L'apparato
digerente è una delle meraviglie del corpo umano,
è qualcosa di molto robusto e resistente, interamente automatico e
complesso.
Se non fosse
per le straordinarie trasformazioni chimiche che l'apparato digerente è
capace di compiere, morremmo di fame.
L'apparato
digerente converte le proteine della carne animale in proteine umane;
trasforma in grassi e gli zuccheri vegetali nei grassi e negli zuccheri
completamente diversi che sono essenziali alla vita; compie in pochi minuti
lavori che in laboratorio richiederebbero ore di tempo o che sarebbe molto
difficile compiere.
Nella
maggior parte dei casi ci serve per tutta la vita ed è ancora in efficienza
al momento della morte.
Lo
scienziato Lazzaro Spallanzani (1729-1799) fu uno dei primi a indagare sui
misteri dell'apparato digerente, costruendo una minuscola gabbia di legno,
ponendovi dei pezzetti di carne, inghiottendola legata ad una cordicella ed
estraendo di tanto in tanto la gabbietta dal proprio stomaco.
Per avviarsi
a un'effettiva comprensione dei fenomeni digestivi si è dovuto però
attendere la scoperta degli isotopi radioattivi, una chimica dei
grassi e delle proteine
più progredita, una migliore conoscenza degli enzimi.
Si sono
dovuti inoltre inventare complicati dispositivi : palloncini da inghiottire
e far gonfiare nel corpo per misurare le contrazioni di vari organi;
delicati apparecchi elettrici per registrare le contrazioni ritmiche dei
muscoli; sottili capsule da inghiottire con i cibi per calcolare il tempo
impiegato dai cibi stessi per percorrere i vari tratti dell'apparato
digerente.
La
digestione comincia dalla bocca grazie all'azione della ptialina, un enzima
secreto dalla saliva : uno dei moltissimi che l'organismo produce e che
promuovono e regolano tutte le sue reazioni chimiche.
L'amido
contenuto nelle patate ad es., nel pane, nella pasta, nel riso non può
essere utilizzato tale e quale dall'organismo : deve essere trasformato in
zucchero.
Compito
della ptialina è cominciare tale trasformazione : masticate per un minuto un
pezzo di pane, sentirete che comincia a diventare dolciastro, è l'effetto
della ptialina che converte l'amido in zucchero.
Incisivi
e canini
mordono e strappano, poi i molari triturano i bocconi.
La pressione
dei denti arriva anche a 676 Kg per centimetro quadrato.
I denti
sminuzzano il cibo fino a consentirne il passaggio in gola e aumentano la
superficie che potrà essere attaccata dai succhi gastrici.
La saliva è
prodotta da sei grandi ghiandole e diverse centinaia di ghiandole più
piccole presenti nella cavità orale; si mescola al cibo e lo lubrifica per
facilitare il passaggio nell'esofago.
Poi il cibo
viene ingerito e il processo si accelera.
La lingua
spinge il boccone in gola.
Il palato
molle si alza per chiudere le fosse nasali.
L'epiglottide
si abbassa per chiudere i condotti che portano l'aria ai polmoni.
Superati questi ostacoli il cibo
scende nell'esofago, un tubo di circa 25 centimetri lungo il quale
viene avviato nello stomaco
da onde di contrazioni muscolari, simili ai movimenti dei vermi,
chiamate perilstasi.
La forza di
gravità ha scarsa influenza in questa operazione : gli animali che pascolano
inghiottono ad esempio spingendo il cibo verso l'alto e anche l'uomo riesce
benissimo ad inghiottire stando a testa in giù.
Lo stomaco
ha una capacità compresa fra un litro e un litro e mezzo ed i suoi compiti
sono molteplici.
Uno di essi
è quello di
rimescolare e liquefare gli alimenti, preparandoli all'azione dell'intestino
tenue : perciò lo stomaco è percorso ogni minuto da tre onde di
contrazioni muscolari.
Lo stomaco è
inoltre un organo secretore, grazie ad una quantità incredibile di
ghiandole : circa 35 milioni.
Esse
producono il succo gastrico, composto da sostanze acide ed enzimi,
tra cui la rennina che fa coagulare il latte e lo rende più
digeribile, la pepsina e l'acido cloridrico che iniziano la
digestione delle proteine.
L'acqua e
gli altri liquidi passano attraverso lo stomaco quasi appena inghiottiti.
Un semolino
impiega 2 o 3 ore ad attraversare lo stomaco, mentre un pasto pesante può
rimanervi anche sei ore.
L'attività
dello stomaco raggiunge il massimo un paio d'ore dopo che abbiamo mangiato.
Lo stomaco
sopporta con pazienza ogni sorta di maltrattamenti : pasti grevi, bevande e
cibi irritanti o grossolani.
Se però il
fardello si fa troppo pesante, la valvola tra l'esofago e lo stomaco si
serra e il cibo si accumula nell'esofago stesso, facendoci sentire "pieni".
Quando lo
stomaco ha compiuto la sua parte nel processo digestivo, comincia a far
passare il cibo attraverso il
piloro (in greco "custode della porta") che è la valvola posta tra lo
stomaco e il duodeno; quest'ultimo costituisce il primo tratto
dell'intestino tenue ed è lungo una trentina di centimetri.
Per evitare
di autodistruggersi, lo stomaco è dotato di alcune ghiandole che rivestono
la superficie interna dell'organo con un muco protettivo e lo difendono
anche dall'azione aggressiva degli enzimi che digeriscono le proteine e i
grassi del chimo (mix di cibo parzialmente digerito e secrezioni digestive).
Un muscolo
circolare chiude la parte terminale dello stomaco, in modo da consentire il
passaggio di piccole quantità di cibo attraverso l'intestino tenue.
L'intestino tenue è un'altra delle meraviglie del corpo umano.
E'
assolutamente essenziale alla vita, tuttavia si possono asportare
chirurgicamente fino a quattro metri e mezzo della sua lunghezza
complessiva, che varia dai sei ai nove metri.
Nell'intestino tenue si compie la fase fondamentale del processo digestivo e
cioè la scissione dei cibi nei loro componenti più semplici e il passaggio
di tali componenti nel sangue, per i lavori di costruzione e conservazione
dell'organismo.
L'intestino tenue agisce sia per via meccanica sia per via chimica.
Esso ha un
sistema muscolare così complesso che uno dei maggiori problemi della
chirurgia addominale è quello di immobilizzare quest'organo durante gli
interventi.
I suoi
anelli muscolari si contraggono infatti fino a chiudersi, per ridurre il
cibo in piccoli frammenti, mescolarlo ed impastarlo.
Altri
movimenti peristaltici lo fanno poi avanzare verso i tratti più bassi
dell'intestino.
Se la parete
intestinale interna fosse liscia, avrebbe una superficie di appena poco più
di mezzo metro quadrato, inadeguata per assorbire alimenti sufficienti ai
bisogni dell'organismo.
Invece è
scabra, con numerose pieghe, e contiene approssimativamente cinque milioni
di minuscole protuberanze a forma di peli, i villi intestinali.
Grazie a
tali pieghe e irregolarità, l'interno dell'intestino ha una superficie
assorbente di circa dieci metri quadrati.
Il cibo in
un pasto impiega da tre a quattro ore per percorrere l'intestino tenue,
cosicché il massimo dell'attività digestiva si raggiunge solo otto o nove
ore dopo che si è mangiato.
L'intestino tenue sta finendo di digerire la nostra prima colazione quando
ci manca poco per andare a cena.
I muscoli
delle pareti intestinali si contraggono tratto dopo tratto, facendo avanzare
e rimescolando il chimo misto agli enzimi.
Quasi tutte
le sostanze nutritive (zuccheri, proteine e grassi) hanno raggiunto
dimensioni sufficientemente piccole da attraversare la sottile membrana
delle cellule della mucosa ed arrivare così nel sistema circolatorio.
Ogni organo
dell'apparato digerente deve provvedere a creare le condizioni necessarie
per il miglior funzionamento dei suoi enzimi, cioè delle secrezioni
che scompongono i grassi, le proteine e i carboidrati nei loro costituenti
più semplici.
Gli enzimi
dello stomaco hanno bisogno di un ambiente acido.
Gli enzimi
dell'intestino lo preferiscono alcalino.
Quando il
cibo scende nel duodeno attraverso il piloro, deve essere reso alcalino
quasi immediatamente.
La bile
(liquido amaro giallo-oro essenziale alla digestione dei grassi), prodotta
dal
fegato e immessa
giornalmente nel duodeno in quantità variante da mezzo litro a un litro,
contribuisce a tale compito.
La stessa
funzione ha la
secrezione pancreatica, immessa nell'intestino in quantità quasi uguale.
Inoltre lo
stesso intestino secerne liquidi alcalini.
Nell'intestino si produce anche parecchio sapone, perché vi si
combinano le sostanze alcaline con gli acidi grassi.
L'azione
schiumogena di questo sapone rende spumoso il cibo, sicché questo presenta
la massima superficie al processo digestivo.
Tutti gli
alimenti vengono dunque trasformati nelle sostanze essenziali alla vita :
glucosio, amminoacidi, acidi grassi e glicerina.
Gli acidi e
la glicerina sono assorbiti dai villi e immessi nel sistema dei vasi
linfatici.
Il glucosio
e gli amminoacidi, che filtrano attraverso la parete intestinale, sono
raccolti nel circolo sanguigno e portati al fegato.
Gli
amminoacidi immessi nel sangue sono captati dalle cellule dell'organismo
secondo il loro bisogno.
Una
combinazione di amminoacidi sarà necessaria per la fabbricazione delle
cellule dei capelli e dei peli, un'altra per la pelle, un'altra per i reni,
etc.
Ogni cellula
sa quello che le occorre : ciascuna sceglie, con infallibile discernimento,
la precisa combinazione di amminoacidi che le occorre per la sua esistenza.
Quando l'intestino tenue ha compiuto il suo lavoro, i residui liquidi
passano nell'intestino crasso (detto anche colon), lungo circa un
metro e settanta.
L'intestino crasso è il regno dei microbi.
E' lungo 1,4
metri e largo circa 7 cm.
Compito
principale dell'intestino crasso è di estrarre l'acqua e di rassodare i
rifiuti.
L'intestino
crasso è un organo piuttosto pigro, che impiega da dieci a venti ore per
compiere la sua funzione.
Ha
un'enorme popolazione batterica : questi batteri fabbricano alcune
vitamine, gli acidi grassi e decompongono le proteine che possono essere
sfuggite ai precedenti processi digestivi.
Questi
batteri traggono nutrimento dal flusso di cibo digerito.
Questi
minuscoli organismi unicellulari ci aiutano a sopravvivere : digeriscono le
fibre alimentari della pizza e producono sostanze preziose per l'uomo, che
entrano in circolo nel corpo attraverso la parete intestinale.
I batteri
producono inoltre diverse sostanze che scaricano nell'intestino tra cui
l'idrogeno e il metano che l'uomo espelle con la flatulenza.
Gli ultimi
rifiuti, che sono poi espulsi dall'organismo, non contengono praticamente
alcun residuo alimentare utile : il corpo umano è una macchina di tale
efficienza, da utilizzare quasi interamente ciò che viene ingerito.
I rifiuti (feci)
consistono soprattutto in batteri morti, cellule scartate dall'intestino,
muco e piccole quantità di cellulosa non digeribile.
LA CISTIFELLEA
Uno dei
punti più soggetti a guasti è la cistifellea, quel lucido sacchetto
bluastro a forma di pera, situato nella parte superiore destra della cavità
addominale.
La
cistifellea o vescichetta biliare, è attaccata alla faccia inferiore
del
fegato, a cui è
collegata da una serie di dotti; uno di questi la collega anche al duodeno.
Il suo
compito principale consiste nell'immagazzinare la bile che è costantemente
secreto a gocce dal fegato.
All'ora dei
pasti, un ormone liberato dall'intestino tenue porta un messaggio alla
cistifellea.
Le pareti
muscolari di questa si contraggono, si apre una valvola del duodeno e la
bile è immessa nella corrente alimentare in corso di digestione.
Con l'aiuto
degli enzimi del
pancreas, la
bile disintegra i grassi.
Alcune
disfunzioni della cistifellea sono causate da turbe ormoniche; nella
gravidanza ad esempio può accadere che la cistifellea non si svuoti
normalmente e causi disturbi digestivi.
L'infiammazione dell'organo è più grave.
La bile
troppo concentrata diventa irritante e le pareti della cistifellea e dei
dotti si infiammano, aprendo così la via all'invasione batterica.
L'infiammazione che ha origine nella cistifellea può diffondersi ad altri
organi.
Se
l'infezione non è subito arrestata le pareti della cistifellea possono
rompersi, riversando il contenuto della cistifellea nella parete addominale;
può seguirne una
peritonite che talvolta potrebbe essere fatale.
Anche dopo
l'asportazione della cistifellea, la bile può passare direttamente dal
fegato al duodeno attraverso il dotto principale, o dotto coledoco se non vi
sono ostruzioni, senza disturbi funzionali.
La causa più
frequente di disturbi alla cistifellea sono i calcoli.
I calcoli
biliari si formano a qualsiasi età ma sono più frequenti in età avanzata e
si manifestano di più nelle donne che negli uomini.
I calcoli di
media grossezza possono ostruire i dotti e provocare sofferenze fra le
più acute che l'uomo conosca.
Dolori
lancinanti si irradiano alla spalla, al dorso e ad altre regioni del corpo.
La colica
può scomparire in pochi secondi o può durare un'ora e più.
Può dare
nausea violenta, sudorazione profusa e difficoltà di respiro.
L'ostruzione
del coledoco è rivelata spesso anche da altri sintomi : un dotto ostruito
può infatti provocare il riflusso della bile nel fegato, che non ha altri
mezzi per liberarsene.
L'eccesso di
bile è allora immesso nel circolo sanguigno e distribuito nell'organismo,
provocando la conseguente, anormale colorazione giallastra della pelle
: l'itterizia.