PANCREAS E IL DIABETE

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IL PANCREAS

Il pancreas, piccolo organo linguiforme situato dietro lo stomaco, ha il compito di elaborare due secrezioni.

Una, il succo pancreatico, è riversata nel canale intestinale, l'altra nella corrente sanguigna.

La seconda secrezione è conosciuta col nome di insulina : il diabete dipende appunto da una insufficiente secrezione di insulina.

Nel processo digestivo normale, gli zuccheri, gli amidi e alcuni grassi e proteine sono trasformati in glucosio (speciale zucchero che il corpo brucia come combustibile).

Il glucosio che rimane incombusto è immagazzinato, come grasso o glicogeno, nel fegato e nei muscoli.

Tuttavia, né il processo di combustione né l'immagazzinamento possono avvenire senza il concorso di quella seconda secrezione pancreatica che si chiama insulina.

Togliete l'insulina, per dirla con parole di un medico, e avrete chiuso il tiraggio della stufa.

Nel pancreas si trovano numerosissimi gruppi di cellule speciali, detti isole di Langerhans o insulae : sono esse che secernono appunto l'insulina.

Quando questi gruppi cellulari si mettono a funzionare male, si comincia ad avere una gran sete e si è disturbati da un'urinazione frequente ed eccessiva.

Ci si stanca al minimo sforzo.

Può darsi che un taglietto impieghi molto tempo per rimarginarsi.

E si ha fame di continuo; ma, per quanto si mangi, si dimagrisce.

L'organismo, per mancanza di insulina, non è più in condizione di bruciare gli alimenti e perciò preleva, come combustibile, le sue risorse di grasso.

Se questo andamento continua senza essere frenato, un brutto giorno il diabetico cade in uno stato di coma, dal quale nulla può sollevarlo, se non l'insulina e i liquidi.

Se è iniettata, agisce rapidamente riducendo lo zucchero nel sangue del diabetico.

E' tuttavia efficace per circa 5-6 ore soltanto e dopo bisogna iniettarne dell'altra.

Uno dei pericoli del trattamento insulinico è lo choc da insulina, quando il contenuto di zucchero del sangue scende troppo in basso dopo le secrezioni di insulina.

I malati sono colti da capogiri, da confusione mentale e talvolta perdono addirittura i sensi.

Ecco perché i diabetici tengono in tasca o nella borsetta qualche zolletta di zucchero o qualche caramella.

 

IL DIABETE

Il diabete mellito è uno dei flagelli della nostra società.

Il diabete è l'incapacità dell'organismo a metabolizzare adeguatamente gli zuccheri e gli amidi.

L'insulina prodotta dal pancreas è necessaria per estrarre il glucosio dal sangue, senza zuccheri il corpo tende ad indebolirsi ed è destinato a cedere in coma fino alla morte.

Il diabete è anche l'incapacità di metabolizzare i grassi. Quando ingeriamo dei grassi tocca all'insulina trasportare gli acidi grassi dal sangue ai tessuti.

Il diabete quindi può essere visto a tutti gli effetti come l'incapacità dell'organismo di gestire adeguatamente la sua riserva di carburante.

Il diabete insorge nel momento in cui si innalza improvvisamente la glicemia e si riscontra glucosio nell'urina.

Il diabete è noto da millenni, addirittura il medico indiano Sushruta nel VI secolo a.C. lo definì "malattia dell'urina dolce" e lasciava il compito di diagnosticarlo alle formiche, che facevano la fila per bere l'urina dei malati messa dai medici all'aperto.

Il termine diabete mellito è stato coniato dagli antichi greci per identificare appunto le urine dolci.

Esistono due tipi di diabete : quello molto comune detto anche senile (gestibile con dieta e ipoglicemizzanti) e quello grave detto anche giovanile (insulino-dipendente), dovuto a mancata o insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas.

Il paziente colpito da questo ultimo tipo di diabete necessita di costante supplementazione di insulina.

Il diabete mellito di tipo 1 è a patogenesi autoimmunitaria ed è caratterizzato dalla distruzione delle cellule B pancreatiche, (linfociti CD4+ e CD8+ e infiltrazione dei macrofagi nelle isole pancreatiche), comportando solitamente l'associazione alla insulino deficienza.

Esistono due sottoforme:

Comprende solo il 5-10% di tutte le forme.

Si pensa che sia dovuto a una combinazione di fattori genetici e ambientali e che sia fondamentalmente una malattia autoimmune, in cui i globuli bianchi (linfociti T) infiltrano le isolette del pancreas (isole di Langerhans) e distruggono le cellule beta che producono l'insulina.

L'insulina è l'ormone che consente agli zuccheri del sangue di entrare nelle cellule per alimentarle.

La forma di tipo 1a ha un eziologia che si costituisce con il passare del tempo:
  • Predisposizione genetica, fra i vari geni responsabili quello localizzato nella regione HLA del cromosoma 6
  • Stimolo immunologico

Questa fase, nota come luna di miele, dura per alcuni mesi, dopodiché i sintomi si presentano nuovamente e permangono stabilmente dando luogo, definitivamente, allo stato di diabete.

La spiegazione di questo fenomeno è da ricercarsi nell'iperproduzione compensatoria di insulina da parte delle cellule β.

Il diabete mellito di tipo 2 è a patogenesi non immunitaria. È correlato alla presenza di geni in prossimità del sito HLA sul cromosoma 6. È detto anche non chetosico.

Ha basi genetiche più salde della I forma, sebbene la modalità di trasmissione non sia nota. Questo diversamente dalla specifica variante.

Nel diabete di tipo 2 il problema è che si produce troppa insulina.

Comprende quasi la totalità dei casi, il 90-95% di tutte le forme.

Il diabete di tipo 2 ha una eziologia multifattoriale, in quanto è causato dal concorso di più fattori, sia genetici che ambientali.

Il riscontro di DM di tipo 2 è molto spesso casuale nel corso di esami di laboratorio a cui il paziente si sottopone per altri motivi, questo perché la patologia si instaura molto lentamente e occorre molto tempo prima che la sintomatologia possa divenire clinicamente manifesta; d'altro canto in molti pazienti sintomi di iperglicemia e glicosuria non compaiono mai.

I fattori causali responsabili (eziologici) provocano la malattia attraverso il concorso di due meccanismi principali (patogenesi): l'alterazione della secrezione di insulina e la ridotta sensibilità dei tessuti bersaglio (muscolo, fegato e tessuto adiposo) alla sua azione (insulino-resistenza).

Difetti della secrezione di insulina sono presenti non solo nei pazienti diabetici di Tipo 2, ma molto spesso anche nei gemelli sani e nei familiari di primo grado; in questi ultimi è stata rilevata frequentemente anche resistenza all'insulina.

Si pensa pertanto che il diabete Tipo 2 sia preceduto da una fase prediabetica, in cui la resistenza dei tessuti periferici all'azione dell'insulina sia compensata da un aumento della secrezione pancreatica di insulinica (iperinsulinemia).

Soltanto quando si aggravano sia i difetti di secrezione insulinica sia l'insulino-resitenza (in seguito all'invecchiamento, alla obesità, all'inattività fisica o alla gravidanza), si renderebbe manifesta prima l'iperglicemia post-prandiale e poi l'iperglicemia a digiuno.

L'obesità viscerale (o centrale) riveste un ruolo di primo piano nello sviluppo della resistenza all'insulina.

Il tessuto adiposo è, infatti, in grado di produrre una serie di sostanze (leptina, TFN-α, acidi grassi liberi, resistina, adiponectina), che concorrono allo sviluppo della insulino-resistenza. Inoltre nell'obesità, il tessuto adiposo è sede di uno stato di infiammazione cronica a bassa intensità, che rappresenta una fonte di mediatori chimici, che aggravano la resistenza all'insulina.

Di conseguenza, i markers di infiammazione, come interleuchina 6 e proteina C-reattiva, sono spesso elevati in questo tipo di diabete.

Esiste un'altra condizione patologica detta diabete insipido.

Tali malattie sono accomunate dal solo fatto di presentare abbondanti quantità di urine, non presentando infatti cause, né altri sintomi, comuni.

Un gruppo di microbiologi sardi ha scoperto che dietro il diabete di tipo 1 c'è un batterio trasmetto con il latte.

Partendo dalla malattia di Johne che colpisce bovini e ovini (malattia simile alla malattia di Crohn), una infiammazione cronica dell'intestino, hanno studiato il batterio responsabile, denominato MAP o Mycobacterium avium paratubercolosis, parente dei micobatteri della lebbra e della Tbc.

Si è scoperto che il Map è responsabile della stragrande maggioranza dei casi di Crohn e di sindrome dell'intestino irritabile, inoltre gli antibiotici giusti assunti per un anno possono guarire queste malattie.

Inoltre si è visto che il Map è associato a una consistente fetta di casi di diabete di tipo 1. Sta emergendo che a seconda della predisposizione genetica dei pazienti, una persona incontrando il Map sviluppa il diabete, un'altra l'intestino irritabile e un'altra ancora il Crohn.

Nei diabetici in cui non c'è il Map, i responsabili sono probabilmente altri patogeni intestinali.

La predisposizione è condizione necessaria ma non sufficiente., se non c'è predisposizione non succede nulla.

Ma come arriva il Map nell'intestino dei bambini per esempio?

Molto probabilmente con il latte! Durante l'ottavo International colloquium on Paratubercolosis di Copenhagen, Ivo Pavlik, dell'Istituto di ricerche veterinarie ceco di Brno, segnalò di aver trovato il batterio nel latte in polvere in commercio in Europa.

Spesso ambedue i tipi di diabete significano per le industrie farmaceutiche enormi profitti.

Il secondo tipo di diabete, il quale necessita di apporto costante di insulina è una malattia importante : senza insulina l'organismo umano non può funzionare.

Un tempo di questo tipo di diabete di moriva. Il diabete più grave è quindi quello detto anche giovanile (il secondo tipo).

Tempo fa Banting e Best scoprirono l'insulina, un estratto di pancreas in grado di "curare" il diabete.

L'insulina non cura il diabete ma permette al diabetico di sopravvivere.

Il diabetico spesso sviluppa malattie cardiovascolari, alterazioni dei vasi, retinopatie.

Spesso il secondo tipo di diabete è purtroppo ereditario.

E' quindi importante la prevenzione e la cura precoce.

Sarebbe molto utile invertire il processo autoimmunitario che porta alla distruzione delle cellule beta del pancreas.

Al primo accenno di autoaggressione del sistema immunitario bisognerebbe in qualche modo invertire la rotta, agendo prima che le cellule beta del pancreas vengano distrutte.

Purtroppo in genere non si riesce ad agire tempestivamente perché la rilevazione del diabete di tipo grave è tardiva e il processo degenerativo è molto veloce.

Una terapia potrebbe essere il trapianto, però esiste il grave problema rigetto. Speriamo in un futuro della ricerca positivo !

Tra le persone affette da diabete, la percentuale di uomini con impotenza sale fino all'80% e colpisce anche soggetti di età inferiore ai 30 anni.

Fattori di rischio

L'esistenza di una predisposizione genetica è suggerita dal fatto che, nel caso di gemelli, il diabete Tipo 2 è presente in entrambi in una elevatissima percentuale, molto superiore rispetto a quanto accade per il diabete di Tipo 1.

Probabilmente intervengono difetti a carico di più geni (malattia poligenica) coinvolti nella produzione di insulina e nel metabolismo del glucosio; il tipo di deficit varierebbe da un paziente all'altro, dal momento che fino ad oggi non è stato possibile identificare anomalie genetiche comuni a tutti i pazienti di Tipo 2.

Tra i fattori di rischio si riscontrano:

  • Obesità (BMI maggiore o uguale a 25 kg/m2 per il DM2)
  • Inattività fisica.
  • Ipertensione (maggiore o uguale a 140 mmHg)
  • Colesterolo HDL (minore o uguale a 35 mg/dl)
  • Trigliceridi (maggiori o uguali a 250 mg/dl)

Anche l'età favorisce la comparsa del diabete, poiché essa si accompagna ad una riduzione fisiologica della sensibilità dei tessuti periferici all'insulina.

Differenze DIABETE MELLITO DI TIPO 1 DIABETE MELLITO DI TIPO 2
Età iniziale minore di 30 anni Sopra la terza decade
Obesità Non si presenta alcuna associazione Costituisce fattore di rischio
Livelli plasmatici di insulina endogena Irrilevanti Varia a seconda dell'insulina (resistenza - difetto di secrezione), può essere elevata
Rapporto con antigeni HLA-D SI NO
Rilevazione di anticorpi anti-insulae SI NO
In terapia efficacia dei farmaci ipoglicemizzanti orali L'iperglicemia non diminuisce Inizialmente si hanno effetti sull'iperglicemia
Rapporto con gemelli elevato (50% dei casi) quasi totale (90% dei casi)

Quale misura di prevenzione per il Diabete di Tipo 2?

Anzitutto attività fisica e una dieta ricca di legumi e verdura.

Il diabete di tipo 2 colpisce prevalentemente in età adulta ed è responsabile di circa il 90% dei casi di diabete.

Ma può essere prevenuto e anche curato cambiando stile di vita.

In un individuo sano i carboidrati vengono scomposti in uno zucchero chiamato glucosio : questo zucchero trasportato dal sangue arriva al pancreas.

Qui, sulle cosiddette cellule beta, ci sono dei recettori, chiamati Gt1 che lo catturano : alcuni enzimi lo spezzettano cosicché le cellule beta "sentono" la sua presenza e in base alla sua concentrazione iniziano a produrre insulina.

Questa, attraverso il sangue, giunge alle cellule dei muscoli e del fegato, facendo loro assorbire il glucosio che è il loro carburante.

Nei diabetici questo meccanismo funziona male : o la secrezione di insulina è scarsa, oppure le cellule del muscolo e del fegato sono diventate insensibili all'insulina e quindi non assorbono più glucosio.

Il diabete è una malattia "da civiltà" : la sua incidenza aumenta dove si mangia di più.

Nelle americhe ancora oggi i poveri mangiano tortillas e fagioli, in Nord Africa nera miglio e arachidi, in Oriente riso e soia, nel Mediterraneo riso e lenticchie oppure pasta e fagioli.

La dieta che previene il diabete si basa su almeno 5 porzioni di verdura e 3 di frutta ogni giorno.

Il consumo di dolci deve invece essere molto raro.

E poi fagioli, piselli, lenticchie, noci, pasta, riso poco cotto e pane a basso indice glicemico (di semi di lino, di segale) e cereali da colazione (fiocchi d'avena).

I cibi a basso indice glicemico rilasciano lentamente gli zuccheri dall'intestino al sangue e non sovraccaricano le cellule beta.

L'80% dei diabetici è in sovrappeso.

Come è risaputo il diabete mellito è una patologia del pancreas dovuta a carenza insulinica che provoca una modificazione permanente del metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine, caratterizzata da un aumento della concentrazione del glucosio nel sangue oltre un certo tasso a stomaco vuoto e da un rischio sensibilmente aumentato di aterosclerosi, patologie renali e complicazioni a carico del  sistema nervoso centrale e periferico. I suoi principali sintomi sono la riduzione di ponderale, l’aumento dell’emissione di urina, un’alterata sensazione della fame e della sete. Le cause che possono agevolare il manifestarsi del diabete possono essere molteplici: familiarità e origini genetiche; eccessivo apporto alimentare di carboidrati, lesioni primitive e secondarie del pancreas, intossicazioni o assimilazione eccessiva di sostanze diabetogene, danni dovuti agli effetti nocivi della terapia praticata, esiti di pancreatiti, infezioni virali a carico del pancreas, origine di anticorpi anti cellule pancreatiche, anomalie dei recettori insulinici ecc.

Quando il pancreas ha problemi,  mette in circolazione insufficienti quantità di insulina determinando una alterazione del metabolismo dei carboidrati. In altre circostanze invece, è l’organismo che è incapace di impiegare l’insulina.

E’ diabetico un soggetto nel quale si riscontrano valori di glicemia superiore a 120 mg % (6,6 mmoli / l) a digiuno e tassi  di glicemia superiori a 180 mg % (10 mmoli / l) alla seconda ora successiva a somministrazione orale di una quantità determinata di 75 g di glucosio.

Si distinguono fondamentalmente due modelli di diabete mellito:

DIABETE INSULINODIPENDENTE di tipo I o dell’età giovanile che si manifesta con evidenti segni clinici di poliuria, desiderio di bere, dimagramento, glicosuria e presenza di anticorpi anti-insulina. Compare il più delle volte in soggetti giovani ed è associato con la totale o quasi distruzione delle cellule beta del pancreas che divengono incapaci di generare insulina, forse a causa di un’affezione virale  o perché il sistema immunitario del paziente aggredisce le cellule produttrici di insulina. E’ la forma di diabete più grave, che si manifesta prematuramente colpendo di solito i bambini.

DIABETE GRASSO di tipo II o diabete florido dell’età matura; è conosciuto anche come diabete senile o diabete insulinoindipendente. Si manifesta abitualmente nell’età matura ed è sovente evidenziato casualmente nel corso di esami sistematici del metabolismo dei carboidrati. E’ caratterizzato da intolleranza agli idrati di carbonio e compare in soggetti in sovrappeso. In questi pazienti è quasi sempre presente una carenza di insulina, la cui secrezione è sempre rallentata rispetto a quella di un soggetto normale. Il pancreas, in altri casi, può fornire una normale quantità di insulina  ma per particolari motivi l’organismo non riesce ad avvalersene correttamente per metabolizzare i carboidrati. In ambedue i tipi di diabete, gran parte dello zucchero che si trova nell’organismo si accumula nel sangue ed oltre una certa soglia viene espulso con le urine. E’ facile mettere in evidenza la condizione prediabetica o diabetica regolando l’insulina plasmatica. Questo tipo di diabete non evolve rapidamente verso la chetoacidosi ma è in ogni modo esposto alle complicazioni microangiopatiche esattamente come il diabete insulino-dipendente. Se l’aumento della glicemia è modesto, i sintomi della patologia non si mostrano esplicitamente e sono in grado rilevarlo anche dopo anni, causando nei vari distretti dell’organismo danni a carico dei piccoli e grossi vasi arteriosi. Queste lesioni microcircolatorie procurano uno stato di malattia contraddistinto da sofferenza ischemica dei più importanti organi come il cuore, il cervello, i reni, i nervi, gli occhi, che sono interessati con conseguenti difetti della funzione renale, cardiaca, visiva, circolatoria e nervosa.

Per scongiurare il diabete a volte può essere sufficiente camminare a passo spedito 5 ore la settimana.

Altri Integratori alimentari utili possono essere Glucolo Proguard Diabetic.

Bibliografia

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