
L'Echinacea purpurea fu studiata soprattutto da ricercatori tedeschi alla fine degli anni '80 e attualmente è la più venduta anche se non ci sono motivi scientificamente validi per affermare che sia migliore dell'angustifolia.
Anzi gli unici studi che ne hanno dimostrato la superiorità sono stati condotti su animali.
L'echinacea è stata proposta come panacea per moltissime patologie, ma la ricerca seria finora ha accertato tre impieghi fondamentali:
a) la prevenzione delle malattie da raffreddamento
b) la cura di tali patologie
c) la cicatrizzazione delle ferite.
Lo studio di Brinkeborn et al. (1999) studiò l'effetto dell'Echinacea purpurea ai primi sintomi di raffreddore su 199 volontari.
Fu efficace nel 68% dei casi (240 mg di estratto al giorno per circa otto giorni)
Anche lo studio di Hoheist et al. (1997) mostrò un'efficacia del 60% dell'Echinacea purpurea in pazienti colpiti da raffreddore; inoltre solo il 40% dei pazienti così curati subì una recidiva, contro il 60% di chi assunse placebo.
Assumere echinacea ai primi sintomi è una misura efficace nel 60-70% dei casi.
Anche nella prevenzione i risultati sono buoni e la pratica conferma le ricerche: una drastica diminuzione di tutte le patologie minori (tossi, sinusiti, raffreddori).
Gli effetti immunomodulanti dell'echinacea la rendono controindicata in pazienti in terapia immunosoppressiva (trapianti, malattie autoimmuni).
Dati in vitro suggeriscono che l'echinacea inibisce il CYP3A4. L'uso concomitante di echinacea e farmaci come alprazolam, calcio antagonisti e inibitori delle proteasi potrebbe aumentarne i livelli serici e quindi la possibilità di manifestare eventi avversi.
Se ad esempio un paziente in terapia con un farmaco tra quelli sopra elencati assume echinacea per il raffreddore e poi beve un succo di pompelmo (che inibisce il CYP3A4), le possibilità che manifesti un evento avverso crescono in modo esponenziale.
Casi ipotetici di questo genere non hanno ancora trovato riscontro nella letteratura scientifica.
Quel che è certo è che gli effetti immunomodulanti dell'echinacea la rendono controindicata in pazienti in terapia immunosoppressiva (trapianti, malattie autoimmuni).
Un integratore contenente Echinacea è Astro Immune.
Referenze bibliografiche