L'esordio è generalmente acuto e ciò è abbastanza in contrasto con l'ipotesi di una patogenesi autoimmune "pura".
La cute delle chiazze si presenta pallida o rosata, a volte può apparire leggermente depressa, edematosa, eritematosa.
Talvolta si presentano anche alterazioni delle unghie (fragili, deformate, macchiate, ispessite).
Alla periferia delle chiazze vi sono capelli a "punto esclamativo" (piccoli capelli corti e spezzati).
A volte interessa solo le ciglia, sopracciglia, pube.
Può evolvere verso una forma che interessa tutto il cuoio capelluto detta alopecia totale o interessante tutto l'ambito cutaneo, detta alopecia universale.
E' un effluvio in anagen, cioè una caduta di notevoli quantità di capelli in fase anagen. Il pelo aggredito viene espulso ed il follicolo pilifero si rifugia in uno stato di "addormentamento" che può durare anche anni.
I capelli bianchi sono in genere più resistenti a questo tipo di alopecia, e se si presenta in individui con i capelli brizzolati, spesso quelli bianchi rimangono inalterati.
Talvolta l'alopecia areata può esordire con un quadro simile ad un telogen effluvium.
La diagnosi a volte presenta problemi differenziali con altre patologie come led, lichen, pseudoarea di Broch, alopecia cicatriziale, alopecie metastatiche.
Può anche esordire nei primi anni di vita, con un decorso molto lungo, con diverse ricadute e può evolvere verso le forme più gravi.
Spesso le recidive sono più gravi della manifestazione iniziale.
La causa è probabilmente autoimmune (i pazienti hanno spesso autoanticorpi circolanti) e si associa spesso a sindromi malformative. Esiste una predisposizione genetica familiare.
E' stato confermato il coinvolgimento del sistema immunitario, infatti anticorpi diretti contro antigeni del follicolo pilifero sono stati trovati solo nei pazienti affetti.
Nelle chiazze alopeciche vi è abbondante Interleuchina 1-beta (molecola secreta da un leucocita che trasmette un segnale ad un altro leucocita.). I linfociti-T (Cellule che originano nel midollo osseo e passano attraverso il timo dove vanno incontro ad un processo di maturazione e si trasformano in cellule antigene-reattiva, sostanze che attivano i linfociti T e/o i linfociti B ed sono in grado di combinarsi specificamente con le sostanze che essi producono), produrrebbero interferon gamma, il quale inibirebbe i fattori di crescita del pelo.
Questi pazienti presentano dapprima una fase di apoptosi (le cellule si "autodigeriscono" e si frammentano ad opera dei propri sistemi enzimatici) delle cellule follicolari più superficiali, poi la fase di ricrescita.
Le malattie e patologie più frequentemente associate sono : alterazioni del cristallino, anemia emolitica autoimmune, anomalie gonadiche, ansia, depressione, diabete mellito di primo tipo, disturbi della sfera affettiva, gastrite cronica atrofica, insonnia, morbo di Haddison, sindrome di Down, sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada, tiroide di Hashimoto, vitiligine.
I primi capelli che ricrescono solitamente sono bianchi e sottili, talvolta qualche ciocca bianca può persistere per anni dopo la guarigione o rimanere permanentemente.
Se la malattia coinvolge meno della metà del cuoio capelluto, spesso si ha la ricrescita dei capelli entro un anno, quindi non è il caso di instaurare terapie impegnative.
Alcuni pazienti rispondono bene anche al trattamento con dibutil estere dell'acido squarico (SADBE), antralina topica, ciclosporina (completamente inefficace per via topica), corticosteroidi locali e per via mesoterapica (triamicinolone,etc.), difenciprone, difeniliclopropenone (DFC), dinitroclorobenzene (allergeni da contatto non presenti nell ' ambiente e non mutageni), rubefacenti (spesso tretinoina topica in lozione, acido glicolico e catrami) e alla Camptotecina, un alcaloide vegetale ad azione antineoplastica. I corticosteroidi spesso si usano con una soluzione di triamicinolone 1 mg/ml, con lidocaina 1% e acqua distillata.
Il meccanismo d'azione dell'acido squarico sembra essere legato ad una competizione antigenica, ad un aumento locale di linfociti T suppressor e quindi a conseguente inibizione della risposta immune contro antigeni associati al follicolo.
Le terapie sensibilizzanti ed immunostimolanti spesso sono efficaci nelle forme di lunga durata; vengono utilizzate sostanze capaci di indurre una dermatite allergica da contatto. Si crede che un nuovo antigene artificialmente fornito può competere con l ' antigene ancora sconosciuto che causa la malattia, sviando la risposta immunitaria e la produzione di linfociti T suppressor che contrastano la risposta immunitaria follicolare.
La sensibilizzazione viene indotta applicando la sostanza dapprima un cerotto da patch test per 48 ore e dopo 3 settimane si comincia ad applicarla a scopo terapeutico ad una concentrazione sufficiente a determinare una lieve dermatite da contatto.
L'acido squarico solitamente si usa all'1% nella zona del deltoide, dopo circa due settimane si applica allo 0.0025 - 0.003 % sul cuoio capelluto, il quale reagirà formando un eritema nel giro di 2 -3 giorni. Il trattamento va poi ripetuto ogni settimana, aumentando la concentrazione ogni mese e mezzo.
Gli effetti collaterali, specie se il paziente è già sensibile all'acido squarico possono essere dermatite irritativa molto intensa con interessamento dei linfonodi ascellari del braccio ove è operata la sensibilizzazione, reazioni infiammatorie del cuoio capelluto, con formazione di bolle, desquamazione e prurito, a volte interessamento delle stazioni linfoghiandolari del capo e del collo. Sarebbe opportuno trattare le dermatiti più gravi con cortisonici e se necessario con bendaggio occlusivo, reazioni più gravi a livello sistemico possono richiedere cortisonici sistemici.
E' comune osservare la risoluzione di forme anche gravi durante le vacanze estive, a causa del sole (PUVA terapia).
Qualunque sia la terapia per una alopecia areata importante, essa deve essere protratta per almeno un anno prima di poterne valutare l'efficacia.
E' di primaria importanza, comunque, stabilire la causa.
E' sempre opportuno effettuare una corretta diagnosi con alcuni esami ematochimici come la tipizzazione delle popolazioni linfocitarie, la presenza di autoanticorpi organo specifici antitiroidei (Tg e TPO) e anti cellule parietali gastriche.
Usati anche, quando giudicati utili dal medico, ipnotici, antidepressivi, antiallucinatori.
Nuove speranze contro l'alopecia areata arrivano dalla Columbia University Medical Center di New York : un farmaco antitumorale ha permesso la completa ricrescita dei capelli, in 4-5 mesi di trattamento in tre persone affette da alopecia areata, comune forma di calvizie su base autoimmune.
Gli stessi scienziati che hanno condotto l'esperimento, reso poi noto su Nature Medicine, hanno definito questi risultati sensazionali.
Si tratta del farmaco ruxolitinib, già approvato dalla Food and Drug Administration come cura contro il mielofibroma, un tipo di tumore del sangue.
In ricerche precedenti è stato sperimentato su topi che mostravano una perdita estesa di pelo causata da una malattia autoimmune molto simile all'alopecia areata dell'uomo, dimostrando efficace nell'indurre una ricrescita della pelliccia.
Nelle forme autoimmuni di calvizie, sebbene il meccanismo non sia ancora del tutto chiaro, le difese immunitarie sembrano attaccare i follicoli piliferi, danneggiandoli e di conseguenza innescando la caduta del capello.
Il farmaco anti-cancro interferisce con questo meccanismo, ripristinando addirittura l'attività follicolare in modo duraturo.
I ricercatori proseguiranno gli studi, stabilendo durata del trattamento, forma di somministrazione più efficace, sicurezza, dosi e si spera presto di avere un farmaco definitivo.
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