Il succo gastrico si secerne prevalentemente per un riflesso provocato dagli alimenti per cui i vasi della mucosa si inturgidiscono e il succo viene secreto soprattutto dalle ghiandole della mucosa: il vago-simpatico costituisce l'arco di questo riflesso, in cui il vago eccita e il simpatico inibisce.
Nome comune:
Trifoglio fibrino
Francese: Trèfle d'eau; Trèfle des marais
Inglese: Buckbean
Famiglia: Menyantaceae
Parte utilizzata: foglie caulinari
Costituenti principali:
- sostanze amare: glicosidi amari quali diidrofoliamentina, mentiafolina, loganina
- tannini; flavonoidi; triterpeni; cumarine, acidi fenilcarbossilici
- olio essenziale (0,067%), colina; sali di ferro
Attività principali: antidispeptica; amaro-tonica
Impiego terapeutico: disappetenza, dispepsie; cefalea post-prandiale
Si ritiene che gli effetti prodotti da questa pianta sui processi digestivi siano dovuti ad un'azione equilibratrice neurovegetativa per questo motivo è considerato uno dei migliori rimedi nel trattamento di diverse forme di dispepsia, in particolare quelle che si riscontrano nei soggetti neurastenici.
Il trifoglio stimola l'appetito, migliora i processi digestivi e risulta particolarmente utile nelle cefalee postprandiali e nelle emicranie che colpiscono i soggetti dispeptici. Tali attività possono essere attribuite anche ad un'azione stimolante la funzionalità epatica, per la presenza di composti cinarinosimili.
Curiosità
- In passato era conosciuta come una panacea per tutti i mali, dall'asma ai pidocchi del capo.
- «Merita di essere ricordato
quanto ne dice Alston, cioè che il trifoglio fibrino
guarisce
bensì la gotta, ma che ciò non è sempre a vantaggio del malato - Si potrebbe
fare un utilissimo libro sulle malattie che non conviene guarire» (Scotti, 1872).