aM.S. University of Baroda,
Faculty of Science, Department of Biochemistry, Vadodara, Gujarat
390002, India
La Gymnema sylvestre è
una pianta rampicante di grandi dimensioni
appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae
(Apocynaceae secondo la classificazione APG),
diffusa nelle zone tropicali di Africa, Asia e
Australia.
È da tempo impiegata nella medicina cinese e ayurvedica, ma per le sue proprietà ipoglicemizzanti è da poco conosciuta e impiegata anche in occidente, dopo che la "medicina ufficiale" ha valutato che interviene sull'assorbimento del glucosio a livello intestinale.
Il principio attivo più noto (acido gimnemico) viene estratto dalle foglie.
L' azione dell'acido gimnemico pare si esplichi a 2 livelli nel nostro organismo:
- a livello dell'intestino, dove viene bloccato reversibilmente il recettore per il glucosio, riducendo l'assorbimento degli zuccheri per il 50%. Il blocco si instaura già dopo 60 minuti dalla somministrazione.
- a livello delle papille gustative, dove si ha l'effetto anti-dolce cioè si altera la percezione del sapore dolce, senza modificare quella del salato e dell'amaro.
Secondo alcuni la Gymnema può essere impiegata in alternativa agli ipoglicemizzanti orali.
L'impiego contemporaneo non è consigliato o comunque conviene stati attenti al loro dosaggio, perché potrebbero, in associazione, provocare ipoglicemia.
La Gymnema sylvestre è stata con successo utilizzata come coadiuvante nelle diete finalizzate alla perdita di peso, talvolta associata anche a Garcinia cambogia.
L'Enicostemma littorale mantiene l'equilibrio del glucosio nel sangue, migliora il rilascio dell'insulina, ha azione antiossidante e ipolipidemizzante.
Numerosi sono gli studi scientifici riguardanti l'Eniconstemma littorale.
Lo Pterocarpus marsupium ha una lunga storia di impiego in India per il trattamento del diabete.
L'(-)-epicatechina, il flavonoide estratto dalla corteccia di questa pianta previene il danno delle cellule beta nei ratti.
Inoltre, sia l'epicatechina, sia l'estratto alcolico grezzo di Pterocarpus marsupium migliora la funzionalità delle cellule beta in animali diabetici (28,29).
L'epicatechina si trova anche nel thè verde (Camelia sinensis).
Lo Syzygium cummini è ipoglicemico, ipolipidemizzante e può aiutare nella rigenerazione delle beta-cells del pancreas.
L'Emblica
officinale in sanscrito è chiamata
Amalaki ed entra nella composizione del
famosissimo Triphala.
Questa miscela è un eccellente preparato per l’intestino, è considerata un rasayana e si presta sia per uso interno che esterno.
Questa pianta è anche alla base della più famosa miscela ayurvedica, la Chavanprash, considerata in grado di invertire il processo di invecchiamento.
In Sanscrito Emblica ha vari sinonimi: nutrice, madre, forte, vigoroso, essere nel fiore della vita, frutto dell'immortalità, puro, pulito, di sapore acido.
E' sicuramente la più comune tra le piante medicinali dell'Ayurveda e moltissime sono le preparazioni che la contengono.
Nella tradizione indiana si crede che sia l'albero comparso per primo nell'universo.
Persino i templi e i gioielli vengono spesso decorati con raffigurazioni stilizzate del frutto.
I frutti dell'emblica sono considerati dei rasayana e vengono utilizzati in moltissimi preparati da migliaia di anni per una serie estremamente ampia di malattie.
In particolare i campi di applicazione tradizionali più utilizzati e sperimentati sono quelli delle patologie tumorali, delle patologie cardiache e vascolari, dei disturbi epatici e pancreatici, delle infezioni polmonari.
L’Emblica è particolarmente ricca di tannini idrolizzati che mimano l’attività della vitamina C.
Per molto tempo si è pensato che le potenzialità terapeutiche di questo frutto dipendessero dall'elevato contenuto di acido ascorbico e che, a causa della presenza di particolari tannini, questa non si ossidasse anche se il frutto veniva essiccato, mantenendo così invariate le sue capacità antiscorbutiche.
Per queste proprietà venne largamente utilizzata e vennero pubblicati innumerevoli articoli scientifici che ne esaltavano gli effetti dovuti alla presenza di elevate concentrazioni di acido ascorbico.
Ulteriori studi ne hanno evidenziato la proprietà di inibire la formazione di micronuclei, lo scambio tra cromatidi fratelli, la clastogenicità e la mutagenicità indotte da metalli quali piombo, alluminio, cadmio, nickel, cesio.
Altri studi hanno dimostrato anche proprietà anticlastogene nei confronti del 3,4-benzopirene.
Protegge dai danni indotti da radiazioni. Tutti questi risultati venivano spiegati con l'elevato contenuto di acido ascorbico.
Negli anni 90 vennero tuttavia pubblicati i resoconti di ricerche durate diversi anni secondo le quali l'Emblica non contiene acido ascorbico bensì una miscela di tannini idrolizzabili a basso peso molecolare.
Questi tannini sono risultati essere degli efficaci antiossidanti. Proteggono gli eritrociti dallo stress ossidativo indotto da asbesto, un generatore del radicale superossido, in modo più efficace della vitamina C.
Potenziano inoltre l'efficacia di quet'ultima riducendo l'acido diidroascorbico ad acido ascorbico.
I tannini inducono un aumento dell'attività degli enzimi antiossidanti ed una concomitante riduzione della perossidazione lipidica in alcune aree cerebrali.
Altri componenti inibiscono la replicazione virale. Altri studi indicano che il frutto incrementa le difese immunitarie, abbassa l'ipercolesterolemia ed è efficace nella terapia della pancreatite e come epatoprotettore