Le specie utilizzate a scopi medicinali sono
la P. caerulea, la P. incarnata e la P. edulis.
Nell'antichità, gli Aztechi, utilizzavano la passiflora come
rilassante.
L'infuso, lo
sciroppo e l'estratto fluido delle parti verdi raccolte da
giugno a settembre e fatte essiccare all'ombra in luogo
arieggiato, vantano proprietà sedative del sistema nervoso,
tranquillanti, ansiolitiche, antispasmodiche,
curative dell'insonnia e dell'isterismo; inducono
un sonno fisiologico e una attività diurna priva di
ottundimento. Già ai tempi della prima guerra mondiale, la
passiflora fu utilizzata nella cura delle "angosce di guerra".
L'infuso di foglie e fiori viene
utilizzato per la psicoastenia.
Le foglie sono ricche di flavonoidi e
curarine ricche di proprietà sedativa e antispadmodica. La
passiflora è indicata contro la tachicardia, l'ansia
e contro l'insonnia.
Le caratteristiche farmacologiche della
Passiflora incarnata la rendono utile per facilitare lo
svezzamento dagli psicofarmaci, sempre se utilizzata in ambito
medico e con raziocinio. (P.Campagna. Farmaci Vegetali. Minerva
Medica ed. 2008).
Attenzione i frutti crudi di P. caerulea
possono provocare nausea e vomito in seguito a ingestione.
Contengono inoltre glicosidi cianogenetici con azione depressiva
sul centro cardio-respiratorio.
Gli
alcaloidi armanici, unitamente ai flavonoidi, possiederebbero
una azione spasmolitica impiegabile specialmente a livello
bronchiale, mentre ai flavonoidi viene conferita l'azione
calmante.
Il maltolo,
l'etil-maltolo ed i flavonoidi accrescono l'effetto dei
calmanti, mentre le armaline sono blandamente neurotoniche.
Le armaline
dilatano le arterie coronarie, lostruzione delle quali può
causare attacchi di cuore; la Passiflora è perciò è un
eccellente preventivo per i soggetti a rischio. (In questa
situazione è ancora più importante
utilizzare la pianta
sotto
verifica medica).
Nella
Passiflora sono presenti anche ossicumarina, aminoacidi,
steroli, acidi grassi ed organici.
I risultati
farmacologici nella ricerca della qualità dei principali
componenti chimici della pianta, hanno confermato una valenza
depressiva sull’apparato nervoso autonomo (motilità enterica,
ritmo cardiaco, ecc.), un allungamento del periodo di sonno
indotto ed un esito tranquillante, a fronte di una tossicità
totalmente irrilevante.
Tra gli
elementi chimici della Passiflora è si possono
riscontrare una notevole quantità di composti come i flavonoidi,
il maltolo, gli alcaloidi (armina, armolo,armalina, armano,
armalolo), l’ossicumarina,gli steroli,gli aminoacidi, gli acidi
grassi ed organici.
Il comportamento
della Passiflora è somigliante a quello dei
calmanti tradizionali (i bromuri ed il cloralio idrato) e si
pensa che questa sia provvista di recettori comuni alle
benzodiozepine.
Le proprietà
farmacologiche della pianta la indicano come necessaria per
favorire la fase decrescente da psicofarmaci.
La Passiflora agisce sul sistema nervoso centrale
con effetti tranquillanti e sedativi ma non stimola esiti
narcotici.
Rilassa il tessuto muscolare liscio dell'apparato digerente,
dimostrandosi per questo fatto un valido antispasmodico con
risultati digestivi.
E' altresì efficace nei dolori mestruali giacché distende i
tessuti muscolari della parete uterina. E’ un efficace aiuto
come calmante nelle gastralgie e nelle digestioni difficoltose.
Non utilizzare
Passiflora in
gravidanza
anche se non sono state registrate conseguenze indesiderate;
solo le armaline, presenti nella
Passiflora,stimolano
l’eccitamento uterino, rendendo la pianta non idonea alle donne
in stato interessante.
L'utilizzo
complementare della Passiflora
e di sedativi
può aumentare gli effetti di quest’ultimi.
L’uso concomitante di alcool o di benzodiazepine può causare il
probabile potenziamento della sedazione.