IL COLESTEROLO
 
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Uno dei grassi è il colesterolo, un componente essenziale delle membrane cellulari, delle liproteine, ed è un precursore di molti ormoni e dei sali biliari.

Il colesterolo è una molecola importantissima : forma le membrane di tutte le cellule dell'organismo; è indispensabile per lo sviluppo embrionale; interviene nei processi di riparazione cellulare e nella produzione della vitamina D.

Il colesterolo è prodotto a partire dai grassi saturi e dai carboidrati raffinati presenti nell’alimentazione.

Con l'alimentazione possiamo introdurre una quantità marginale di colesterolo rispetto a quello che viene prodotto dal nostro organismo.

Tutte le cellule del corpo sintetizzano il colesterolo. I maggiori produttori sono il fegato e l’intestino.

La produzione interna di colesterolo è di circa uno o due grammi al giorno e ha luogo anche se non viene ingerito nessun tipo di colesterolo.

Il colesterolo dietetico (non di origine animale) insieme ad una dieta severa, riducono la quantità di colesterolo prodotto dal corpo, mentre una dieta ad alto contenuto di grassi aumenta la quantità prodotta.

I grassi saturi trasportano più colesterolo nei vasi sanguigni dei grassi insaturi.

Il problema è quanto ce n'è troppo, o meglio, quando è troppo quello "cattivo" (LDL) a scapito di quello "buono" (HDL).

Per predire se una persona è a rischio infarto o malattia coronarica esiste in realtà un indicatore migliore del colesterolo LDL, si tratta di una sottoclasse B dello stesso LDL, il quale, secondo gli scienziati dell'Università dell'Ohio (USA), è risultata la più dannosa per la funzione dell'endotelio, il tessuto protettivo che riveste i vasi sanguigni ed il cuore e può quindi contribuire allo sviluppo dell'aterosclerosi. Lo studio è stato pubblicato sull'International Journal of Nanomedicine e conclude che per una diagnosi corretta occorre analizzare la concentrazione della sottoclasse B di colesterolo LDL in relazione alle altre due (la A e la I).

Quando il livello di colesterolo nel sangue diventa anormalmente alto, i depositi grassi composti di colesterolo e calcio tendono ad accumularsi nelle arterie, incluse quelle del cuore, aumentando la possibilità di attacchi cardiaci e altre complicazioni.

I depositi di colesterolo si formano principalmente in quelle parti dei vasi sanguigni indeboliti da pressione alta o da eccessiva tensione.

Un altro punto di accumulo di depositi di colesterolo e formazione di placca (uno dei primi segni di cardiopatia negli uomini), si manifesta nelle arterie intorno al pene che si riempiono di meno nel corso di un’erezione.

Gli studi epidemiologici mostrano che l’incidenza dell’aterosclerosi è più alta in quei paesi dove l’alimentazione è più ricca di grassi saturi.

Bisogna dire però che i vegetariani, che seguono una dieta a basso tenore di grassi saturi possono avere l’aterosclerosi mentre gli Eschimesi, che consumano grandi quantità di grassi saturi sviluppano molto raramente questa malattia.

Questo ci indica che esistono altri fattori oltre alla quantità di grassi saturi, che condizionano il livello di colesterolo nel sangue.

Tra questi ricordiamo lo stress, l’ansia, il fumo, l’eccesso di cibo, la mancanza di esercizio e un eccessivo consumo di carboidrati raffinati.

Alcune persone non riescono a metabolizzare correttamente i grassi saturi.

Altri fattori possono essere la pressione alta, il diabete e la gotta.

Si ritiene che la dieta sia in grado di ridurre il tasso di colesterolo del 50-70%.

Esiste un tipo di colesterolo buono (HDL o High Density Lipoprotein) e uno colesterolo cattivo (LDL o Low Density Lipoprotein) e molti alimenti contengono l’uno o l’altro.

Il colesterolo LDL viaggia dal fegato verso i tessuti e si può depositare sulle pareti delle arterie.

Più il colesterolo Ldl è basso meglio è, i cardiologi europei hanno identificato un range, da 70 a 100 mg per decilitro, che indica i livelli di colesterolo Ldl, quello cosiddetto cattivo, ottimale.

In passato era ritenuto accettabile anche un valore di 130 nelle persone a medio rischio. Nei pazienti ad alto rischio è opportuno rimanere verso i limiti inferiori, anche meno di 70.

Il colesterolo HDL invece funziona da spazzino ed elimina il colesterolo che sta intasando il sistema circolatorio.

Il colesterolo VLDL è una lipoproteina, proprio come l'LDL, l'HDL ed i chilomicroni, ma con composizione e densità specifiche; VLDL è l'acronimo di Very Low Density Lipoprotein, ovvero "lipoproteina a densità molto bassa", caratteristica fisica derivante dalla maggior quantità di trigliceridi rispetto a quella del colesterolo (che invece prevale in % nelle LDL).

Le VLDL sono lipoproteine cariche di grassi che vengono sintetizzate dal fegato e fungono da trasportatori di lipidi verso i tessuti periferici (soprattutto muscolare e adiposo); in tal modo, le VLDL perdono densità e si trasformano dapprima in LDL (Intermediate Density Lipoproteins - intermedie) e poi in LDL, le quali continuano a circolare trasportando il colesterolo come ULTIMO elemento di cessione.

Il colesterolo VLDL fa parte del colesterolo totale e, come per l'HDL, la sua stima è indiretta; il colesterolo VLDL viene calcolato mediante l'operazione trigliceridi nel sangue/5, ma la stima sembra essere veritiera SOLO entro valori di Trigliceridi ematici inferiori a 400mg/dl.

Colesterolo TOTALE (formula di Friedewald) = HDL + LDL + VLDL

Gli alimenti che contengono grassi animali che otturano le arterie possono causare molti problemi di salute.

Gli alimenti che crescono nella terra e vivono nell’acqua contengono il colesterolo HDL e raccolgono quello LDL mentre transitano nell’organismo e lo riportano nel fegato dove viene scomposto.

Questa azione rimuove la placca dalle pareti arteriose.

Il tipo di alimenti consumati determina la quantità di colesterolo cattivo presente nel corpo e quanto una persona sia vulnerabile alle malattie associate ad un eccesso di colesterolo LDL.

Composizione delle lipoproteine HDL e LDL.

Gli alimenti che possono combattere il colesterolo LDL ossidato prima che possa otturare le arterie sono quelli che hanno proprietà antiossidanti come la famiglia dei carotenoidi, la vitamina E e C, lo zinco e il selenio.

Gli alimenti che possono abbassare il colesterolo riprendendolo da diverse parti del corpo sono avena e fagioli secchi, olio di oliva e di colza, aglio, cipolle, mandorle e noci, carote, mele e fragole, pesci (specialmente quelli grassi come il salmone o le sardine senza olio, ostriche e cozze) e cereali ricchi di fibre solubili (cercate la percentuale di fibre solubili sull’etichetta).

Gli alimenti che contengono grandi quantità di colesterolo come il fegato, le uova, il caviale e alcuni pesci, non sono necessariamente dannosi perché non contengono quella forma concentrata di grasso animale saturo che crea il colesterolo LDL.

Il fegato mette in equilibrio i livelli di colesterolo assunto con gli alimenti quindi se consumati con moderazione, questi alimenti sono buone fonti di sostanze nutritive.

Il colesterolo è vitale per il funzionamento dell’organismo e questi alimenti sono fonti eccellenti; tuttavia quantità eccessive di questo tipo favoriscono la formazione di coaguli e diminuiscono la durata della vita.

E’ stato dimostrato anche che una quantità troppo bassa di grassi nell’alimentazione, al di sotto del 10% porta via non solo il colesterolo LDL ma anche quello HDL.

In questa condizione una persona è altrettanto vulnerabile alle cardiopatie di una persona con un tasso di colesterolo troppo alto.

Altre conseguenze di un tasso di colesterolo inferiore a 160 sono emorragie cerebrali causate da vasi sanguigni indeboliti o ictus, pneumopatia ostruttiva, suicidi (i livelli troppo bassi di colesterolo sono associati alla depressione negli uomini anziani), alcolismo, tumore del fegato e del colon e altri problemi fisici.

Si raccomanda una dieta ricca di grassi monoinsaturi, come quella mediterranea.

Si consiglia di ridurre il consumo di oli ricchi di omega 6, come l’olio di mais e cartamo, che si trovano nelle margarine, nei condimenti per le insalate e in molti alimenti industriali.

Alcune particelle di questi oli si incorporano al colesterolo LDL e si ossidano favorendone l’accumulo nelle arterie.

Gli Omega-3 ovvero tra l'altro frutta secca in guscio è utile.

Secondo il British Journal of Nutrition 4 manciate di noci, mandorle o arachidi a settimana riducono del 37% il rischio di cardiopatia legata al colesterolo, perché alzano i livelli di Hdl e riducono quelli di Ldl.

Lo stesso effetto eccezionale hanno i semi di lino, l'alimento più ricco in assoluto di Omega-3.

Altri alimenti utili risultano i fitosteroli (molecole di "colesterolo vegetale", innocuo, che va a sostituirsi a quello animale, dannoso; rendono il colesterolo cattivo meno pericoloso ostacolandone il suo assorbimento; sono contenuti nei semi, nella frutta in guscio come le mandorle e negli olii); l'acido oleico che è un componente dell'olio d'oliva e riesce allo stesso tempo ad aumentare il colesterolo buono e a diminuire quello cattivo;  le fibre infatti fagioli e legumi in genere ma anche le mele contengono pectina, una fibra che avvolge il colesterolo cattivo e lo accompagna fuori dall'organismo prima che faccia danni; il picnogenolo, secondo gli esperti dell'Università dell'Arizona (USA) è tra gli integratori migliori per la salute del cuore, infatti è stato somministrato per 3 mesi ad un gruppo di volontari che soffrivano di diabete ed ha ridotto il colesterolo cattivo (LDL) del 12% e la glicemia (livello di zuccheri nel sangue) di circa il 17%; i fiocchi d'avena invece apportano betaglucano un'altra fibra capace di ridurre anche di parecchio il colesterolo cattivo : uno studio su Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases dice che 2 porzioni e mezza di cereali integrali al giorno riducono del 21% i disturbi cardiovascolari.

Le forme dannose di colesterolo sono i grassi animali saturi che sono di solito visibili (sopra le minestre o sulla pizza, la pelle e le parti gialle del pollo e il grasso bianco delle carni) e che si trovano nelle carni, nel pollame e nei derivati del latte. Il burro, il formaggio, il latte intero, la pelle del pollame e il grasso di manzo e maiale fanno parte di queste sostanze.

La riduzione di queste sostanze è il fattore determinante nell’abbassamento del tasso di colesterolo.

Ci sono altri alimenti che variano i livelli del colesterolo. Il caffè alla tedesca è da preferirsi a quello all’americana, perché esclude la sostanza responsabile dell’aumento di colesterolo.

Il caffè decaffeinato aumenta il colesterolo del 10% a causa del chicco più forte usato per questa miscela.

Le ricerche hanno mostrato che il cioccolato non aumenta il livello di colesterolo perché il grasso saturo che contiene (burro di cacao) è neutro nei test.

Le sostanze nutritive possono essere d’aiuto. La colina, la vitamina B12, la biotina, la lecitina, la metionina ed eventualmente l’inositolo sono sostanze lipotrope che devono essere presenti per prevenire l’accumulo di grasso nel fegato.

Queste vitamine sono essenziali perché il fegato possa regolare il colesterolo.

Anche le carenze di magnesio, potassio, manganese, zinco, vanadio, cromo, selenio o ancora vitamina C, E, niacina, acido folico o B6 possono influenzare il livello di colesterolo, dato che molte di queste sostanze sono necessarie per l’utilizzazione dei grassi.

Il colesterolo nel sangue deve essere mantenuto in soluzione per prevenire la formazione di depositi: il ruolo della lecitina è di aiutare la bile in questo compito.

La lecitina è presente in molti alimenti grassi, ma quando il grasso viene idrogenato la lecitina scompare.

L’assunzione di acidi grassi insaturi (specialmente acido linoleico) e di vitamina E aiuta a controllare il livello di colesterolo nel sangue e a prevenire l’aterosclerosi.

La vitamina C aiuta a prevenire la formazione e il deposito di colesterolo.

Il cromo aumenta il livello di colesterolo HDL che porta fuori dal corpo quello cattivo (LDL).

Le erbe o le sostanze naturali che possono essere d’aiuto sono le bacche di biancospino, l’idraste, il pepe di Cayenna e il kelp. Anche l’aglio, l’olio d’oliva, la crusca, lo yogurt o l’acidophilus si sono dimostrati efficaci.

Diversi studi hanno confermato che la pectina può limitare la quantità di colesterolo assorbita dal corpo, controllando in questo modo il livello di colesterolo che si accumula nel flusso sanguigno.

La pectina si trova in molti frutti e bacche, soprattutto nelle mele.

Un gruppo di ricerca canadese ha scoperto una nuova arma contro il colesterolo troppo elevato : è il succo di mirtillo.

Secondo i ricercatori può salvare le arterie, riducendo del 21% l'LDL ossidato, ovvero il colesterolo più cattivo, quello più piccolo e appiccicoso.

La dose sarebbero due boccali da 250ml al giorno.

Tutti i mammiferi sintetizzano il colesterolo di cui necessitano.

Nell'uomo la sintesi avviene verso le ore 24–2 del mattino, nella misura di 15 mg per kg di peso corporeo al giorno.

Il colesterolo viene trasportato nel sangue dalle lipoproteine VLDL e LDL, che lo trasportano dal fegato ai tessuti; le HDL lo trasportano dai tessuti al fegato.

L'abuso di colesterolo alimentare si traduce in ipercolesterolemia.

E' stato dimostrato che anche l'acqua minerale frizzante può ridurre il colesterolo.

I grassi saturi bloccano i recettori e aumentano il tasso di colesterolo nel sangue.

Lo studio Multiple Risk Factor eseguito su 361662 maschi per 6 anni ha dimostrato un netto aumento del rischio di infarto sopra 180 mg% di colesterolo. 

Cause di ipertrigliceridemia secondarie :

  1. Eccesso di alcol e di zuccheri semplici
  2. Contracettivi e estrogeni
  3. Obesità
  4. Diabete mellito
  5. Insufficienza renale cronica
  6. Morbo di Cushing, terapia cortisonica

Cause di ipercolesterolemia secondarie:

  1. Eccesso di colesterolo o grassi saturi o entrambi nella dieta
  2. Ipotiroidismo
  3. Malattie epatiche ostruttive
  4. Sindrome nefrosica
  5. Mielosa multiplo
  6. Progestinici, anabolizzanti

Le lipoproteine essendo molto ricche di grassi sono aggredite dai radicali liberi, si ossidano e diventano la prima causa di arteriosclerosi.

La regressione delle lesioni è possibile tenendo il colesterolo sotto 150 mg%.

Oggi nella terapia della cardiopatia ischemica si consiglia un tasso di LDL sotto i 100 mg.

Un valore di colesterolo totale nel sangue (colesterolemia) superiore alla norma non è di per sé preoccupante, soprattutto se non esistono altri fattori di rischio cardiovascolare (le lipoproteine LDL provocano comunque una proliferazione cellulare che può restringere il lume delle arterie).

La vecchia interpretazione considerava valori ottimali quelli inferiori a 240 mg/dl di colesterolo totale (a 200 mg/dl o addirittura a 160 mg/dl se sono presenti fattori di rischio cardiovascolare o è già in atto una coronaropatia) e inferiori a 160 mg/dl di colesterolo LDL (rispettivamente 130 mg/dl e 100 mg/dl nel caso di fattori di rischio o di coronaropatia).

La vecchia interpretazione considerava solo il colesterolo totale anche perché nella popolazione sedentaria (e spesso con cattiva alimentazione) il colesterolo buono è molto basso.

Con il diffondersi di concetti salutistici (attività fisica e alimentazione sana) ciò non è più vero e l'incremento del colesterolo buono spesso porta il totale oltre i vecchi valori di attenzione.

Oggi, per una valutazione migliore della situazione, si considera l'indice di rischio cardiovascolare, cioè il rapporto fra colesterolo totale e colesterolo buono HDL; tale indice per un soggetto sano deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4,5 per la donna.

Un soggetto con colesterolo totale a 250 e colesterolo buono a 85 ha un indice di rischio a 2,94 ed è in una condizione decisamente migliore di chi ha il colesterolo totale a 200 e quello buono a 40, dove l'indice di rischio vale 5.

Potremmo quindi dire che il valore del colesterolo totale ha scarsa rilevanza e che ciò che conta è l'indice di rischio.

Ecco un semplice elenco di cibi contenenti colesterolo (le quantità sono in mg per 100 g di alimento edibile): Ecco un esempio di cibi e quantità che possono ridurre il colesterolo cattivo e aumentare quello buono, si potrebbe per esempio scegliere tra questi alimenti e consumarli per un mese :
Succo d'arancia 3 bicchieri + HDL 21%
Pompelmo rosa mezza porzione - LDL 20%
Olio d'oliva 25g + HDL 14%
Fiocchi d'avena integrali 190g - LDL 15%
Nocciole 45g + HDL 13%
Semi di lino 38g - LDL 14%
Cioccolato fondente 75g + HDL 11%
Noci Pecan 30g - LDL 13%
Vino rosso 2 bicchieri + HDL 8%
Pistacchi 90g - LDL 12%
Noci Macadamia 45g - LDL 9%
Fagioli 95g - LDL 7%
Latte di mandorle 1 bicchiere - LDL 7%
Latte di soia 1 bicchiere - LDL 7%
Noci e mandorle 30g - LDL 7%
Arachidi 30g - LDL 6%

In Israele un pool di scienziati ha scoperto che è sufficiente mangiare un pompelmo rosa al giorno per diminuire del 20% i livelli di colesterolo LDL (cattivo) e mettere così al sicuro il proprio apparato circolatorio.

All'Università della Pennsylvania (USA) hanno scoperto che basta assumere 3 grammi e mezzo di riso rosso fermentato al giorno per riuscire ad abbassare il colesterolo cattivo del 21% nel giro di 6 mesi.

 

HDL protettivo al 100%?

Da tempo si credeva che avere valori elevati di colesterolo Hdl (quello "buono"), considerato protettivo per il sistema cardiovascolare, significasse essere a basso rischio di infarto o aterosclerosi.

Uno studio della University of Pennsylvania Perlman School of medicine, però, dimostra che non è sempre così.

Come spiegano i ricercatori, alcune terapie volte ad aumentare i livelli di colesterolo Hdl non hanno dimostrato una riduzione dell'incidenza di malattia coronarica e certi modelli animali con alti valori di colesterolo Hdl sviluppano più aterosclerosi rispetto al gruppo di controllo.

Uno dei meccanismi per cui le lipoproteine Hdl proteggono dalla malattia coronarica consiste nella loro capacità di prelevare il colesterolo dalle placche aterosclerotiche e di riportarlo al fegato che lo elimina nella bile, in un processo chiamato Rct, ovvero Trasporto inverso del colesterolo.

Il fegato per essere in grado di ricevere il colesterolo dalle Hdl, utilizza un recettore chiamato Sr-Bi, ma se ne è privo per una disfunzione genetica, il colesterolo "buono" finisce per accumularsi nel plasma senza essere eliminato nella bile!

I portatori di questa variante genetica hanno livelli di colesterolo Hdl alti e un più alto rischio di malattia coronarica rispetto ai soggetti che non l'hanno. Gli effetti protettivi dell'Hdl quindi dipenderebbero più da come funzionano queste lipoproteine che dalle quantità presenti.

Si può dire in definitiva che il colesterolo buono abbassi sì i rischi, ma solo quando la sua funzionalità e quella degli altri processi coinvolti è efficiente.

 

Dormire bene riduce il rischio

Già si sapeva che dormire poco può creare danni al sistema immunitario, al metabolismo dei carboidrati e che influenza gli ormoni che regolano l'appetito.

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Helsinki ha dimostrato che la perdita di sonno altera anche i sistemi di trasporto del colesterolo.

E ciò influenza la salute dei vasi sanguigni e quindi il rischio di malattie cardiovascolari.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno preso in esame 21 persone sottoposte ad una settimana di privazione del sonno e due studi epidemiologici : uno condotto su 518 persone e l'altro su 2221 giovani.

Si è riscontrato che i geni che partecipano alla regolazione del trasporto del colesterolo sono meno attivi nei soggetti sottoposti a privazione del sonno, rispetto a chi dorme un numero sufficiente di ore.

Le persone che dormono hanno quindi valori di colesterolo Hdl più bassi rispetto a chi dorme a sufficienza e le alterazioni nel metabolismo cominciano ad evidenziarsi già dopo una settimana.

 

L'attività fisica aerobica aumenta la frazione di colesterolo buono (ATTENZIONE: NON RIDUCE QUELLO CATTIVO E QUINDI NEMMENO QUELLO TOTALE CHE ANZI AUMENTA PERCHÉ AUMENTA QUELLO BUONO, ma si riduce l'indice di rischio cardiovascolare).

Perché l'attività fisica produca gli effetti desiderati occorre che sia aerobica (corsa, ciclismo, sci di fondo ecc.) e sia a media intensità (l'allenamento a bassa intensità è praticamente inutile).

Per dare un'idea il colesterolo HDL non si muove significativamente per attività dell'ordine delle due ore settimanali. Per ogni ora in più si può stimare un aumento medio del colesterolo HDL di 10 mg/dl.

Da rilevare che il fumo abbassa i livelli di colesterolo HDL.

I farmaci - Dovrebbero essere utilizzati solo nel caso di fallimento dei punti precedenti:

L'inibizione della sintesi avviene farmacologicamente grazie a farmaci come le statine, i prodotti attualmente più usati.

Le resine aumentano la conversione del colesterolo in acidi biliari nel fegato, legando poi gli acidi nell'intestino.

I fibrati aumentano l'ossidazione degli acidi grassi nel fegato, diminuendo i trigliceridi. Infine gli acidi nicotinici consentono di abbassare l'indice di rischio, alzando la frazione buona e abbassando quella cattiva.

In futuro potrebbe essere più usato un vaccino come cura di elezione.

 

INDICE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE SECONDO IL RAPPORTO COLESTEROLO TOTALE / COLESTEROLO HDL

  Colesterolo HDL Indice di rischio Valutazione
190 30 6,33 NO - Preoccupante
220 40 5,5 NO - Preoccupante
250 45 5,55 NO - Preoccupante
235 70 3,36 OK
195 50 3,9 OK
300 45 6,67 NO - Preoccupante
245 85 2,88 OK
210 35 6 NO - Preoccupante

L'indice di rischio è considerato accettabile quando risulta inferiore a 5 nell'uomo e a 4,5 nella donna.

 

Colesterolemia LDL e rischio cardiovascolare
mg/dL mmol/L Interpretazione
<70 <1.8 Valori ottimali per persone ad alto rischio cardiovascolare
<100 <2.6

Valori ottimali per persone a medio rischio cardiovascolare

100 - 129 2.6 - 3.3 Colesterolemia LDL ottimale per persone sane
130 - 159 3.3 - 4.1 Colesterolemia LDL vicina ai valori limite che delineano l'eccesso
160 - 189 4.1 - 4.9 Colesterolemia LDL elevata
>190 >4.9 Colesterolemia LDL molto elevata

 

Colesterolemia HDL e rischio cardiovascolare
mg/dL mmol/L Interpretazione

<40 se uomo

<50 se donna

<1.03 Bassa colesterolemia HDL, aumentato rischio cardiovascolare
40-59 1.03-1.55 Colesterolemia HDL nella norma
>60 >1.55 Elevata colesterolemia HDL, condizione ottimale che protegge dal rischio cardiovascolare

 

Trigliceridemia e rischio cardiovascolare
mg/dL mmol/L Interpretazione

< 150

<1.7

Valori desiderabili

150-199 1.7-2.2 Trigliceridemia vicina ai valori limite che delineano l'eccesso
200-499 2.3-5.6 Trigliceridemia elevata
>500 >5.6 Trigliceridemia molto elevata

Il colesterolo totale non può considerarsi un indice attendibile. Molti lo usano perché danno per scontato che tutti abbiano il colesterolo buono basso !

Purtroppo troppe persone assumono farmaci anticolesterolo per la pigrizia di non fare sport o perché non vogliono mettersi a dieta.

Il fatto è che nel 90% dei casi il colesterolo alto è la spia di uno stile di vita sbagliato e uno stile di vita sbagliato ha anche altre conseguenze oltre al colesterolo.

Risolvere una colesterolemia alta con i farmaci lascia aperti tutti gli altri problemi che sono pronti a scoppiare nei prossimi anni.

 

Questo è l'indice colesterolo-grassi saturi (CSI):

ALIMENTI CSI
PESCE BIANCO 4
POLLO SENZA PELLE 6
LATTE INTERO 7
MAIONESE 10
MARGARINA VEGETALE 10
GELATO 13
CARNE (MANZO, AGNELLO, MAIALE ) 13
FORMAGGIO (DAL 32 AL 38 % DI GRASSO) 26
UOVA INTERE 2 29
OLIO DI COCCO, DI PALMA, BURRO CACAO 47

I grassi saturi e idrogenati, aumentano il rischio di malattie degenerative, come arteriosclerosi, cancro e diabete.

Per acidi idrogenati si intendono degli acidi grassi insaturi fatti diventare saturi mediante un processo chiamato idrogenazione.

Le membrane cellulari possono incorporare grassi saturi o insaturi; i fosfolipidi di membrana, ricchi di grassi saturi sono meno fluidi di quelli che incorporano acidi grassi insaturi.

Questa mancanza di fluidità danneggia le funzioni cellulari,e aumenta la suscettibilità alla lesione e alla morte cellulare. 

Le lipoproteine sono particelle sferiche il cui centro è costituito da grassi ( colesterolo, esteri di colesterolo, trigliceridi ), avvolto da un rivestimento fatto da proteine e fosfolipidi, solubile in acqua, in modo tale che i grassi possano circolare nel sangue.

Esistono quattro tipi di lipoproteine: chilomicroni, VLDL, LDL, HDL.

Tutte e quattro trasportano trigliceridi e colesterolo in proporzioni diverse, i chilomicroni e le VLDL trasportano più trigliceridi, le LDL e le HDL trasportano più colesterolo.

Le LDL sono il maggior trasportatore di colesterolo, hanno una emivita di 2 o 3 giorni, e trasportano il colesterolo dal fegato ai tessuti; se le ldl si ossidano non sono più riconosciute dai recettori e sono inglobate dai macrofagi.

Le HDL sono sintetizzate nel fegato e nell' intestino, hanno una emivita di 5 o 6 giorni.

Il livello di HDL è inversamente legato al rischio di malattia coronarica.

Le HDL avrebbero una azione antiossidante, trasportano il colesterolo dalla periferia al fegato, proteggono l'endotelio.

Gli animali con alto tasso di HDL ( topi e cani ) sono molto resistenti all'aterosclerosi.

Tutte le lipoproteine hanno una diversa apoproteina con cui si collegano ai recettori, quando l'apoproteina si ossida, il recettore non la riconosce più e da qui inizia l'aterogenesi.

Vi è una riscoperta di questi nutrienti nell'alimentazione degli sportivi.

I grassi e gli oli alimentari sono formati da tre molecole di acidi grassi legati ad una molecola di glicerina (la glicerina può essere chiamata anche glicerolo).

Mentre la glicerina non cambia, cioè è uguale in tutti i grassi, gli acidi grassi variano notevolmente e danno le caratteristiche tipiche di ogni grasso.

Gli acidi grassi variano in peso molecolare e nei doppi legami (C=C) che possono contenere.

Si dividono sostanzialmente in: saturi senza doppi legami, monoinsaturi con un doppio legame e polinsaturi con più doppi legami.

Gli acidi grassi contenuti negli oli e in tutti gli alimenti sono comunque legati alla glicerina.

L'acido grasso più comunemente reperibile nei grassi è l'acido oleico, un acido grasso monoinsaturo (34% in media di tutti i grassi animali e vegetali). Una piccolissima parte di acidi grassi può essere libera, e questa determina l'acidità di un olio.

Alcune sostanze di tipo lipidico stanno incontrando un certo interesse:

Acidi grassi polinsaturi essenziali

Trigliceridi a media catena o MCT: sono un tipo di grassi che viene bruciato con più facilità e tende meno a depositarsi come tessuto adiposo rispetto ai grassi convenzionali e forniscono leggermente meno calorie dei grassi a lunga catena (8,3 kcal al grammo). Hanno una loro validità quando utilizzati in integratori energetici e in oli dietetici.

Gli MCt sono assorbiti e metabolizzati più velocemente e non necessitano della carnitina per il loro trasporto.

Gli MCT non incrementano il colesterolo, a differenza defli acidi grassi saturi a lunga catena, quando forniti con sufficiente quantità di acidi grassi polinsaturi.

Gli MCT hanno effetti benefici sulla salute, tra cui: riduzione dell'infiammazione della prostata, prevenzione dell'ulcera gastrica.

Fosfatidil serina (PS): è un fosfolipide tornato alla ribalta ultimamente per aver dimostrato in alcuni studi la propria capacità di bloccare in parte l'azione del cortisolo, ormone dagli effetti fortemente catabolici.

Contrastando l'azione del cortisolo, la PS ha funzione anticatabolica.

La PS è anche un nutriente utile per il cervello, in quanto migliora le funzioni cognitive, particolarmente negli adulti e negli anziani.

La PS costituisce il 70% delle membrane delle cellule cerebrali.

La fosfatidilserina incrementa il turnover dell’acetilcolina e quindi può migliorare il metabolismo energetico delle cellule cerebrali.

Dose consigliata: 300 mg al giorno.

Alfa gliceril fosforil colina: è un precursore dell’acetilcolina (un neurostrasmettitore).

Il rilascio di ormone della crescita (GH) è controllato da ormoni e neurotrasmettitori.

La Alfa gliceril fosforil colina stimola indirettamente il rilascio naturale di GH.

Il Gh stimola la sintesi dell’IGF-1 (insulin-like growth factor 1) il quale media la maggior parte delle azioni del GH.

Un più elevato livello di GH e IGF-1 (ovviamente entro i livelli naturali e fisiologici) riduce l’affaticamento, migliora il recupero, stimola l’utilizzo del grasso corporeo a scopo energetico, rallenta l’invecchiamento.

Speranza dagli anticorpi monoclonali (Evolocumab e Alirocumab).

Inoltre sembrerebbe che due farmaci innovativi (la cui efficacia è stata dimostrata in due studi pubblicati sul New England Journal of Medicine), sono in grado di controllare i livelli di colesterolo troppo alti anche nei pazienti che non riescono a farlo con le statine : l'Inclisiran basato su piccoli RNA interferenti, grazie a due iniezioni sottocutanee all'anno determina la riduzione del 54% del colesterolo cattivo LDL e non ha alcun effetto collaterale su fegato e reni; l'Acido Bempedoico riduce di circa il 20% LDL senza il rischio di dolori muscolari, caratteristico effetto collaterale delle statine.

Entrambe le due nuove molecole tramite l'inibizione dell'RNA che l'attiva, bloccano la produzione di una proteina, la Pcsk9, implicata nel trasporto e nella distribuzione dei recettori per il colesterolo sulla superficie delle cellule epatiche.

Per chi non può (o non vuole) assumere le statine, i farmaci più efficaci e più utilizzati per abbassare il livelli di colesterolo che hanno alcuni effetti collaterali, primo fra tutti il dolore muscolare, l'alternativa si chiama acido bempedoico e in uno studio americano su quasi 14mila pazienti ha dimostrato di essere ben tollerato e di ridurre significativamente i livelli di colesterolo cattivo LDL nel sangue. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine.

 

 
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Bibliografia e studi scientifici

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