POMODORO
Il pomodoro
(Lycopersicon
esculentum-Solanaceae)
appartiene alla
famiglia delle Solanacee, e, secondo alcuni autori, è un frutto
e non una verdura, infatti il pomodoro contiene i semi.
E' alla base di molti piatti della
cucina mediterranea ed è nativo della zona del Centro-Sud
America e della parte meridionale del Nord America ( tra i paesi
del Messico e Perù).
Le parti verdi e i frutti verdi (eseendo
il pomodoro una solanacea come la patata), sono tossici,
icontengono infatti solanina, un glicoalcaloide
steroidale, che non viene eliminato nemmeno per mezzo dei
processi di cottura.
Durante
la maturazione la solanina tende a scomparire, sarebbe a dire
che nel pomodoro ben maturo non c’è solanina, ma nel pomodoro da
insalata ve ne sono tracce.
I pomodori gradiscono :
- un'esposizione assolata,
anche se nelle ore più calde questo può causare sofferenza
alla pianta
- terreno ben fertilizzato
- moderata ma regolare
irrigazione.
Molti coltivatori affermano che
la qualità dell'acqua influisce sulla qualità dell'ortaggio, e
la temperatura dell'acqua di irrigazione non deve mai essere
tanto diversa dalla temperatura ambiente da causare shock
termici. Per questo motivo si consiglia l'irrigazione mattutina.
I parassiti più pericolosi
per il Pomodoro sono presenti nel terreno, la
Dorifera e i nematodi della patata arrecano molti
danni alle radici del pomodoro. Si possono avere degli attacchi
da afidi che, oltre a danneggiare i tessuti della pianta,
provocano l’arricciamento della foglia e sono anche vettori di
malattie virotiche. Per prevenire e combattere questi parassiti
è opportuno irrorare le piante con dei prodotti a base di
piretro, che oltre ad un’azione disinfettante hanno anche un
tempo di carenza molto basso che permette di trattare le piante
anche pochi giorni prima del raccolto.
Anche per le malattie di tipo
crittogamico l’apparato radicale è quello più colpito. In
particolare due malattie fungine sono particolarmente diffuse:
si tratta del marciume radicale e del marciume del colletto.
Vengono colpiti anche il frutto e le foglie e si possono
verificare delle macchie sulle foglie di color ambrato
rossastro, e delle bolle circolari sui frutti di color verde
scuro. Per prevenire alcune di queste malattie è necessario fare
particolare attenzione alle quantità di concime e di acqua che
andiamo a somministrare alle nostre piante. L’equilibrio idrico
e di particolare importanza,:é per questo motivo che è
sconsigliato lasciare seccare il terreno in modo eccessivo e
successivamente inzupparlo per cercare di rimediare.
La raccolta è fatta a mano.
Molte qualità di pomodoro, quando giungono a maturazione,
modificano la base del picciolo per facilitare il distacco della
bacca, che risulta quindi molto facile.
Secondo alcuni
studiosi, il nome inglese “tomato” deriva
dall’azteco “xitomate” o “zitomate”, mentre
secondo altri da “tomati”, nome con cui alcune
popolazioni indigene del Messico, chiamavano i
frutti della pianta di pomodoro di cui si
nutrivano.
Il termine italiano “pomodoro”, invece, è
riconducibile al colore giallo dei primi frutti
apparsi in Europa, alla fine del ’500, soppianti
poco dopo da varietà a frutto rosso, anch’essi
presenti nell’America Meridionale; dal Messico,
dove era coltivato in mezzo al mais, il pomodoro
giunse in Spagna. Attraverso il possedimento
spagnolo di Napoli, nel sec. XVI, il pomodoro,
inizialmente considerato una pianta medicinale
entrò nella cucina italiana, attribuendogli il
nome di “mela d’oro” o “pomo d’oro” e attraverso
Genova e Nizza lo trasmisero ai provenzali,
utilizzato prevalentemente per abbellire i
balconi.
Esistono pomodori
lunghi (San Marzano), rotondi e molto
grossi (beefteak), a forma di ciliegia,
riuniti in grappoli (reisetomaten), e persino
cavi all'interno (tomate à farcir).
Le varietà che
vengono consigliate per l’uso fresco sono le
seguenti:
Ace F1 |
Tondo |
Semina febb/apr |
Raccolta
giug/sett |
Rampicante |
Ausonio
F1 |
Tondo |
Semina febb/apr |
Raccolta
giug/sett |
Rampicante |
Monte Carlo
F1 |
Tondo |
Semina febb/apr |
Raccolta
giug/sett |
Rampicante |
S. Marzano
2 |
Peretta |
Semina febb/apr |
Raccolta
giug/sett |
Rampicante |
Roma VF |
Peretta |
Semina febb/apr |
Raccolta
giug/sett |
P. Bassa |
Cuor di Bue |
Cost. |
Semina febb/apr |
Raccolta
giug/sett |
Rampicante |
Ben Hur F1 |
Cost. |
Semina febb/apr
|
Raccolta
giug/sett |
Rampicante |
Principe
Borghese |
Ciliegia |
Semina febb/apr |
Raccolta
giug/sett |
Pianta Bassa |
La sigla F1
indica che le varietà sono Ibride.
La culla dell'industria del
pomodoro sarebbe stata Parma, nelle cui campagne dopo la metà dell’Ottocento
i contadini producevano pani di polpa essiccata, tra nuvole di mosche, al
sole, e non per nulla chiamati “pani neri”.
La svolta poi sarebbe arrivata dal
professor Rognoni, che avrebbe sperimentato la coltura, nei propri
poderi, dal 1865, e sarebbe stato protagonista della diffusione, prima del 1895,
dei primi processi razionali, presto adottati da numerosi laboratori
artigianali.
Nel 1875 il torinese Cirio ha
creato, intanto, a Napoli, la prima industria conserviera meridionale. I
laboratori che dichiarano la propria attività, a Parma, alla Camera di
Commercio, sono 4 nel 1893, 5 nel 1894, 11 nel 1896. Quindi l’industria parmense
acquisisce un autentico primato europeo dopo l’importazione dalla Francia, nel
1905, delle apparecchiature per la condensazione del “concentrato”
sottovuoto. Le imprese parmensi sono, l’anno medesimo, 16, tutte dotate di
apparecchiature moderne, quando da Parma l’industria inizia a dilatarsi alla
finitima Piacenza. Insieme le due province conseguiranno l’indiscusso primato
mondiale del “concentrato”. La grande industria di Cirio nel Mezzogiorno invece
si specializzerà piuttosto nei “pelati”, ottenuti dal tipico pomodoro
campano, il San Marzano.
I principali prodotti ottenuti dalla trasformazione del pomodoro sono:
Nell’ambito dei concentrati distinguiamo:
-
semi-concentrato:con un residuo secco superiore
al 12%
-
concentrato di pomodoro: con un residuo secco
superiore al 18%
-
doppio concentrato di pomodoro con un r.s.
superiore al 28%
-
triplo concentrato con un r.s. superiore al 36%
-
sestuplo concentrato con un r.s. superiore al
55%
I
triturati di pomodoro sono ottenuti mediante triturazione dei
frutti precedentemente pelati o passati grossolanamente, con parziale
eliminazione di semi.
Il
passato di pomodoro è un prodotto destinato alla preparazione
diretta di condimenti, ottenuto dal succo di pomodoro non sottoposto a
raffinazione spinta e parzialmente concentrato con un residuo superiore a 5,5%.
Il
succo di pomodoro invece, è il liquido polposo, separato da bucce
e semi, ottenuto per triturazione e setacciamento dei frutti freschi di
pomodoro, è utilizzato direttamente come bevanda o in miscele tipo cocktails.
La
polvere di pomodoro si ottiene per disidratazione del concentrato
fino ad un contenuto di umidità di 2-3% ed è utilizzato soprattutto per la
preparazione di miscele disidratate come brodi, succhi, salse, alimenti per
l’infanzia e minestre.
I
fiocchi di pomodoro, sono ottenuti direttamente dal pomodoro
fresco, privato dei semi, portato ad un residuo secco non inferiore a 96%.
Il pomodoro è diffuso come coltura
ortiva in tutta Italia, ma in pieno campo è coltivato soprattutto in Puglia,
Campania, Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia. A seconda della destinazione del
prodotto si ha infatti la coltura per consumo fresco o da mensa e quella da
industria per la produzione di pelati, concentrati e succhi.
I
fiori sono a grappolo e il frutto maturo è una bacca di diversa forma e
grandezza: globosa, tonda, allungata o appiattita. L’epicarpo o buccia, è
la parte più esterna costituita da una pellicola, generalmente gialla, che
riveste il mesocarpo o polpa, costituito da cellulosa, emicellulosa e
pectine, ed il cui contenuto succoso comprende sostanze coloranti e principi
sapidi e aromatici; infine l’endocarpo, suddiviso in due o più loculi,
contiene il tessuto placentare nel quale sono immersi i semi.
La
composizione del pomodoro è condizionata da numerosi fattori: varietà,
condizioni ambientali, grado ed epoca di maturazione, ecc. A maturazione
completa, il pomodoro si presenta di colore rosso vivo, con una parte
commestibile superiore al 96%, giacché solo la buccia e i semi, oltre alla parte
fibroso-legnosa, non sono assimilabili. Mediamente 100 g di pomodoro fresco sono
costituiti dal 93% di acqua, il 2,9% di carboidrati, 0,2% di grassi, 1% di
proteine e 1,8% di fibre con un valore energetico di circa 100 kJ (20 kcal).
Composizione media
di succo di pomodoro
Acqua
Zuccheri
Glucosio
Fruttosio
Acidi (espressi come acido citrico
monoidrato)
Acido
Malico
Acido
Citrico
Sostanze Insolubili (cellulosa,
emicellulosa, pectina, lignina)
Sostanze Proteiche
Amminoacidi Liberi
Acido
Glutammico
Acido
Aspartico
Gamma-Amminobutirrico
Asparagina
Serina
Alanina
Lisina
|
(%)
93,0 –
96,0
2,0 –
3,5
1,1
1,2
0,25
–0,50
0,02 –
0,07
0,26 –
0,50
0,7 –
1,0
0,7 –
1,0
(mg %g)
145
108
50
40
10
10
8
|
Ceneri
Cloruro Sodico
Elementi Minerali
Potassio
Cloro
Magnesio
Fosforo
Calcio
Sodio
Vitamine
Vitamina
C
Vitamina
K
Nicotinamide
Carotene
(Provitamina A)
|
(%)
0,3 –
0,6
0,05 –
0,15
(mg %g)
264 –
314
24 – 69
19 – 20
17 – 28
10 – 21
3 – 10
20,0 –
28,8
0,40 –
0,80
0,30 –
0,85
0,15 |
|
Il
succo di pomodoro, invece, è ottenuto mediante spremitura del frutto e
successiva raffinazione con l’eliminazione di bucce e semi. Le sostanze in esso
disciolte o sospese costituiscono il residuo secco (r.s.) che risulta
normalmente di 4-7%.
Gli
zuccheri sono rappresentati prevalentemente da glucosio e fruttosio che
costituiscono il 40-60% del residuo secco.
Gli
acidi maggiormente presenti sono: quello citrico, che da solo rappresenta il 90%
degli acidi totali, e malico. Il grado di acidità del succo, espresso come pH, è
riferito all’acido citrico: nei casi in cui il pH del pomodoro non supera il
valore di 4,3 sono sufficienti trattamenti termici sterilizzanti inferiori a
100°C, negli altri casi si può ovviare con l’aggiunta, durante la lavorazione,
di acido citrico, in misura sufficiente ad aggiustare il pH del pomodoro, senza
che si renda necessario il ricorso a sostanze conservanti, la conservazione dei
derivati del pomodoro, infatti, avviene solo mediante trattamenti termici.
Le
sostanze insolubili sono rappresentate principalmente da polisaccaridi, ossia
zuccheri complessi, quali: pectine, cellulosa, emicellulosa e lignina.
Particolarmente importante sono le pectine che, combinate con altri
polisaccaridi, danno origine alle protopectine, responsabili della compattezza e
consistenza del frutto che si riflette sulla viscosità e la consistenza dei
derivati industriali.
Gli
amminoacidi del pomodoro comprendono tutti quelli ritenuti indispensabili per
l’alimentazione: l’acido glutammico,
l’acido aspartico, la
treonina
e l’asparagina.
Tra
i pigmenti predominano i carotenoidi, in particolare il
licopene (rosso), 87%, e il
β-carotene (giallo), 7%. Il licopene possiede una spiccata azione
antiossidante e da studi condotti in laboratorio, si è visto che rallenta la
proliferazione di cellule tumorali in vitro e in animali da laboratorio.
Indagini epidemiologiche, hanno confermato la diminuzione della mortalità per
tumori alla prostata, in uomini in età senile e presenile che per decenni sono
stati forti consumatori di pomodori e derivati. Quanto a contenuto di licopene,
bisogna riconoscere al pomodoro il primato, essendo l’unico alimento,
soprattutto quando è maturo, a contenerne elevate percentuali (tracce sono
presenti nel melone e in alcuni crostacei): 11mg/100 g nella polpa e 54 mg/100 g
nella buccia che però è meno biodisponibile nel prodotto crudo o poco cotto,
infatti la cottura, indebolendo le fibre di cellulosa, rende il licopene più
facilmente utilizzabile dall’organismo, seppure degrada gran parte della
vitamina C che comunque ha un peso minore nella composizione nutrizionale del
pomodoro. Il contenuto di licopene può aumentare, dopo la raccolta, con la
maturazione del pomodoro, tuttavia quelli troppo maturi, a causa di processi
ossidativi, possono presentare la comparsa di epossidi indesiderabili.
Le
vitamine, pur non avendo un elevato contenuto, sono molto importanti, pur
occupando solo il 13° posto come fonte di
Vitamina C
e il 16° posto per la Vitamina A, il pomodoro, dato il suo larghissimo, consumo
rappresenta uno delle principali fonti di Vitamine e sali minerali nella dieta.
Studio progetto 100 anni
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