Il parere della
medicina
popolare non è
esatto, in
quanto si tratta
proprio di un
sedativo
centrale e non
di un ipnotico.
Significa che
non impedisce
l'attenzione e
altre funzioni
di veglia. Può
quindi essere
usato anche
durante il
giorno senza
rischio di
addormentarsi,
in caso di
guida, durante
un esame.
Usato per
facilitare il
sonno non
ha i classici
effetti degli
ipnotici e
quindi non
provoca
pesantezza
mentale al
risveglio.
I principi
attivi
solitamente
rilevati nelle
radici e nel
rizoma sono:
olio essenziale
(acido
valerenico e
borneolo fra i
monoterpeni e
valeranone tra i
sesquiterpeni),
iridoidi (valepotriati),
tannini, lignani
(idrossipinoresinolo),
alcaloidi (actinidina),
aminoacidi
liberi (acido
gamma-aminobutirrico
o GABA,
tiroxina,
arginina,
glutamina).
La
standardizzazione
degli
integratori
commerciali
(qualora
presente) viene
regolata
valutando la
presenza
dell’acido
valerenico, il
più delle volte
allo 0,8% e
tuttavia non
minore dello
0,17% .
L’efficacia
della
Valeriana
non può però
essere
attribuita con
certezza ad
un’unica
sostanza in
particolare sembra
piuttosto dovuta
alla radice
nella sua
totalità (fitocomplesso).
Studi recenti
hanno
sottolineato
molteplici
possibili
meccanismi
d’azione della
Valeriana
e dei suoi
principi attivi
e tra i più
importanti
citiamo:
interazione a
livello dei
recettori
GABA(A) da parte
dell’acido
valerenico che
ricopre il ruolo
di particolare
modulatore
allosterico.
Modulazione del
potenziale
postsinaptico
neuronale
corticale, per
attivazione dei
recettori
GABA(A) e dei
recettori A
dell’adenosina;
inibizione della
ricaptazione e
della
degradazione del
GABA; affinità
di legame per i
recettori della
serotonina.
Gli studi
preclinici hanno
mostrato una
bassa tossicità
degli estratti
di radice di
Valeriana
officinalis,
sia in acuto sia
in dosi
ripetute, per un
periodo di 4-8
settimane.
Nell’uomo gli
esiti
indesiderati
provocati da
Valeriana
officinalis
sembrano davvero
rari e la U.S.
Food and Drug
Administration
la considera
“GRAS” (generally
recognized as
safe),
quindi
generalmente
sicura.
Prendendo in
considerazione
risultati
sperimentali,
parrebbe che
Valeriana
officinalis
possa dare esiti
potenzialmente
aggiuntivi alle
benzodiazepine.
Anche se non
esistono riprove
stabilite
dirette, la
Valeriana
può interagire
con alcool,
antidepressivi e
codeina
(aumentando il
torpore).
Valeriana
officinalis
prolunga e
aumenta il sonno
suscitato dai
sedativi e non
dovrebbe quindi
essere impiegata
specialmente nei
giorni che
precedono
operazioni
chirurgiche che
prevedono il
loro uso.
Allo stesso modo
di tutte le
erbe includenti
tannini,
l’assunzione di
Valeriana
in unione ad
integrazione di
ferro, può
limitare l’
assimilazione di
quest’ultimo; si
suggerisce
perciò di
separare le due
assunzioni di
almeno una o due
ore.
Valeriana
officinalis
è sconsigliata
in bambini di
età inferiore ai
12 anni.
Valeriana
officinalis
è inadatta in
stato
interessante,
dato che i
risultati di
laboratorio a
tutt’ oggi
utilizzabili
sono
insufficienti e
non tutti hanno
fornito risposte
univoche.
In via
cautelativa,
data la mancanza
di studi clinici
esplicativi,
Valeriana
officinalis
è altresì
sconsigliata
durante
l’allattamento.
Per eventuali
conseguenze
negative a
livello epatico,
la Valeriana è
inadatta nei
pazienti con
problematiche
epatiche
pregresse o in
atto, ed in
pazienti con
complicazioni
renali.
Valeriana
officinalis
è inadatta in
individui con
allergia
conclamata a
piante facenti
parte alla
famiglia della
Valeranaceae.
Il proprio
medico dovrebbe
sempre essere
interpellato
prima di
assumere la
Valeriana
se è vigente una
delle condizioni
seguenti:
assunzione di
altre sostanze
sedativo-ipnotiche.
assunzione di
medicinali
antiepilettici.
precedentemente
ad un intervento
chirurgico che
presume l’uso di
anestesia con
barbiturici.
stato
interessante
vero o presunto
(anche se si sta
programmando di
concepire).
allattamento.
assunzione
regolare di
Valeriana
officinalis
per un ciclo di
2 settimane, in
presenza di
qualsiasi
sintomo che
permane e/o si
acutizza.
Valeriana
officinalis
non deve essere
assimilata nelle
2 ore precedenti
attività che
richiedono
concentrazione
(prima di
disporsi alla
conduzione di
mezzi di
trasporto e
antecedentemente
all’uso di
qualsiasi
apparecchiatura
o dispositivo
tecnico, ecc.).