IL FREDDO

Gli effetti sul corpo umano e tutte le nostre armi contro il freddo.

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Generalità su freddo e corpo umano
 
Effetti dell'aria ferma e dell'aria mossa sul freddo
 
Fino a quando l'organismo può sopravvivere al freddo?
 
L'alimentazione quando fa freddo
 
Il sistema immunitario
Relazioni tra grasso sottocutaneo e freddo
 
Lana per proteggersi dal freddo
 
Le malattie provocate dal freddo
 
Il freddo e l'emoglobina nelle urine
 
Consigli per le categorie a rischio nei periodi freddi
Come coprire i bimbi che giocano all'esterno
 
Proteggersi dal freddo mentre si dorme
 
Gli accorgimenti da adottare contro un'ondata di
freddo
 
Il corpo umano e il caldo

Noi esseri umani siamo essenzialmente animali semi-tropicali.

FreddoI nostri corpi, nudi e in riposo, sono fatti in modo da poter mantenere senza sforzo la temperatura interna quando il termometro segna all'incirca 30 gradi centigradi.

Ma l'organismo ha in sé vari metodi che gli consentono di affrontare temperature molto più basse; metodi tanto efficaci da aver permesso agli indigeni che vivono esposti al clima glaciale della Terra del Fuoco, vicino alla punta antartica dell'America del Sud, di sopravvivere per generazioni, pur senza alcun vestiario e con pochissimi ripari!

Quando fa freddo riusciamo a mantenerci in uno stato di benessere, in parte producendo maggior calore nei nostri centri interni di combustione e in parte conservandolo.

Le più importanti fonti di calore interno sono i muscoli i quali utilizzano per produrre calore circa il 70 per cento dell'energia tratta dagli alimenti che essi consumano.

In condizioni normali, i muscoli dell'organismo generano il calore sufficiente a far bollire ogni ora più di un litro d'acqua gelida; e quando agitiamo le braccia o pestiamo i piedi per riscaldarci, è come se gettassimo una palata di carbone nelle fornaci dei nostri muscoli per aumentare il calore prodotto.

Le donne in genere sono più freddolose perché hanno il metabolismo basale più basso e producono meno calore corporeo. Inoltre nelle donne i vasi si "chiudono" prima e di più rispetto a quanto accade negli uomini, ecco perché tendono ad avere mani gelide e piedi ghiacciati, e ciò le rende più suscettibili al gelo in generale, perché un fattore importante nel determinare se sentiamo freddo o no è la temperatura delle estremità.

In generale, essere più o meno freddolosi dipende dalla velocità del metabolismo, regolata dagli ormoni tiroidei : se il metabolismo corre si produce più calore e serve meno sforzo per adattarsi al freddo, e viceversa.

Gli anziani per esempio sono più freddolosi perché hanno un metabolismo più lento e non hanno più una buona capacità di termoregolazione.

Mentre i bambini all'opposto sembrano piccole stufe. Poi ci sono fattori come dimensioni e strato adiposo : chi è alto e robusto ha una maggiore superficie corporea e quindi disperde più calore, mentre chi ha più grasso sottocutaneo è più "isolato".

Esperimenti hanno dimostrato che lo stesso vestiario occorrente per mantenere calda una persona in stato di riposo quanto la temperatura esterna è di 20 gradi, basterà a tenerla calda a una temperatura di 5 gradi se cammina in fretta, e perfino a 20 gradi sotto zero se si mette a correre.

Se non combattiamo il freddo tenendo volontariamente in esercizio i muscoli, questi se ne assumono l'incarico senza che noi lo vogliamo e si riscaldano mettendosi a tremare.

E' il tremito che spiega in gran parte perché tanti abbiano freddo e così pochi rimangano congelati.

Infatti in condizioni di esposizione a temperature estremamente rigide, il forte tremito può perfino salvarci dal morire assiderati.

Con il freddo le basse temperature impediscono alle nostre cellule di produrre l'energia necessaria a mantenere l'attività elettrica; per proteggere gli organi vitali il sangue si concentra sulle zone centrali del corpo e si riduce alle estremità : prima le dita, poi le mani, le braccia e così via; per questo quanto sentiamo freddo cominciamo a sentirlo proprio da lì. A questo punto se la temperatura si abbassa ancora, il gelo può raggiungere anche il cuore e il cervello; il rischio di morte di corre quando il calore del corpo scende a 24 gradi centigradi, temperatura alla quale il cuore si arresta e in sangue non giunge più al cervello.

I muscoli, producendo più calore quando fa freddo, consumano maggiore quantità di energia tratta dagli alimenti; ma madre Natura provvede aumentando l'appetito.

In media si consumano 30 calorie in più il giorno per ogni centigrado di cui scende il termometro.

Nelle regioni fredde per compiere lo stesso determinato lavoro fisico, c'è la necessità di un maggiore numero di calorie giornaliere.

Invece di aumentare le propria produzione di calore quando fa freddo, si può raggiungere pressappoco lo stesso risultato conservando il calore che si ha.

Un metodo semplice è quello che tutti conoscono : quando si ha freddo, istintivamente ci si raggomitola, riducendo l'ampiezza della superficie attraverso la quale il calore interno viene dissipato.

Meno noti sono i mutamenti che avvengono in modo automatico nel sangue e nella pelle.

Solitamente il sangue e la pelle funzionano da impianti di raffreddamento, come l'acqua nel radiatore di un'automobile : il sangue caldo che esce dagli organi interni viene raffreddato scorrendo attraverso la pelle.

Quando si ha freddo, invece, molti capillari della pelle si restringono, riducendo il flusso sanguigno a un quinto del normale circa, con il risultato che la pelle si trasforma in un radiatore che dissipa il calore in una coperta che lo conserva.

L'efficacia di questa coperta epidermica dipende in parte dallo spessore dello strato di grasso sottostante.

In genere le persone provviste di grasso ben distribuito sopportano il freddo intenso meglio di quelle magre.

Ma non è detto che i grassi si sentano più a loro agio nelle temperature rigide.

Infatti, le terminazioni nervose che dicono al cervello "ho freddo" sono vicine alla superficie della pelle, e se tali terminazioni sono isolate, per effetto degli strati adiposi, dalle fonti interne di calore, può accadere che un individuo grasso finisca con il sentire il  freddo più di uno magro.

Le pellicce isolano in modo analogo.

Molti animali conservano il calore del corpo grazie a piccoli muscoli che provocano l'erezione dei peli e quindi ispessiscono la pelliccia quando l'animale comincia ad avere freddo.

Noi uomini abbiamo ancora nella pelle gli stessi muscoli che servivano a far rizzare i peli : sono quelli che si contraggono quando abbiamo freddo all'improvviso, provocando la "pelle d'oca".

La conservazione del calore corporeo dipende, in parte, da ciò con cui il corpo o gli abiti sono in contatto.

E' per questo che il pavimento di piastrelle della stanza da bagno ci sembra più freddo del tappetino di spugna, anche se tutt'e due hanno la stessa temperatura.

Il calore sfugge più rapido dalla pelle verso un buon conduttore di calore come le mattonelle.

L'aria ferma è un cattivo conduttore di calore : molto peggiore dell'acqua.

Il corpo umano, il quale mantiene senza sforzo il proprio equilibrio termico nell'aria ferma a una temperatura di 30 gradi, nell'acqua ha bisogno di 32 gradi per raggiungere un equilibrio analogo.

Un uomo può morire di esaurimento se resta immerso per 60 minuti nell'acqua gelata e può invece resistere per molto più a lungo nell'aria alla stessa temperatura.

Calze di lana e scarponi possono mantenere caldi i piedi a temperature rigidissime, purché rimangano asciutti; ma se vi penetra l'acqua, le dita cominciano ben presto ad intorpidirsi.

 

La madre che imbottisce di maglie di lana il suo bambino, prima di mandarlo a giocare all'aperto quando fa freddo, dimentica che il piccolo si mette a correre e a saltare aumentando di parecchie volte la sua produzione di calore interno, e finisce ben presto con il sudare.

Se poi si mette a sedere per riposarsi, la sua produzione interna di calore diminuisce, mentre contemporaneamente, a causa dei panni umidi di sudore, le sue perdite termiche aumentano.

Ed ecco che il bambino torna a casa infreddolito fino alle ossa.

Una madre avveduta manda invece il bambino a giocare con abiti relativamente leggeri, ma con le mani e i piedi ben protetti; e gli raccomanda di venire a casa per indossare qualcosa di più pesante appena comincia a sentir freddo.

 

Mentre l'aria ferma è un ottimo materiale isolante, l'aria mossa porta via rapidamente il calore.

Basta un venticello per dissipare una quantità di calore interno otto volte maggiore di quella perduta nell'aria ferma.

Perciò un vestito invernale di buona lana perde circa metà del suo potere isolante quando chi l'indossa cammina a passo rapido, e questo a causa delle correnti d'aria che il moto provoca all'interno dell'abito.

L'ampio abito di pelle di foca e di tricheco degli Eschimesi è quasi l'ideale per il freddo.

Durante la caccia, quando l'Eschimese insegue la preda, l'aria gelida impedisce il surriscaldamento del corpo.

Poi quando il cacciatore riposa, l'abito gli aderisce al corpo e realizza un isolamento termico difficilmente superabile.

 

Quasi tutti pensano che la lana sia il tessuto ideale per la conservazione del calore.

Ma l'effetto isolante non è dovuto al tessuto in sé ma all'aria che rimane racchiusa tra le sue fibre.

E' lo spessore dello strato d'aria così racchiuso che conta.

La superiorità della lana sul cotone, dipende quindi soprattutto dalla sua elasticità.

Umida o asciutta la lana tende a riprendere più presto il suo primitivo spessore, dopo essere stata compressa, e a racchiudere più aria.

 

E' molto importante rimanere caldi mentre si dorme.

A tutti è capitato di addormentarsi in una stanza piacevolmente riscaldata e di svegliarsi con le membra irrigidite dal freddo.

Non è la stanza che si è raffreddata, bensì la produzione interna di calore del corpo che è diminuita, come era da attendersi.

E' bene quindi mettersi una coperta quando ci si dispone a fare un sonnellino, anche se si ritiene superflua.

Le coperte elettriche danno la sensazione di irradiare calore verso la pelle.

Ma è un'illusione.

Le coperte elettriche raggiungono di rado la temperatura della pelle : servono a ridurre la dispersione di calore del corpo, come una coperta normale.

In vantaggi principali sono invece tre : si scalda da sé e quindi non c'è bisogno di raggomitolarsi e di rabbrividire per riscaldarla all'inizio con il calore del corpo; conserva al massimo il calore con un minimo di peso; infine si regola automaticamente da sé ed evita la necessità di aggiungere o togliere una coperta dal letto se cambia la temperatura dell'ambiente.

In una buca della neve, o in una specie di igloo artigianale, non ci si congela : infatti nella neve restano bolle d'aria che fanno da isolante; grazie al calore di chi sta dentro, la temperatura può persino salire, e si è protetti dal vento.

Per proteggersi gli animali hanno la pelliccia : l'aria intrappolata fra i peli fa da isolante. Così si intrappola il calore del corpo. E' lo stesso principio alla base di un maglione di lana, fra le cui fibre resta aria.

Per stare caldi è importante tenere ben coperti mani e piedi, le parti che si raffreddano prima.

Se si vuole fare movimento è invece controproducente coprirsi troppo : se si suda, appena ci si ferma viene freddo, infatti la produzione di calore cessa, il sudore evapora e raffredda.

L'alcol è molto pericoloso se si sta al freddo : dilata i vasi sanguigni e quindi fa sentire più caldo alle estremità, ma in realtà la vasodilatazione aumenta la dispersione di calore, tanto che si può rischiare anche l'ipotermia.

Il freddo mette fame perché per mantenere la temperatura interna si usano le riserve di grasso e questo accende l'appetito.

Inoltre il freddo ci fa spendere più energia perché contraiamo i muscoli, perché la loro attività genera calore.

Pelle d'oca e pipì : quando la temperatura scende, tra le reazioni la più importante è la vasocostrizione, ovvero i vasi sanguigni della superficie e della periferia del nostro corpo (braccia, gambe, mani e piedi) si restringono. Così il flusso di sangue si può concentrare verso gli organi interni, che devono stare "caldi". Questo ha una conseguenza : l'arrivo di liquido verso il centro del corpo ci fa venire voglia di fare pipì, inoltre si dissipa meno calore attraverso la pelle.

Inalare aria fredda può causare una costrizione dei vasi, comprese le coronarie. In genere chi non è in salute deve stare attento agli sbalzi e a non fare sforzi al freddo perché la fatica aumenta di molto la pressione sanguigna.

Inoltre il freddo può essere pericoloso per gli anziani, che fanno più fatica ad acclimatarsi e possono reagire alla vasocostrizione da freddo con un'ipertensione poco controllabile.

Meglio stare a 0 gradi centigradi con vento o a -5 senza vento? A 0 gradi con un vento a 80 km/h abbiamo la sensazione che ci siano -19 gradi, il vento infatti aumenta la sensazione di freddo, perché porta via il calore corporeo, è l'effetto windchill.

La temperatura percepita si abbassa parecchio anche se il freddo è "umido", perché sulla pelle si deposita un microscopico velo d'acqua che evaporando toglie calore, ecco perché se siamo bagnati sentiamo più freddo.

Coprendoci possiamo isolare tutto il corpo dal freddo? No. L'apparato respiratorio è per forza a contatto diretto con l'aria esterna. Il modo in cui è "costruito" però ci salva dai guai, infatti i polmoni sono nel torace, vicini agli organi interni tenuti al caldo. Inoltre l'aria passando dal naso e gola si riscalda, così al di sotto della trachea è già ad una temperatura innocua. Quando questo non succede, se il freddo è davvero eccessivo o per esempio se si soffre d'asma, respirare può diventare difficoltoso perché l'aria gelida fa contrarre i bronchi, così se fuori il termometro schizza sottozero è bene coprirsi il naso con la sciarpa, per riscaldare un poco l'aria prima di respirarla.

Fino a che temperatura possiamo resistere ? Se la temperatura interna del nostro corpo scende sotto i 35 gradi si parla già di ipotermia, con un forte tremore. Sotto i 32 gradi non si sono neanche più i brividi e si è intontiti. La pelle è cianotica, la coordinazione muscolare assente, il pensiero confuso. A meno di 28 gradi si scivola nell'incoscienza, a 20 gradi il cuore si ferma. Se invece riusciamo a difenderci con i vestiti e a tenere il gelo lontano dal corpo, possiamo sopportare temperature di parecchie decine di gradi sotto lo zero; la pelle nuda congelerebbe in pochi minuti a -35 gradi, perciò in Antartide o in Siberia occorre coprirsi ogni centimetro, anche con maschere e occhiali.

Che cosa succede se ci buttiamo nell'acqua gelata ? I vasi sanguigni della periferia si stringono all'istante e la pressione arteriosa sale di colpo. Ecco perché il bagno di Capodanno nel fiume o la sauna finlandese sono attività sconsigliate a chi non è perfettamente in salute. La sauna è ritenuta una "ginnastica per la circolazione" perché si passa dalla vasodilatazione del gran caldo alla vasocostrizione del tuffo sulla neve, ma non comporta rischi solo se si è sani o, come i finlandesi, si ha un'alta tolleranza agli sbalzi termici perché si è abituati a questo tipo di attività.

Fino a che punto l'organismo umano può sopravvivere al freddo?

Dipende.

Un mattino d'inverno del 1951, ad esempio, una donna fu trovata in un vicolo di Chicago svenuta e quasi senza abiti; la sua temperatura era scesa a 18 gradi centigradi! Eppure i medici riuscirono a salvarle la vita.

Ancora più straordinario fu il caso avvenuto nel 1955 a una bimba di due anni, la quale riuscì a sopravvivere dopo essere stata trovata senza conoscenza, con indosso il solo pigiamino e con una temperatura interna di 16 gradi.

La sensibilità al dolore si attutisce quando la temperatura dell'organismo scende e talvolta si usava il raffreddamento interno per calmare certi dolori altrimenti insopportabili.

Con la temperatura interna dell'organismo a 24 o 27 gradi centigradi anziché i normali 37, tutte le funzioni organiche sono rallentate e il fabbisogno di ossigeno si riduce a circa un quarto di quello che occorre di solito ogni minuto.

Perciò il flusso del sangue attraverso il cuore può essere fermato senza pericolo per otto minuti o anche più, consentendo alcuni interventi chirurgici.

 

LE MALATTIE PROVOCATE DAL FREDDO

Se si sono affrontate all'aperto temperature estremamente rigide e si raggiunge poi un rifugio gelati fino alle ossa, con le dita della mani e dei piedi, le guance, il naso e gli orecchi divenuti insensibili, cosa occorre fare?

Non bisogna seguire il vecchio consiglio di strofinare le parti congelate con la neve o con il ghiaccio : l'applicazione immediata di calore provoca minori danni ai tessuti e rappresenta minor pericolo d'infezione o di cancrena.

E' consigliabile condurre appena possibile l'infortunato in una stanza riscaldata, dargli una bevanda calda non alcoolica e avvolgerlo poi in coperte ben riscaldate o immergerlo in un bagno di acqua tiepida (non oltre 37-38 gradi centigradi).

Come il corpo perde più calore nell'acqua fredda, così lo assorbe più rapidamente nell'acqua calda.

Occorre però evitare gli eccessi di calore : non si deve adoperare una lampada termica, né una borsa di gomma per l'acqua calda, né si devono esporre le parti congelate al calore di una stufa.

In ogni caso contattare il medico.

Le temperature rigide, soprattutto se accompagnate da venti gelidi, possono causare geloni, forme lievi o raramente gravi di congelamento e ipotermia o assideramento.
 
Geloni
sono lesioni della cute reversibili, compaiono se la parte esposta è umida o bagnata o c'è vento forte. 
 
E' colpita soprattutto la cute delle dita, che si presenta bianca o giallo-grigia e può essere presente una sensazione di intorpidimento e prurito delle zone interessate, spesso non si avverte dolore, ma nei casi più gravi, le zone colpite possono gonfiarsi, arrossarsi e coprirsi di vescicole. E' opportuno consultare il proprio medico curante.

Congelamento
Nelle forme lievi: la parte colpita non duole e presenta una colorazione bianco-grigiasta.
 
In questo caso, basta riscaldare la parte colpita anche soltanto massaggiandola e alitandovi sopra. 
Nelle forme più gravi, sono colpite le cellule dei tessuti che nei casi più gravi possono andare in contro a necrosi.
 
Le zone più colpite sono quelle meno irrorate e più esposte come: mani, piedi, talloni, lobi auricolari, naso, guance, mento. 
 
Sono condizioni rare, si possono verificare nei soggetti che trascorrono la notte all'aperto o in alta montagna.
 
Le cause più frequenti del congelamento, sono oltre che le basse temperature, anche la presenza di vento forte e umidità relativa molto elevata.
 
Il rischio diventa reale di fronte ad un'improvvisa bufera di vento o di neve, con umidità ai limiti di saturazione, specie se non si indossano indumenti adatti.
 
Episodi gravi di congelamento possono verificarsi anche a seguito di immersioni in acque gelate.
 
I segni iniziali di congelamento sono spesso lievi: cute pallida, fredda, edematosa, successivamente diventa arrossata fino a divenire cianotica e dolente, con comparsa di bolle e se l'esposizione al freddo persiste si ha comparsa di piccole zone di gangrena, fino al congelamento generale che interessa tutto l'organismo.
 
La persona va soccorsa prontamente per evitare conseguenze più gravi dell'assideramento.

Ipotermia o assideramento
Se la temperatura corporea scende sotto i 35°C le funzioni vitali non possono più considerarsi efficienti.
 
L'ipotermia è una situazione pericolosa perché i sintomi compaiono progressivamente.
 
E' opportuno riconoscere tempestivamente i primi segnali di ipotermia: parlare a scatti, difficoltà di deambulazione, tendenza ad inciampare, confusione mentale, perdita di coordinamento degli arti, sensazione di affaticamento e di freddo, tensione muscolare e nei casi più gravi: perdita dei sensi ed infine coma.

Se si è in alta montagna, in attesa dell'arrivo dei soccorsi possono essere molto utili massaggi leggeri sulla superficie corporea e se è possibile mettere la persona a riparo dal freddo e dal vento e coprirla con indumenti caldi e coperte, somministrare abbondanti liquidi caldi, come tè e caffè allungato, brodo vegetale.

Evitare la somministrazione di bevande alcoliche.

Attenzione anche a chi soffre di ipertensione perché il freddo tende ad aumentare la pressione arteriosa!

 
Quando fa freddo, l'essere umano si difende dalle basse temperature coprendo il più possibile il corpo, con indumenti sufficientemente caldi e pesanti.
 
Inoltre, con il freddo, come abbiamo visto prima, l'organismo attiva i sistemi di termoregolazione endogeni, che in condizioni normali,  mantengono pressoché costante l'equilibrio termico del corpo con l'ambiente esterno.
 
Quando la temperatura esterna è sufficientemente bassa da indurre una diminuzione al disotto dei 37°C della temperatura interna, si verifica una vasocostrizione cutanea (riduzione della circolazione sanguigna sulla superficie cutanea e con diminuzione della dispersione di calore all'esterno) ed accelerazione del ritmo cardiaco.
 
Inoltre, in condizioni di freddo intenso, l'organismo aumenta anche la produzione di calore interno (termogenesi) attraverso l'incremento dell'attività muscolare scheletrica (brividi involontari o attività fisica volontaria) e l'aumento del metabolismo.
 
Quindi un adeguato apporto alimentare aiuta a soddisfare le aumentate richieste metaboliche dell'organismo, orientate ad una maggiore produzione di calore.
 
In altri termini attraverso l'attivazione dei meccanismi di termoregolazione, si crea un equilibrio tra la quantità di calore prodotta all'interno dall'organismo e la quantità di calore assunta dall'ambiente o ceduta all'ambiente, creandosi in tal modo una situazione di benessere (o comfort) termico.
 
In caso dell'arrivo di un'ondata di freddo intenso è possibile mettere in atto alcuni rimedi semplici  per ridurre l'esposizione a basse temperature ed evitare il rischio non solo di patologie da freddo ma anche il verificarsi di incidenti domestici, spesso mortali. 

In casa
Nella stagione invernale, in assenza di irraggiamento, con un abbigliamento idoneo e svolgendo un'attività sedentaria, si consigliano,per il microclima dell'abitazione, i seguenti valori ottimali:
Quando fa freddo aumenta il rischio di: incendi, intossicazioni acute da monossido di carbonio, infortuni elettrici. 
 
Per evitarli occorre:
Fuori casa

 

Il freddo e l'emoglobina nelle urine

Il freddo intenso può causare le presenza di emoglobina nelle urine, normalmente assente.

Se si esegue il test delle urine e si riscontra presenza di emoglobina può anche essere dovuta all'esposizione prolungata al freddo intenso, in ogni caso per escludere qualsiasi altro problema è opportuno recarsi dal proprio medico curante che potrebbe consigliare una ripetizione del test delle urine tra qualche giorno.

 

 

ALIMENTAZIONE
Altri alimenti consigliati sono: la pasta con i legumi o la pasta con le verdure, che forniscono energia e fibre, ed il brodo caldo perché apporta liquidi e proteine digeribili.
 
Il latte ed il miele possono essere un ottimo rimedio contro il ferddo tranne nel caso delle persone malate di diabete.
 
Ricordiamoci di mangiare la carne ed il pesce, alimenti necessari per garantire il giusto apporto di proteine e indispensabili per l'organismo poiché forniscono calore ed energia.

Evitare di bere bevande alcoliche e super alcolici, perché possono causare una eccessiva dispersione del calore prodotto dal corpo e favorire l'insorgere di ipotermia.

 

CONSIGLI PER LE CATEGORIE A RISCHIO

Anziani
Sono più suscettibili agli effetti delle basse temperature per la diminuita risposta del sistema di termoregolazione e la ridotta percezione del freddo.
 
Gli anziani con deficit fisici e/o psichici (come i malati di Alzheimer) sono più a rischio, perché non sono in grado di gestire correttamente il riscaldamento domestico e di adottare comportamenti adeguati.
Malati cronici
Un episodio di grande freddo, specialmente in ambito urbano, può peggiorare condizioni di salute già precarie e, soprattutto, aggravare patologie croniche quali: malattia cardiovascolare, broncopatia cronica ostruttiva, asma bronchiale, diabete e disturbi neurologici (soprattutto se in trattamento con sostanze psicotrope).   
 
I cardiopatici appartengono ad una delle categorie più a rischio, pertanto devono evitare di compiere sforzi eccessivi soprattutto all'aria aperta. Le ricerche condotte dal Cibic, il Centro interdipartimentale di bioclimatologia dell'Università di Firenze e dall'Istituto di biometerologia del Cnr di Firenze, hanno dimostrato che nei mesi freddi aumenta il numero di accessi al pronto soccorso per problemi al cuore. A confermarlo è anche la Società europea di cardiologia, che ha passato al setaccio 16mila pazienti, dimostrando che ogni 0.7 gradi di meno di temperatura s'incrementa il rischio di infarto del 7%. Una delle ipotesi più accreditate è che il freddo-umido determini processi di restringimento dei fasci muscolari, delle articolazioni e dei vasi sanguigni : tutti fattori di rischio di infarto nei soggetti predisposti.
 
Le persone con insufficienza respiratoria cronica e gli asmatici devono evitare di respirare aria gelida, esporsi alle intemperie che possono scatenare crisi d'asma o broncospasmo.
 
Le persone con disturbi mentali, in particolare con deterioramento delle capacità cognitive sono a rischio elevato per ipotermia, perché non manifestano il disagio legato alle basse temperature e non hanno possibilità di proteggersi adeguatamente.
 
Occorre prestare particolare attenzione a questi malati! 
 
Neonati e lattanti
Sono più suscettibili agli effetti delle basse temperature sia per la diminuzione della risposta del sistema di termoregolazione, sia perché i bambini molto piccoli non possono manifestare apertamente il disagio causato dal freddo.
 
A pochi mesi di vita la termoregolazione corporea è meno efficace ed il neonato è molto vulnerabile alle temperature molto basse e possono entrare rapidamente in situazioni di ipotermia.
 
Pertanto:
Se è indispensabile uscire occorre osservare le seguenti precauzioni:
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