IL CUORE E LA SUA SALUTE.
ARITMIA, TACHICARDIA, FIBRILLAZIONE, INFARTO, EXTRASISTOLE, ANGINA, VALVOLE,
SCOMPENSO.
Le immagini sono tratte da
www.cardiologiapertutti.org,
website del Dr. Enzo Boncompagni, Medico Cardiologo.
Il cuore è una delle meraviglie
più delicate della natura e tuttavia più resistenti.
Meccanicamente parlando è una
pompa a pressione che forza il sangue con il suo carico di ossigeno,
sostanze nutritive e rifiuti, attraverso i vasi sanguigni del corpo.
E' il "motore" dell'uomo.
E'
alto poco più di una decina di centimetri e pesante fra i 200 e i 350 grammi.
Tutti i 5-6 litri di sangue
contenuti mediamente nel corpo umano, spinti dal cuore, compiono un giro
completo ogni minuto circa, quindi il cuore riceve e pompa in circolo intorno a
novemila litri di sangue ogni giorno!
Tuttavia nessun muscolo può
resistere senza riposo, neanche il cuore.
Le pause tra un battito e l'altro, per
quanto brevi, sono un riposo sufficiente.
Usufruisce inoltre di nutrimento
supplementare : richiede per sé un ventesimo del sangue circolante.
E' appeso
dentro il torace e volto all'ingiù verso il lato sinistro.
E' diviso in due
parti, destra e sinistra, da una parete stagna.
Ciascuna parte forma una pompa a
sé.
Ogni pompa ha a sua volta due camere : l'atrio, che riceve il sangue
delle vene, e il ventricolo, che lo spinge di nuovo nel corpo attraverso
le arterie.
Che cosa fa battere il cuore? E'
in gioco un'energia elettrochimica.
Una specie di apparato elettrico
cronometrico chiamato nodo atrioventricolare, genera mediamente settanta
volte al minuto un piccolo impulso elettrico, il quale si diffonde per tutte le
fibre del muscolo cardiaco, causandone la contrazione.
I due circuiti fondamentali del
sangue sono due : uno parte dalla camera sinistra del cuore, il grande
circolo che il sangue compie attraverso tutto il corpo per la manutenzione
dei tessuti; l'altro, più corto, detto circolo polmonare, va dalla camera
destra del cuore ai
polmoni, consentendo al sangue di liberarsi dall'anidride
carbonica e ricaricarsi di ossigeno.
Il cuore ripete il processo di
contrazione e di rilassamento, cioè sistole e diastole, giorno
dopo giorno, anno dopo anno, in malattia ed in salute, nel sonno, con
un'efficienza mai eguagliata da nessuna macchina umana.
La vena polmonare porta il sangue
ricco di ossigeno dai polmoni all'atrio sinistro del cuore; la valvola
mitrale lascia passare il sangue in una sola direzione, dall'atrio al
ventricolo sinistro e non viceversa; la valvola aortica consente al
sangue di fluire solo dal ventricolo sinistro all'aorta; l'aorta porta il sangue
ossigenato dal cuore (ventricolo sinistro) al resto del corpo; dalla vena
cava superiore il sangue povero di ossigeno che viene dalla parte superiore
del corpo, passa nell'atrio destro; dalla vena cava inferiore passa in
sangue povero di ossigeno in arrivo dalla parte bassa del corpo; la valvola
tricuspide lascia passare il sangue solo dall'atrio al ventricolo destro e
non viceversa; la valvola polmonare consente al sangue di fluire in una
sola direzione, dal ventricolo destro all'arteria polmonare; dall'arteria
polmonare il sangue povero di ossigeno va ai polmoni per riossigenarsi.
LA TACHICARDIA E LE PALPITAZIONI
La tachicardia è
caratterizzata da battiti del cuore accelerati accompagnati da mancanza di
fiato, oppressione al petto e a volte vertigini.
A volte, specie
nelle persone anziane, è la spia di un disturbo cardiaco, in altri casi può
essere dovuta ad abitudine scorrette, a un problema psicologico, perfino a
determinate condizioni ambientali.
E' bene rivolgersi
ad un medico che potrà suggerire eventuali approfondimenti diagnostici.
I battiti cardiaci
possono accelerare con sigarette, caffè in eccesso, drink alcolici di troppo.
La
nicotina determina un
effetto stimolante sul sistema nervoso simpatico, che perdura per alcuni minuti
dopo aver finito di fumare.
Le sostanze
tossiche che si sprigionano dalla combustione del tabacco e del catrame, entrano
in circolo nel corpo, appesantendo il sangue e limitando il trasporto
dell'ossigeno in tutti gli organi.
La nicotina rende
il miocardio più sensibile, favorendo così lo sviluppo di alterazioni del ritmo
cardiaco.
La caffeina e gli
alcolici sono sostanze psicoattive, che stimolano il sistema nervoso favorendo
l'aumento dei battiti cardiaci.
Anche lo
stress può portare a
tachicardia.
Una forte emozione
o un momento d'ansia possono aumentare l'azione del sistema simpatico che
aumenta la frequenza cardiaca, la pressione, il consumo di ossigeno e
l'eccitabilità cardiaca con possibili extrasistoli, cioè battiti cardiaci
anticipati.
Se lo stress si
prolunga il cuore assume un ritmo tachicardico, inoltre lo stress cronico è
caratterizzato dall'eccessiva produzione di adrenalina e noradrenalina
che, oltre ad aumentare al pressione, rendono il sangue più viscoso e
facilitano la deposizione di
colesterolo nelle
arterie.
Inducono poi un
aumento dei battiti del cuore e quindi innalzano il consumo di ossigeno da parte
del cuore danneggiandone il tessuto.
La tachicardia
sempre presente, potrebbe anche essere sintomo di ipertiroidismo.
La causa più
frequente è la malattia di Basedow, un disturbo autoimmune caratterizzato dalla
produzione di autoanticorpi, che stimolano le cellule tiroidee a produrre grandi
quantità di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3).
In conseguenza
dell'eccessiva produzione ormonale, numerose funzioni corporee regolate dagli
ormoni tiroidei subiscono un'impennata.
Gli autoanticorpi
stimolano la crescita delle cellule della tiroide determinando il gozzo,
ovvero un aumento di volume della ghiandola.
Inoltre può
comparire l'oftalmopatia basedowiana, caratterizzata dalla sporgenza dell'occhio
(esoftalmo), alterazioni della motilità oculare e sensazione di fastidio
all'occhio.
La tachicardia può
anche essere dovuta ad un
attacco di panico : un'improvvisa crisi d'ansia, accompagnata da sintomi
fisici quali vertigini, sudorazione eccessiva, tremori, difficoltà respiratorie,
disturbi gastrointestinali, aumento della frequenza cardiaca.
Può capitare in
qualunque luogo e situazione, durare da qualche minuto a mezz'ora, ma comunque
scomparire spontaneamente in questo lasso di tempo, lasciando prostrati e con
la paura che succeda di nuovo.
Che ne soffre
sviluppa la cosiddetta condotta di evitamento, cioè evita luoghi e situazioni in
cui si sa che potrebbe avere una crisi fino a non riuscire più a uscire da casa
nei casi più seri.
La tachicardia può
essere anche la spia di un'aritmia, ossia una disfunzione della frequenza
cardiaca, causata dal malfunzionamento di alcune parti del sistema di
conduzione elettrica del cuore.
Sono più a rischio
le persone che hanno già avuto un infarto o ne corrono il rischio (familiarità,
ipertensione, diabete, eccesso di grassi nel sangue), che soffrono di malattie
come insufficienza cardiaca o problemi alle valvole del cuore.
E' più predisposto
anche chi è soggetto ad anomalie degli elettroliti, cioè i sali minerali
come il potassio e il sodio, che si trovano nel sangue e nei fluidi corporei.
E' fondamentale
una visita dal cardiologo che a seconda dell'aritmia riscontrata potrà decidere
il da farsi.
La tachicardia
non è sinonimo di palpitazioni.
La tachicardia è
l'accelerazione della frequenza cardiaca mentre le palpitazioni (o
cardiopalmo) si verificano quando si percepisce un battito accelerato, ma
soprattutto irregolare e fastidioso.
Con le
palpitazioni si ha la consapevolezza del battito del cuore, in circostanze
che non dovrebbero consentirla, per esempio quando si è a riposo.
La persona con
palpitazioni descrive la sensazione di pulsazioni martellanti o svolazzanti, o
riferisce al sensazione come se il cuore si fermasse o saltasse dei battiti.
La tachicardia
invece è l'aumento della normale frequenza del battito cardiaco, con ritmo
regolare (tachicardia sinusale) o alterato (tachiaritmia).
Nei casi di
tachicardia seria il medico può ad esempio prescrivere dei farmaci in grado di
ridurre la frequenza del battito come i betabloccanti che contrastano
l'attività di particolari recettori; i calcioantagonisti che esercitano
un'azione di equilibrio sul calcio presente nelle cellule e quindi anche
un'azione anti-aritmica; gli inibitori delle correnti IF, come l'ivabradina
che riduce la frequenza cardiaca agendo sul nodo seno-atriale, dove vengono
generate le scariche elettriche che fanno contrarre il cuore.
LE EXTRASISTOLE
L'extrasistole o extrasistoli (singolare)
è la condizione che più spesso preoccupa gli sportivi.
In realtà occorre subito
rilevare che nella gran parte dei casi non sono condizioni patologiche e sono
compatibili con l'attività sportiva.
Extrasistole significa extra contrazione
(o sistole) ventricolare, cioè che si è originata nel ventricolo sinistro.
La
contrazione ,come tempo, non arriva interpolata esattamente tra due contrazioni
normali, ma arriva anticipata (prematura) e con un periodo di pausa più lungo.
E' proprio questa pausa compensatoria che, insieme alla extrasistole, fa
sentire il sintomo caratteristico di "vuoto alla gola".
Anche perché
l'extrasistole ventricolare non esprime una corretta funzione di pompa del
cuore. Il cuore infatti, nella contrazione extra, non ha la capacità di
riempirsi come dovrebbe e quindi all'atto della sistole la funzione della pompa
non è efficace.
Il soggetto in genere è in grado di percepire l'extrasistole:
rallentamento del battito cardiaco, battito assente, colpo al petto o nodo alla
gola, sudorazione; altre volte può essere asintomatica.
Normalmente ansia e
sudorazione si presentano quando il soggetto percepisce l'extrasistole come un
pericolo o una crisi cardiaca.
Cosa fare Innanzitutto conoscere il tipo di
extrasistole, visto che quelle sopraventricolari sono spesso asintomatiche e
benigne. In ogni caso è bene non allarmarsi, visto che fra le cause più comuni
si possono citare:
a) stress e tensione nervosa
b) malattie gastriche spesso conseguenza del punto a)
c) stanchezza eccessiva
d) alcune infezioni
e) farmaci
f) fumo
g) alterazioni elettrolitiche (carenza di potassio).
Per togliersi ogni dubbio basta eseguire un'ecocardiografia e
un Holter, cioè un elettrocardiogramma dinamico (24 ore, nell'immagine un
modello). Non è del tutto inusuale scoprire che nella giornata vengono
registrate decine di extrasistole benigne.
Anche un organo incredibilmente
robusto come è il cuore, ha bisogno di riguardi.
Sono numerose le cause che
possono determinarne una disfunzione.
Ad esempio lunghi anni di
continua tensione possono determinare un'alta
pressione sanguigna che accresce materialmente il lavoro del cuore.
Una
buona difesa contro gli attacchi cardiaci è conquistare la serenità d'animo; ciò
non significa che si debbano reprimere costantemente le proprie emozioni.
Inoltre sfogarsi senza eccedere, non soltanto diminuisce il pericolo di una
costante tensione interna, ma rende meno necessari gli sfoghi violenti.
Sotto la
tensione emotiva le ghiandole surrenali secernono e immettono nel circolo
sanguigno l'adrenalina che fa contrarre le piccole arterie.
Il cuore,
sforzandosi di mantenere normale la circolazione nonostante questa resistenza,
accelera il ritmo delle pulsazioni e aumenta la pressione sanguigna.
Se la
secrezione d'adrenalina fa contrarre le coronarie, il muscolo cardiaco è privato
del suo normale apporto di sangue e ne consegue un
dolore chiamato angina
pectoris.
L'adrenalina da all'individuo nuovo vigore e prontezza per
fronteggiare qualsiasi minaccia che causi una scossa emotiva.
Ma la continua
tensione, come se tutta la vita fosse una crisi, va oltre l'adempimento della
natura.
Il danno solitamente inizia molto prima dell'attacco cardiaco, con il
restringimento delle arterie causato dal deposito
di sostanze grasse sulle loro pareti e che può causare l'infarto cardiaco.
Questo processo favorisce la formazione di
coaguli.
Anche certi modi di fare sport
consumano le riserve del cuore con rapidità eccessiva.
Uno dei più dannosi è
l'abitudine di trascorrere la maggior parte del tempo seduti a tavolino e di
voler concentrare in un giorno solo, senza un attimo di respiro, il movimento
all'aria aperta di tutto un mese.
Lo sport deve essere fatto bene, anche usare
un cardiofrequenzimetro può aiutare allo scopo.
Ma l'attività fisica per essere
positiva deve essere quasi costante e mai esasperata; lo sforzo deve essere
intensificato man mano che il corpo vi si abitua.
Il cuore, come tutti gli altri
muscoli, deve essere usato con regolarità, altrimenti la riserva accumulata nel
periodo della massima attività finisce con l'andare perduta e il cuore diventa
"molle", incapace di sostenere sforzi improvvisi o prolungati.
Se invece ci si sottopone ogni
giorno a una certa dose di esercizio fisico, non si perderà l'allenamento e il
cuore sopporterà sforzi sorprendenti anche in età avanzata.
Le malattie cardiache sono legate
a varie fattori, tra i quali l'ereditarietà, la pressione sanguigna, l'alimentazione,
la predisposizione all'ansia e alla tensione.
Il fattore ereditario è anche
rilevante, per l'importanza dello spessore congenito delle pareti delle arterie,
che varia molto da persona a persona di qualsiasi età.
La rapidità con la quale
le pareti interne s'ispessiscono e diventano ruvide è il pericoloso fattore che
più predispone agli attacchi coronarici.
LA SINDROME CORONARICA
ACUTA O ANGINA
Con sindrome coronarica acuta si intende
un insieme di sintomi provocati da un apporto insufficiente di sangue (ischemia)
al cuore.
Particolarmente il fenomeno si manifesta
all'interno del complesso sistema cardiocircolatorio delle coronarie, la
rete di vasi sanguigni che portano sangue ricco di ossigeno al cuore.
L'accumulo troppo elevato di vari tipi di
sostanze (grassi, carboidrati complessi, tessuto fibroso e depositi di calcio)
comporta la dannosissima l'arteriosclerosi
la quale col tempo può causare un'improvvisa trombosi, ovvero la
formazione di un coagulo di sangue dentro il canale.
Quando il trombo occlude solo
parzialmente il vaso, può comunque verificarsi il distacco di un suo
frammento (embolo) che, trasportato dal flusso del sangue, provoca l'occlusione
di un vaso di dimensioni più piccole.
E' durante questo processo che iniziano
a manifestarsi i sintomi della sindrome coronarica acuta.
Il segnale più frequente è il dolore al
torace e si manifesta con un peso-stringimento continuo od intermittente che
compare gradualmente per lo più in condizioni di riposo ed avvertito in vari
sedi : centro del petto, mammella sinistra, ad una od entrambe spalle-braccia,
al collo, alla mandibola).
Quasi mai si manifesta come
puntura-fitta e la sua comparsa e variazione non cambiano con il movimento
del torace, con l'inarcamento delle spalle o respiri profondi.
Altri sintomi importanti sono la
mancanza di fiato, il batticuore, nausea, vomito,
intensa sudorazione o svenimento.
In presenza di questi sintomi è
assolutamente consigliato chiamare l'ambulanza, attendendone il suo arrivo
tenendo la persona in posizione semiseduta per agevolarne la respirazione.
Il medico farà poi generalmente
eseguire un elettrocardiogramma, valutando la presenza di segni di ischemia
e valutando il sopraslivellamento del tratto ST-T, segno sicuro di
occlusione completa di una coronaria che dà luogo all'infarto vero e proprio.
Se è presente l'infarto si attiverà
immediatamente il percorso standardizzato che ha lo scopo di riaprire la
coronarica occlusa : tanto più rapida è la riapertura della coronaria, tanto
minore sarà il danno al cuore.
Può anche essere necessaria una
angioplastica coronarica d'emergenza.
In presenza di trombi che occludono solo
parzialmente, l'ECG può essere completamente normale o manifestare alterazioni
che definiscono la seconda forma di sindrome coronarica o Nstemi.
La conferma che si tratta di una sindrome
Nstemi si ottiene dalla ricerca dei cosiddetti marker di danno al cuore,
cioè proteine o enzimi presenti normalmente all'interno delle cellule del
muscolo cardiaco che vengono liberate nel sangue a causa del danno prodotto
dall'ischemia.
Una volta confermata l'esistenza di uno
Nstemi, al malato vengono somministrati farmaci allo scopo di ridurre il rischio
di evoluzione verso lo Stemi.
A volte si esegue una coronarografia entro
24-48 ore dal momento del ricovero, anche se il malato non ha più avuto dolore.
E' importante il lavoro d'equipe :
decidere se proseguire con i farmaci oppure ricorrere all'angioplastica
piuttosto che all'intervento di bypass spesso non è semplice : è necessario
infatti bilanciare da un lato la serietà della malattia con l'età del malato e
il suo generale stato di salute.
Per questo è importante che alla
discussione partecipino le tre figure professionali che hanno in cura il malato
: il cardiologo, l'emodinamista e il cardiochirurgo.
Anche l'acido acetilsalicilico trova impiego
nella terapia di questa patologia in particolare nell'angina instabile e
generalmente nei casi in cui ci sia un maggior rischio d'infarto.
L'associazione con farmaci che abbassano il livello
di colesterolo nel sangue può essere indicata nell'angina stabile.
-
- LO SCOMPENSO CARDIACO O
INSUFFICIENZA CARDIACA
- E' un meccanismo di
compenso, per mantenere una gittata adeguata quando la frazione di eiezione
è ridotta.
-
- In pratica
il cuore non ce la
fa più a pompare una quantità di sangue sufficiente ad ossigenare e nutrire
tutti i tessuti del nostro organismo.
E' quindi l'inadeguatezza del cuore a
svolgere le sue normali funzioni di pompa.
Se in condizioni normali il cuore pompa
nel sistema circolatorio circa 5-6 litri di sangue al minuto e durante
l'attività fisica può pomparne fino a 25, in caso di malattia la quantità
pompata scende a tre litri o meno al minuto.
Spesso è causato da un
infarto : la parte del
cuore infartuata si trasforma infatti in tessuto fibrotico, una sorta di
cicatrice che diminuisce la funzione di contrazione del muscolo cardiaco e,
quindi, la sua capacità di pompare sangue.
- Lo scompenso cardiaco può essere lo
stadio finale di tutte le malattie di cuore.
-
- Qualunque, infatti, sia stata
la causa che abbia danneggiato il cuore, alla fine quest'organo non sarà più
in grado di svolgere adeguatamente la sua funzione.
-
- Lo
scompenso cardiaco si può manifestare con una riduzione del volume di sangue
che il cuore pompa nel circolo arterioso.
-
- Le cause più comuni sono :
ipertensione arteriosa, ischemia, valvulopatia, miocardiopatia dilatativa
(di origine idiopatica, virale, dovuta all'alcol o a radiazioni).
La pressione alta costringe il cuore a
un super lavoro e lo affatica.
- Cause meno
frequenti sono : diabete mellito,
ipertensione polmonare, miocardite, droghe (eroina, cocaina, amfetamine).
-
- Altre cause possono essere : febbre reumatica, malattie connettivali,
neurologiche, cardiopatia congenita, ipertiroidismo, anemia, gravidanza.
Si può manifestare con debolezza,
astenia (stanchezza muscolare), dispnea (difficoltà nella respirazione),
confusione mentale, letargia, aumentata produzione di urina notturna,
vasocostrizione, estremità pallide e fredde, cianosi delle dita, tachicardia
sinusale.
Il soggetto comincia ad avvertire affanno per attività che prima
eseguiva senza particolare fatica, quali fare un tratto di strada in salita o
una rampa di scale o camminare in piano, portando ad esempio la borsa della
spesa.
Si percepisce una attività cardiaca più intensa ed accelerata, con
cardiopalmo o tachicardia, ed infine edema con gonfiore ai piedi ed alle gambe.
Noterà che specie alla sera, rimangono sul piede e sulla gamba i segni della
scarpa o del calzino; comprimendo con un dito, si avrà la formazione di una
fossetta sulla pelle.
La terapia è a base di diuretici, digitale, ace-inibitori, vasodilatatori,
beta-bloccanti, dopamina, trapianto cardiaco.
Il rischio di mortalità è aumentato in caso di dispnea anche a riposo o al
minimo sforzo, tachicardia fissa, atriale e ventricolare, severa riduzione della
frazione di eiezione.
I più colpiti da insufficienza cardiaca sono gli anziani : con il passare del
tempo infatti aumenta il rischio di incappare in una delle malattie che la
causano.
In ogni caso la malattia raramente si manifesta all'improvviso ma si
sviluppa lentamente.
L'esame principe per la diagnosi di scompenso cardiaco e di insufficienza
alla valvola mitrale è l'ecocardiogramma.
Si tratta di una tecnica che permette di visualizzare l'anatomia del cuore e
si basa sull'utilizzo di una sonda che indirizza un fascio di ultrasuoni verso
le strutture cardiache.
Queste onde vengono poi trasformate in immagini e visualizzate su un monitor.
Si abbina anche la tecnica del color-doppler che sfrutta un codice colore per
visualizzare la velocità del sangue che passa attraverso le valvole : in questo
modo è possibile valutare il funzionamento delle valvole stesse.
Per molti anni il trattamento farmacologico si è basato quasi
esclusivamente sui diuretici e sulla digitale.
Nella nostra era i farmaci più utilizzati sono gli ace-inibitori, farmaci che
dilatano le arterie, abbassano la pressione del sangue e migliorano la
funzionalità del miocardio.
Si utilizzano anche i sartani, i betabloccanti (che riducono la frequenza
cardiaca e migliorano la funzionalità del miocardio).
A discrezione del medico sono usati anche gli antialdosteronici i quali
combattono la fibrosi cardiaca (la degenerazione del muscolo cardiaco),
abbassando il tasso di morte improvvisa e i ricoveri.
Il medico può anche prescrivere, quando i farmaci sono insufficienti, la
terapia di risincronizzazione cardiaca, un trattamento che prevede
l'utilizzo di un dispositivo simile a un pacemaker, il quale però non stimola
soltanto il lato destro del cuore, controllando soltanto il battito cardiaco, ma
trasmette stimoli elettrici su entrambi i lati del cuore, risincronizzando e
allo stesso tempo migliorando l'azione di pompa del muscolo.
Viene impiantato con un intervento di anestesia locale e funziona con una
batteria che dura qualche anno.
Quando invece lo scompenso è in fase avanzata l'unica soluzione è il
trapianto cardiaco, il quale però solitamente non può essere effettuato
nelle persone troppo anziane o in quelle che si trovano in condizioni precarie,
inoltre il numero di donatori è limitato.
Sono a disposizione anche i cosiddetti supporti circolatori temporanei o
definitivi, si tratta di pompe meccaniche che sostituiscono la funzione di
un cuore compromesso, ristabilendo un flusso sanguigno vicino a quello normale.
Tra questi c'è il cuore artificiale totale e l'assistente
ventricolare, chiamato anche ventricolo artificiale.
Un tempo questi dispositivi venivano utilizzati solo in attesa del trapianto,
oggi invece possono essere anche utilizzati come applicazione temporanea per
consentire il recupero della funzione del cuore (ad esempio in caso di
miocardite o infarto miocardico acuto).
In alcuni casi sono utilizzati anche come alternativa al trapianto.
LA FIBRILLAZIONE ATRIALE
La fibrillazione atriale è un’aritmia
cardiaca caratterizzata da una completa irregolarità dell’attivazione elettrica
degli atri, due delle quattro camere cardiache.
In presenza di tale anomalia, le
normali contrazioni atriali vengono sostituite da movimenti caotici,
completamente inefficaci ai fini della propulsione del sangue. Inoltre il
battito cardiaco diviene completamente irregolare.
La fibrillazione atriale è la più comune fra
le aritmie cardiache, con una prevalenza dello 0.5% nella popolazione adulta.
Il rischio di esserne affetti aumenta con l’età: la percentuale dei pazienti
affetti sale al 5% oltre i 65 anni.
Tale aritmia è poi piuttosto comune nei
pazienti con altre patologie cardiocircolatorie, come l’ipertensione arteriosa,
la malattia coronarica, ma soprattutto le malattie valvolari: fra il 30 e l’80%
dei pazienti operati per malattia della valvola mitrale giungono all’intervento
in fibrillazione atriale.
La fibrillazione atriale può essere cronica,
ovvero continua, persistente oppure parossistica, con episodi di durata
variabile da pochi secondi ad alcune ore o giorni.
Essa è causa di un significativo aumento del rischio di complicazioni
cardiovascolari e di una riduzione della sopravvivenza a distanza.
Provoca inoltre una riduzione della tolleranza agli sforzi, causata da
un’efficienza sub ottimale della contrazione del cuore, con sintomi quali
palpitazioni, affaticamento e mancanza di fiato. Infine, il ristagno di sangue
nelle camere atriali “paralizzate” dall’aritmia, favorisce la formazione di
coaguli all’interno del cuore ed il rischio di fenomeni embolici come l’ictus
cerebrale.
Per questo motivo i pazienti con fibrillazione atriale vengono
solitamente trattati con farmaci anticoagulanti.
Per quanto riguarda il trattamento, vi sono
due possibili strategie:
1) la cardioversione, o conversione al ritmo
cardiaco normale ed
2) il semplice controllo della frequenza cardiaca. Solo la conversione ed il
mantenimento di un ritmo normale, anche detto “sinusale”, permettono però di
minimizzare i sintomi ed i rischi descritti, oltre a consentire l’interruzione
della terapia cronica con farmaci anticoagulanti.
Il mantenimento del ritmo sinusale è però molto spesso difficile.
I farmaci antiaritmici deputati a tale scopo
sono frequentemente inefficaci e sono spesso causa di effetti collaterali anche
più gravi della stessa fibrillazione atriale.
Recenti sviluppi hanno consentito di trattare
la fibrillazione atriale mediante ablazione con radiofrequenza.
Si sono infatti individuate nell’ambito della parete atriale delle zone
responsabili dell’inizio e del mantenimento dell’aritmia, in prossimità dello
sbocco negli atri delle grosse vene provenienti dai polmoni.
Creando delle
bruciature con cateteri a radiofrequenza, tali aree di instabilità possono
essere neutralizzate.
Con procedure di questo tipo è possibile trattare virtualmente ogni paziente
affetto da fibrillazione atriale con ottime probabilità di successo.
In caso di fibrillazione atriale associata ad una malattia cardiaca di altro
tipo si procede ad ablazione dell’aritmia durante l’intervento cardiochirurgico
necessario per correggere la cardiopatia di base.
In questo modo, oltre ai
benefici dell’intervento correttivo a cuore aperto, il paziente potrà giovarsi
anche del recupero del normale ritmo cardiaco e potrà in molti casi evitare la
terapia anticoagulante cronica.
Nel caso in cui invece la fibrillazione atriale sia isolata, non associata ad
altre malattie cardiache suscettibili di correzione chirurgica, sono state
recentemente messe a punto delle tecnologie innovative per eliminare l’aritmia
con ablazioni con radiofrequenza per via transvenosa: il catetere da ablazione
con radiofrequenza raggiunge il cuore attraverso il sistema venoso; quindi con
una semplice puntura di una vena in regione inguinale si possono eseguire le
bruciature sulla superficie interna degli atri curando l’aritmia.
La fibrillazione atriale, è una patologia a
lungo sottovalutata in passato, della quale si stanno recentemente chiarendo le
gravi implicazioni cliniche.
Pertanto i moderni sviluppi nel suo trattamento
chirurgico e transvenoso sono attualmente motivo di grande interesse per la
letteratura scientifica internazionale.
A causa di una generale disinformazione, molti pazienti attualmente non sono a
conoscenza della reale importanza del problema, e soprattutto delle moderne
possibilità terapeutiche.
Quattro arterie portano ossigeno alle cellule del muscolo
cardiaco.
Se un'arteria si ostruisce, il sangue non arriva più al cuore : è
l'infarto.
Per infarto si intende la necrosi di un tessuto per
ischemia, cioè per grave deficit di flusso sanguigno.
Clinicamente l'infarto è una sindrome acuta
provocata da una insufficiente irrorazione sanguigna (ischemia) ad un
organo o a parte di esso, per una occlusione improvvisa o per una stenosi
critica delle arterie che portano il sangue in quel distretto
dell'organismo.
La causa è costituita nella quasi totalità dei casi dall'aterosclerosi.
Quando vanno incontro ad ulcerazione, le placche aterosclerotiche possono
provocare occlusione arteriosa acuta (e quindi infarto), sia attraverso la
formazione di emboli che attraverso la trombosi sovrapposta all'ulcerazione.
Il sintomo principale è rappresentato da dolore acuto
(ad insorgenza improvvisa), di varia intensità; è però possibile che
l'infarto sia clinicamente asintomatico, soprattutto qualora sia di
dimensioni molto piccole.
La regione colpita da infarto diviene necrotica : se
il malato sopravvive alla fase acuta dell'infarto, l'organismo riassorbe i
tessuti morti senza rigenerare la parte persa (cosa impossibile senza
afflusso di sangue), ma forma in quella zona una cicatrice di tessuto
connettivo fibroso, e l'organo interessato perde definitivamente una parte
della sua funzionalità.
Descrivendo come dal colesterolo si arrivi all'infarto,
si può così procedere : il colesterolo che circola nel sangue (parte secreto
dal fegato e parte da origine alimentare) si infiltra nella parete
dell'arteria; i macrofagi del sistema immunitario lo catturano e si
trasforma in cellule schiumose che si accumulano, sono loro il principale
componente della placca; le cellule della muscolatura liscia che
riveste il vaso di moltiplicano e ricoprono la placca formando un tappo;
se il tappo si rompe, frammenti di placca vanno in circolo e possono formare
coaguli, che a loro volta possono bloccare il flusso di sangue di
un'arteria, generando l'infarto.
Per far fluire in sangue, l'arteria può arrivare a
raddoppiare il proprio calibro e ricreare lo spazio rubato dalla placca.
Oggi non si parla più soltanto di colesterolo ma di
sindrome metabolica.
Cinque i fattori che la determinano : aumento della
circonferenza addominale (88cm per lei e oltre 100 per lui); diagnosi di
ipertensione arteriosa; diabete di tipo 2; troppi trigliceridi; valore basso
del colesterolo buono o HDL.
Bastano tre di questi fattori per preoccuparsi.
Gran parte di ictus ("infarto del cervello") e infarti
cardiaci hanno origine in arterie in cui il flusso è ostruito meno del
50% e dove il tappo e la placca sono morbidi e quindi più facilmente
rompibili.
La placca inizia a formarsi intorno ai 20 anni.
Ci può
essere una predisposizione genetica al suo accumulo o alla rottura del
tappo.
In caso di infarto o dubbi di infarto bisogna
immediatamente chiamare aiuto e sottoporti nel più breve tempo possibile
alle tecniche mediche : la velocità è la chiave essenziale che può
salvare la vita.
Poter intervenire tempestivamente è fondamentale per
evitare che la mancata irrorazione sanguigna provochi danni agli organi
interni, in particolar modo al cervello.
Nei quattro minuti successivi ad un infarto o ad un arresto
cardiocircolatorio, la procedura migliore è la compressione toracica,
tanto che sia l'Europa sia gli Stati Uniti hanno modificato le linee guida
dell'intervento di primo soccorso.
Si è notato infatti che il massaggio cardiaco, mantenendo
il sangue ricco di ossigeno, aumenta la possibilità di sopravvivenza al 34%
rispetto al 18% ottenuto con la respirazione bocca a bocca.
Se un'arteria si "tappa" si può ricorrere all'angioplastica
con l'uso degli stant.
L'angioplastica è una metodica mini-invasiva che
consente di dilatare un restringimento di un vaso sanguigno (stenosi) per
mezzo di uno speciale catetere a palloncino che viene introdotto
mediante puntura di un'arteria, generalmente l'arteria femorale comune,
portato fino al vaso stenotico e successivamente gonfiato in corrispondenza
della stenosi, in modo da ripristinare il normale diametro del vaso e
permettere un incremento del flusso sanguigno.
La procedura di angioplastica
si esegue in anestesia locale: il paziente è quindi sveglio e cosciente.
L'intervento dura mediamente intorno ai 45 minuti - 1 ora, a seconda della
complessità della lesione da trattare.
La procedura, nella maggior parte dei
casi, si completa con l'applicazione di una reticella metallica, ricoperta o
meno da farmaco, dello stent.
La procedura di angioplastica può comportare
alcune complicanze (dissezione del vaso, embolia periferica) che possono
essere risolte per via endovascolare o chirurgica.
Il Bypass aorto-coronarico (CABG
o cabbage, da Coronary artery bypass graft surgery)
è l'intervento cardiochirurgico a maggior frequenza di
esecuzione.
I primi interventi di questo tipo vennero effettuati
nel 1969 e da allora la tecnica è molto progredita.
Il bypass
permette di superare un condotto vascolare ostruito parzialmente
o totalmente.
Il cardiochirurgo effettua un'incisione
longitudinale sul torace, attraverso lo sterno, detta
sternotomia mediana.
Attraverso questa incisione il chirurgo
accede al cuore ed all'aorta.
A valle del restringimento sutura
un tratto di vena safena prelevata dal paziente, o più
recentemente di arteria mammaria.
Successivamente collega
l'altra estremità a monte del restringimento o dell'occlusione.
In questo modo il sangue avrà un passaggio per aggirare
l'ostacolo.
Intervento
tradizionale - Il paziente tramite alcune
cannule viene collegato ad una macchina
cuore-polmone, dopo di chè il cuore viene fermato
attraverso una soluzione cardioplegica.
Intervento a cuore
pulsante - Il cuore del paziente continua a
battere durante l'operazione. Questo metodo
comporta rischi minori per alcune tipologie di
pazienti.
Anestesia epidurale
- In tempi recentissimi sono stati praticati
interventi di questo tipo con pazienti in
anestesia epidurale, il che ha aperto nuove
prospettive in quanto, soprattutto nei pazienti
anziani, si evitano i rischi di un'anestesia
generale.
Per il bypass
vengono utilizzate:
La safena
- Un tratto di vena safena viene
prelevato dalla gamba del
paziente ed utilizzato per
effettuare i bypass. Questo tipo
di intervento (praticato
soprattutto in passato) ha una
durata limitata. Dopo circa
dieci anni il 60-65% dei bypass
è ostruito a causa della
differenza di dimensioni fra la
vena e l'arteria.
Arteria
toracica interna - L'arteria
toracica interna (o mammaria) ha
oggi un utilizzo più elevato nei
bypass. Questo metodo ha una
durata maggiore (dopo dieci anni
il 95% dei bypass è in ottime
condizioni). Inoltre è meno
invasivo in quanto l'arteria
mammaria non viene spostata di
sede.
Tecniche
recenti - Per aumentare
l'efficacia dall'intervento si
stanno sperimentando e
utilizzando metodi recentissimi
come i graft arteriosi, la Y
arteriosa e l'uso dell'arteria
gastroepiploica destra.
I benefici
sono la diminuzione drastica
dell'infarto del miocardio, un
recupero di forze e
l'eliminazione del dolore dovuto
all'ostruzione.
I rischi sono:
sanguinamento postoperatorio, infezioni, ictus,
infarto miocardico perioperatorio, insufficienza
renale, insufficienza respiratoria, morte.
La
mortalità dell'intervento si aggira intorno
all'1%. In Italia è stato condotto uno studio
degli esiti a breve termine di interventi di
bypass aorto-coronarico nelle cardiochirurgie
partecipanti tra il 1 gennaio 2002 e il 30
settembre 2004.
Il Progetto BPAC era su base
volontaria.
In USA questo genere di studi
vengono fatti a vantaggio dei malati e i loro
famigliari che possono così valutare con
trasparenza a chi rivolgersi per le cure.
Il defibrillatore può salvare la vita : i
defibrillatori semiautomatici possono essere utilizzati da personale
addestrato anche se non medico.
Va posizionato correttamente sul petto della persona, ma la
scarica viene fornita in modo automatico con un sistema che rileva il
battito cardiaco.
Questo tipo di apparecchio è molto importante in caso di
aritmia eventualmente conseguente a un evento ischemico, ovvero un principio
di infarto, poiché è in grado di riportare al giusto ritmo il cuore.
In ogni caso, chi ha già avuto un infarto deve avere a
portata di mano un farmaco a base di nitrato, da prendere al primo
sintomo di peso precordiale, sotto lo sterno o a livello del torace
(consultarsi in ogni caso ovviamente con il proprio medico).
-
-
-
- Le valvole cardiache sono strutture che
regolano il flusso del sangue all'interno del cuore.
-
- Si tratta di appendici
di tessuto essenzialmente fibroso, rivestite da endocardio, che controllano
il passaggio del sangue attraverso gli orifizi che collegano atri con i
ventricoli ed i ventricoli con aorta o arteria polmonare.
RIPARARE IL CUORE DOPO L'INFARTO CON LE CELLULE STAMINALI
Un importante studio parzialmente
italiano ha dimostrato come stimolare le
cellule staminali locali per
rigenerare il cuore danneggiato, la sperimentazione è da testare in modo
appropriato sull'uomo.
Si tratta di rimettere in moto le
cellule progenitrici che si trovano nel cuore dopo che l'organo è stato
colpito da infarto e dopo che il tessuto ha perso quindi la sua capacità di
contrarsi.
Ciò si potrebbe realizzare iniettando
attraverso le coronarie un cocktail di fattori di crescita.
Questa iniezione innescherebbe una
rigenerazione caratterizzata dall'espansione delle cellule staminali e dalla
loro differenziazione in nuove cellule cardiache e vasi sanguigni.
Questo quindi determina la rigenerazione
anatomica, istologica e fisiologica di una significativa porzione di cuore
soggetto a infarto di tipo ischemico.
Le cellule staminali sono cellule
indifferenziate in grado di trasformarsi e di specializzarsi in diversi tipi
di cellule.
Le cellule staminali per antonomasia,
perché sono capaci di dare vita a tutti i tipi di tessuti sono quelle che si
trovano nell'embrione umano.
Gli esperimenti di cui si parla sopra
sono non staminali embrionali ma staminali cardiache da attivare con fattori
di crescita attraverso un'angioplastica.
Si inserisce quindi uno stent (una
protesi metallica montata su un palloncino espandibile capace di dilatare un
vaso) e in questo modo si effettua la rivascolarizzazione del cuore subito
dopo che il vaso conoronarico è stato occluso dal trombo.
Una volta raggiunto il punto di
restringimento, lo stent montanto sul palloncino viene gonfiato, in modo da
schiacciare la placca di colesterolo sulle pareti del vaso.
A questo punto, dopo aver ricanalizzato
il vaso coronarico responsabile dell'infarto, si inietta, attraverso la via
di scorrimento creata dall'angioplastica, un cocktail di fattori di crescita
direttamente nella zona dell'infarto.
I fattori di crescita hanno vita breve e
scompaiono velocemente dalla circolazione, limitando il loro effetto alla
zona di rilascio.
- E' la misura dell'attività elettrica del
cuore.
-
- L'ECG può segnalare disturbi cardiaci
imminenti, talvolta rivela attacchi di cuore "silenziosi", che sono avvenuti
a nostra insaputa, segnalando i danni sofferti dal muscolo cardiaco quando
l'afflusso del sangue è bloccato da un coagulo in una delle arterie del
cuore, indicando anche con quanta rapidità procede la guarigione.
-
- Rivela i
casi in cui l'indurimento delle arterie comincia a essere una minaccia per
il nutrimento del cuore.
-
- E se non viene mantenuto nel sangue il necessario
equilibrio fra alcune sostanze chimiche (es. calcio/potassio) l'ECG ne da
l'allarme.
-
- Questo esame è prezioso anche per
l'anestesista che ha bisogno di sapere secondo per secondo come il cuore di
un paziente supporti un intervento chirurgico e l'anestesia.
-
- Dal corpo alcuni collegamenti elettrici
arrivano ad un oscilloscopio munito di uno schermo sul quale appare di
continuo il tracciato che indica le condizioni del cuore. In sostanza l'ECG
è un esame del "sistema d'accensione" del cuore che ci dice se il sistema
funziona in modo regolare ed efficiente.
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- L'esame è rapido ed indolore : un medico o
un assistente applica gli elettrodi al corpo del paziente assicurando un
buon contatto elettrico.
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- Gli elettrodi sono vari, per poter mettere in
circuito quelli occorrenti a ottenere una successione di vari tracciati.
-
- Quando gli elettrodi sono a posto, si mette in funzione l'apparecchio, e le
debolissime correnti elettriche del cuore vengono captate e amplificate
migliaia di volte, per guidare una penna sopra una striscia di carta che
scorre.
-
- La curva che ne risulta ha tre componenti principali : l'onda P
indica come vengano elettricamente stimolati gli atri; il complesso QRS
indica come l'onda elettrica si diffonda nei ventricoli; l'onda T indica
come i ventricoli siano ricaricati.
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- Ogni cuore ha il suo tracciato
caratteristico.
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- Quella che può apparire una deflessione anormale, indice di
disturbi in una persona, può essere normale in un'altra, ma in circa l'80%
dei casi, gli ECG contengono tracciati facilmente riconoscibili dal
cardiologo.
-
- E' utile conservare tutti gli
elettrocardiogrammi per futuri confronti : se si esaminano in serie, essi
potranno costituire la storia grafica capace di indicare se una malattia sia
stazionaria o se progredisca.
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- La cosa più significativa che ci dicono gli
ECG è lo sforzo e il logorio che il nostro cuore può sopportare pur
consentendoci di godere una salute relativamente buona e una lunga vita.
Un altro importante esperimento è quello di
eseguire l'elettrocardiogramma in condizioni di sforzo fisico, il
tracciato può rivelare anomalie sotto sforzo : molti cuori capaci di
soddisfare le necessità dell'organismo allo stato di riposo si rivelano
insufficienti quando le richieste di energia raggiungono un livello troppo
alto.
Se l'interessato ne è messo a conoscenza e riduce il suo ritmo di
lavoro, il cuore potrà servirlo bene ancora per molto tempo.
Siamo portati a considerare il cuore un organo
fragile e delicato; il realtà è un muscolo molto robusto.
Si ammala, poi
guarisce da sé, e modifica il proprio funzionamento per adattarsi al variare
delle condizioni.
Spesso il cuore passa dal normale ritmo di 60-70 battiti il
minuto oltre 100, continuando così per lunghi periodi, senza danno.
E' diffuso il timore per l'occasionale salto di
qualche battito; in realtà ci sono scarsi indizi che ciò possa essere di per
sé un pericolo. Se il pericolo c'è, l'elettrocardiogramma di solito lo
segnala.
Cosa di può fare per prevenire le
malattie cardiache ?
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Tenere sotto controllo la
pressione sanguigna
-
Non avere eccessive tensioni
emotive
-
Mantenere basso il
colesterolo
nel sangue che accelera la formazione di
aterosclerosi
negli anni. Per ridurre il colesterolo è meglio evitare grassi idrogenati o di
origine animale, mangiare i cibi ricchi di fibre e ridurre il sale. Il
colesterolo è prodotto per lo più dal fegato e quindi in alcuni casi si ricorre
a un farmaco specifico, una statina capace di ridurre del 30% circa gli infarti.
L'80% del colesterolo viene dal fegato e solo il 20% dalla dieta.
-
Prevenire l'arteriosclerosi
-
Fare sport regolarmente e senza
eccessi. Correre ad esempio fortifica
il cuore, ma solo se il fisico è in buona forma. Da evitare assolutamente gli
strapazzi. L'ozio è il padre dei vizi! L'esercizio fisico regolare rafforza il
cuore e migliora la circolazione. Basta camminare 30 minuti tutti i giorni.
Correre è uno dei modi migliori per tenere allenato il cuore.
-
Usare l'alimentazione per
prevenire : yogurt, pesce (grasso come tonno, salmone, cozze), olio di pesce,
antiossidanti. Limitare grassi animali, latte intero e
zucchero. Una potente tecnica contro i radicali liberi è anche la
terapia chelante che utilizza delle flebo
endovena. Il British Medical Journal ha pubblicato qualche tempo fa uno
studio, precisando quali sono gli alimenti che aiutano a limitare i problemi
cardiovascolari. Il menu giornaliero prevedeva 150ml di vino, 400g di frutta e
verdura, 3g di aglio fresco, 100g di cioccolato amaro, 68g di mandorle; a giorni
alterni 114g di pesce
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Evitare il
fumo e l'abuso di
alcool. La nicotina aumenta il battito e la pressione, il monossido di carbonio
riduce l'ossigeno favorendo l'ateriosclerosi; sale e alcool (oltre 2 bicchieri
di vino) fanno trattenere liquidi e aumentare la pressione
-
Tenere sotto controllo lo
stress. Gli stress di tutti i giorni hanno un
effetto negativo sul cuore nel corso del tempo. Anche se non puoi cambiare il
tuo carattere, cerca di evitare il superlavoro, le emozioni intense e di
non farti coinvolgere inutilmente in situazioni che ti provochino ansia
-
Tenere sotto controllo il peso.
Gli obesi tendono ad avere alterati sia la pressione del sangue sia il
colesterolo ed una tendenza al diabete
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Ridere 15 minuti al giorno fa aumentare il
flusso del sangue del 22% !
-
Alcuni studi hanno evidenziato che
sfogare
la rabbia fa bene al cuore. Secondo una ricerca di F. Bonaguidi dell'Istituto di
psicologia clinica dell'Università di Pisa è emerso che trattenere le esplosioni
d'ira raddoppia il rischio di infarto nelle persone reduci da un attacco
cardiaco. Ma una continua successione di scoppi d'ira fa aumentare troppo gli
battiti e salire la pressione perché provoca vasocostrizione. A lungo andare i
vasi più sottili possono rompersi, con effetti anche gravi, soprattutto nel
cervello. Secondo uno studio dell'Università di Sydney e dell'Ospedale North
Shore (Australia), gli scatti d'ira fanno aumentare di ben otto volte il rischio
di infarto, la rabbia può infatti aumentare la pressione del sangue.
Inoltre l'ira espone maggiormente gli uomini (ma sembra non le donne) al
rischio di morte per fibrillazione atriale, i ricercatori del'Università
americana dello Iowa hanno monitorato oltre mille maschi per circa 40 anni, il
rischio per gli iracondi è 1.57 volte maggiore rispetto a chi si arrabbia solo
saltuariamente; gli effetti sono a lungo termine, si rischia di passare a
miglior vita per aumento di pressione e accelerazione del cuore.
Secondo i ricercatori dell'Università
dell'Arizona (Usa) i funghi possono prevenire alcuni problemi
cardiocircolatori, infatti è stato scoperto che l'ergotioneina, uno
dei loro antiossidanti, riduce la quantità di molecole adesive che permettono
alla placca di accumularsi sulle pareti delle arterie e intasarle (dottor Keith
R. Martin, principale autore dello studio).
MANTENERE IL CUORE GIOVANE
Arricchire la propria dieta con cereali
integrali e legumi.
Aggiungere una manciata di
noci, nocciole o noci pecan all'insalata ! In
questo modo si riduce il colesterolo cattivo (Ldl) e si aumenta quello buono (Hdl)
che ripulisce le arterie.
Il colesterolo se non è controllato forma una placca
sulle arterie e basta che se ne stacchi un pezzo microscopico per ostruire il
vaso sanguigno.
Fare uso di
picnogenolo (secondo le indicazioni del proprio medico) : secondo gli esperti dell'Università dell'Arizona (USA) è
tra gli integratori migliori per la salute del cuore, infatti è stato
somministrato per 3 mesi ad un gruppo di volontari che soffrivano di diabete ed
ha ridotto il colesterolo cattivo (LDL) del 12% e la glicemia (livello di
zuccheri nel sangue) di circa il 17% : pare che questo estratto di pino blocchi
l'attività di alcuni enzimi che scompongono i carboidrati e che rallenti il
passaggio degli zuccheri nel sangue; affinché sia davvero efficace, l'integratore deve contenere il 90% di proantocianidine (la categoria di antiossidanti a cui appartiene il picnogenolo).
Per prevenire le malattie cardiovascolari
la dieta più adatta sembra essere quella mediterranea.
Potremmo indicare i seguenti cibi sì
per prevenire le malattie cardiovascolari : cereali e derivati, pesce
(preferibilmente salmone, sgombro, aringa e sardina), carni magre e bianche
(pollo, tacchino, coniglio), legumi, verdura e frutta fresche, frutta secca e
semi oleosi, condimenti con acidi grassi polinsaturi (come gli oli di semi di
mais, soia, girasole), vino (soprattutto rosso) e birra in quantità moderate di
1-2 bicchieri al giorno e tè; i seguenti cibi no : salumi, insaccati,
carni grasse, frattaglie, latte intero e formaggi grassi, condimenti di origine
animale (burro, panna, pancetta, lardo, margarina), dolci e alimenti ricchi di
zuccheri semplici, aperitivi e superalcolici, sale da cucine (non deve superare
i 5 grammi al giorno), fritti e soffritti, merendine industriali.
In particolare il salmone e le mandorle
sono tra i migliori cibi per il cuore : con i loro valori di colina,
niacina, potassio, selenio e omega-3 abbassano la pressione.
I migliori alimenti per difendere il
cuore sono ad esempio alcune verdure come le crucifere (broccoli, cavoli,
cavolfiori, rucola e cavoletti di Bruxelles) che sono alimenti ricchi di
sulforafano, un raro antiossidante dall'azione antinfiammatoria che difende il
cuore e protegge la salute dei polmoni.
Affinché funzioni però il cibo deve
essere scaldato un pò in modo da liberare le sue molecole.
Per la frutta è ottima una manciata di
frutti di bosco, anche surgelati : abbassano la pressione più di ogni altro
vegetale.
Secondo il British Journal of Nutrition
4 manciate di noci, mandorle o arachidi a settimana riducono del 37% il
rischio di cardiopatia legata al colesterolo, perché alzano i livelli di Hdl
e riducono quelli di Ldl.
Lo stesso effetto eccezionale hanno i semi di lino,
l'alimento più ricco in assoluto di Omega-3
Ridurre i battiti del cuore.
Si può
realizzare impostando il proprio allenamento con il metodo degli intervalli. In
pratica, con l'aiuto di un cardiofrequenzimetro, chiudere la prima sessione solo
dopo aver raggiunto i 160 battiti per minuto; quindi fare una pausa e passare
alla sessione successiva solo quando i battiti sono scesi a 130 al minuto. In
tal modo si allena il cuore a diventare un muscolo sempre più robusto.
L'obiettivo è arrivare a una condizione in cui la frequenza cardiaca cali di 25
battiti entro un minuto dal termine dello sforzo : questo è il segno che il
proprio cuore è davvero allenato a reagire ai diversi stress fisici.
Più il cuore batte lentamente meglio è per
la propria salute : è un pò come se un lavoro eccessivo lavorasse il muscolo
cardiaco. L'obiettivo è scendere sotto i 70 battiti al minuto a riposo (negli
atleti ancora meno).
Il momento migliore per misurare le
pulsazioni cardiache al minuto è al mattino appena svegli prima di alzarsi dal
letto.
Più in fretta scende il numero dei tuoi
battiti e più in forma è il tuo cuore.
Provare a controllare la frequenza
cardiaca subito dopo uno sforzo, lasciare passare un minuto e controllarla di
nuovo : sottrarre il primo risultato dal secondo, se la differenza è maggiore di
35 si è in forma, se è meno ma è maggiore di 25 si è abbastanza in forma, se è
meno di 25 non si è in forma!
Seguendo le indicazioni del proprio
medico, fare uso di un integratore a base di niacina (vitamina
B3) a lento rilascio.
Eliminerebbe una parte del colesterolo più
cattivo. Uno studio olandese ha mostrato che alte dosi di niacina riducono del
17% le lipoproteine-a, le particelle di colesterolo più piccole e pericolose.
Dormire 30 minuti di più ogni giorno.
Un piccolo pisolino pomeridiano di 30 minuti può aiutare la salute del cuore.
Uno studio greco ha scoperto che chi fa una pennichella pomeridiana di 30 minuti
3 volte a settimana riduce di più di un terzo il rischio di avere qualche grave
problema coronarico.
Farsi massaggiare i muscoli. In uno
studio dell'Università della Florida del Sud (Usa) i soggetti che si sono
sottoposti a 3 massaggi da 10 minuti alla settimana hanno evidenziato una
riduzione di 18 punti della pressione sistolica (massima) e di 5 punti della
diastolica (minima) dopo 10 sessioni.
Bere un bicchiere di
vino rosso al giorno. Secondo uno studio pubblicato negli Annals of
Epidemiology, piccole quantità di alcool aiutano a tenere sotto controllo il
livello di zuccheri nel sangue (ovvero la glicemia).
LA BRADICARDIA IL BATTITO RALLENTATO
Si sa che più
bassa è la frequenza cardiaca più lunga è l'aspettativa di vita.
Le persone cui il
cuore è soggetto ad un numero limitato di battiti al minuto, sono meno esposte a
problemi come aterosclerosi, ictus ed infarto.
Il battito
cardiaco considerato normale è tra i 70 e i 100 battiti al minuto.
Si parla invece di
bradicardia quando è inferiore a 60 battiti al minuto.
E' una condizione
costituzionale quando si è in presenza di un'ipertonia vagale, ossia una
maggiore sensibilità del nervo vago.
Il battito è
infatti regolato da due nervi, il simpatico e il parasimpatico o vago.
Il primo nervo è
responsabile dell'accelerazione del battito, il secondo nervo invece ha la
funzione di rallentarlo.
La condizione di
bradicardia va invece indagata quando compaiono sintomi come vertigini, dispnea,
stanchezza, confusione, ipotensione e disturbi del sonno o della memoria.
Se ad esempio
oltre al rallentamento del battito si avverte uno strano senso di vertigine o ci
si sente molto stanchi, può trattarsi di un blocco atrio-ventricolare o di un
cattivo funzionamento del seno nodo-atriale.
La cura in
entrambi i casi può consistere nell'applicazione di un pacemaker, ovvero un
apparecchio che produce impulsi elettrici, sufficienti a stimolare il cuore a
pulsare normalmente.
Se invece la
bradicardia è associata a mancanza di appetito ma con tendenza ad ingrassare e
sensazione di freddo e debolezza, bisogna controllare il livello degli ormoni
tiroidei : se sono scarsi è possibile si tratti di ipotiroidismo.
Il medico saprà
ben dirvi.
La bradicardia è
anche una condizione tipica degli atleti : con l'allenamento fisico il battito
cardiaco tende a rallentare.
Molti sportivi
famosi hanno un ritmo cardiaco molto lento, per esempio ilo grande ciclista
Fausto Coppi aveva 40 battiti al minuto.
Un regolare
esercizio fisico infatti migliora la capacità del cuore di pompare il sangue.
La bradicardia
degli atleti è temporanea e rientra nella normalità una volta sospesa l'attività
agonistica.
EREDITARIETA'
DELL'INFARTO
Può esserci una
predisposizione a sviluppare malattie cardiovascolari e, nel caso, è opportuno
approfondire con il cardiologo.
Solitamente
l'infarto in giovane età è segno della presenza di una componente genetica
combinata ad uno stile di vita non corretto.
Le condizioni che
possono influire sulla salute del cuore e che possono avere una base genetica
sono pressione alta,
dislipidemia familiare (colesterolo alto nel sangue non legato soltanto
all'alimentazione) e la predisposizione a sviluppare il
diabete di tipo II.
Un'altra
problematica del sangue che si eredita geneticamente è la trombofilia, nella
quale sono alterati uno o più fattori della coagulazione; il sangue in pratica
tende a coagulare più del normale e si ha un maggior rischio di formazione di
trombi e placche aterosclerotiche e quindi di occlusione delle arterie.
Per valutare i
fattori della coagulazione vanno eseguiti test specifici e se sono positivi
anche gli altri membri della famiglia devono effettuarli.
Spesso è
necessario assumere giornalmente farmaci anticoagulanti o antiaggreganti
piastrinici per evitare la formazione di trombi.
Altri fattori di
rischio da valutare e da modificare sono i comportamenti e gli stili di vita, ad
esempio il fumo, la
sedentarietà e una
dieta troppo calorica.
Se necessario lo
specialista prescriverà farmaci per controllare la pressione, ridurre il
colesterolo e controllare la glicemia.
ESAMI STRUMENTALI DEL CUORE
Pressione arteriosa
Elettrocardiogramma
(ECG or EKG) è la registrazione dell'attività elettrica del cuore, cioè
di come si contrae e si rilascia. Dal tracciato elettrocardiografico
emergono battiti cardiaci anomali (aritmie), aree danneggiate,
ingrossamento del cuore o flusso sanguigno inadeguato.
Elettrocardiogramma sotto sforzo
serve a registrare il ritmo cardiaco durante l'esercizio fisico, perché
alcune disfunzioni emergono solo quando il cuore è sotto "stress". L'ECG
viene effettuato prima, durante e dopo, un esercizio su tapis roulant o
cyclette; contemporaneamente si misurano anche pressione arteriosa e
ritmo respiratorio. Questo tipo d'esame non è molto attendibile: falsi
positivi e falsi negativi sono abbastanza frequenti.
Scansione nucleare (PET)
si usa per evidenziare con precisione le aree danneggiate ed evidenziare
anomalie nella funzione di pompa del cuore. Si inietta endovena, nel
braccio del paziente, una sostanza radioattiva e poi si fotografa la sua
distribuzione all'interno del muscolo cardiaco. Se ci sono zone
danneggiate, queste non risulteranno radiomarcate.
Angiografia (arteriografia)
serve a indagare lo stato di salute delle arterie coronarie e delle
camere cardiache (gli atrii e i ventricoli). Un catetere molto sottile
viene inserito in un'arteria, del braccio o della gamba, e sospinto fino
a raggiungere le coronarie e il cuore. A questo punto si inietta un
colorante, per aumentare il contrasto, e poi si effettua una radiografia
a raggi X, che filma i movimenti del colorante. Da un monitor collegato,
il medico riesce a vedere il flusso e la pressione in ogni camera, e può
localizzare con precisione eventuali strozzature all'interno delle
coronarie, dovute alle placche aterosclerotiche.
Ecocardiografia:
con un dispositivo ottico, il trasduttore, che viene
fatto scivolare sulla cute del torace, si inviano onde sonore ad alta
frequenza (ultrasuoni) agli organi interni. Durante il loro percorso le
onde sono riflesse dai tessuti che incontrano, tornano quindi sotto
forma di "eco" al trasduttore, che le converte in immagini in movimento,
proiettate su un monitor televisivo. L'interpretazione dei risultati
consente di acquisire informazioni su forma, dimensioni e funzionamento
del cuore.
Ecodoppler:
sfrutta lo stesso meccanismo a ultrasuoni dell'ecografia, ma indaga più
in dettaglio. Consente di vedere se le valvole cardiache sono bloccate o
danneggiate, se ci sono coaguli all'interno delle coronarie, e come il
sangue fluisce all'interno del cuore.
Holter: è una
piccola scatola che contiene un registratore e una batteria, si indossa
con l'aiuto di un cerotto e va portato, in vita o su una spalla per 24
ore. Alla scatola sono collegati 5-7 elettrodi, che si applicano sul
torace, e trasmettono ininterrottamente al monitor gli impulsi elettrici
generati dal cuore. In pratica, si ottiene un ECG di un giorno intero,
con il vantaggio che l'attività cardiaca viene registrata durante le
normali attività quotidiane (lavorare, mangiare, dormire) svolte dal
paziente, e magari anche nei momenti in cui si verifica un'aritmia o si
avverte un dolore al petto.
Angiotac : è una tac specifica per vene e
arterie, si inietta in una vena del braccio un mezzo di contrasto capace
di visualizzare coronarie, camere cardiache ed eventuali placche
aterosclerotiche.
Scintigrafia del miocardio : l'iniezione
di isotopi radioattivi, che si distribuiscono in circolo, serve a
valutare la funzionalità del cuore, confermando o escludendo una
sindrome coronarica acuta.
Coronarografia : l'esame visualizze le
coronarie, attraverso un'arteria della gamba o del braccio si inietta un
liquido di contrasto per individuare la presenza di eventuali occlusioni
o restringimenti.
Tac multistrato : una delle ultime
frontiere della tecnologia, compie viaggi virtuali e in 3D dentro il
cuore, con immagini elaborate da un software.
ESAMI DEL SANGUE UTILI PER
MONITORARE LA SALUTE DEL CUORE
: si
dosa il colesterolo totale, e la frazione HDL (quella protettiva).
Valori accettabili di colesterolo totale non devono superare 200mg/dl e,
dopo i 50 anni, 260mg/dl. Il colesterolo HDL, invece, deve essere
compreso tra 50 e 60mg/dl, per le donne, e tra 40 e 50mg/dl per gli
uomini.
Trigliceridi: il
valore normale non deve superare 1,60g/l
Transaminasi:
enzimi prodotti dal fegato, che ne indicano il funzionamento; se il
fegato non funziona bene può risultare alterato anche il metabolismo dei
lipidi. Generalmente si dosano la SGPT e la SGOT. I valori normali per
la ALT (SGPT) vanno da 5 a 40 UI/l e per la SGOT (AST) da 5 a 35 UI/l.
Glicemia basale: è
la quantità di glucosio nel sangue del paziente a digiuno, serve a
scoprire il diabete. I valori di riferimento vanno da 0,8 a 1,2g/l,
valori superiori individuano uno stato pre-diabetico, cioè a rischio.
Oltre i 2g/l, invece, la diagnosi di diabete è praticamente certa, anche
se va confermata con ulteriori esami.
Uricemia: quantità
di acido urico presente nel sangue, i valori normali per le donne sono
compresi tra 40 e 50mg/l, per gli uomini tra 50 e 60mg/l. Valori anomali
sono spesso associati ad altri indici di rischio, quali l'obesità e il
diabete.
Elettroforesi delle sieroproteine:
consiste nel separare le proteine, presenti nel siero, in base al loro
peso molecolare, sfruttando la "spinta" di un campo elettrico. Una volta
separate, di solito in 5 gruppi principali, le proteine vengono
quantificate. Questo test serve ad escludere molte patologie che
influenzano qualità e quantità delle proteine seriche. Valori medi di
riferimento:
Albumina 43g/l o 60%
Alfa 1 globulina 3g/l o 4%
Alfa 2 globulina 6g/l o 8%
Beta globulina 9g/l o 12%
Gamma globulina 12g/l o 16%
All'Università Tor Vergata di Roma
hanno scoperto la loxina, una proteina in grado di neutralizzare buona parte
degli effetti nocivi del colesterolo cattivo e di proteggere il cuore
dall'infarto.
E' stata messa a punto un'analisi del sangue (Loxin test)
capace di rilevare la proteina.
Per quanto riguarda gli
esami del sangue, probabilmente non
sarà più necessario fare un prelievo con ago e siringa, infatti il fisico
tedesco Holger Jungmann e il radiologo Michael Schietzel, in collaborazione con
la società Mbr Optical System di Wuppertal, hanno realizzato uno strumento
medico che, analizzando i riflessi di un fascio concentrato di luce bianca
puntato sulla pelle, riesce a rilevare i parametri più importanti
dell'emoglobina, la proteina presente nei globuli rossi che trasporta l'ossigeno
dai polmoni ai tessuti. Questo nuovo tipo di strumento, oltre ad essere
completamente indolore, è anche istantaneo e permette analisi più semplici, nel
momento stesso che si proietta la luce, i risultati appaiono sul display.
Una grinza sul lobo auricolare
(una profonda piega verticale) potrebbe indicare una maggiore incidenza di
malattie cardiovascolari (studio condotto all'Università di Osaka in Giappone).
In attesa di altri progressi, l'imperativo
è : dieta corretta e camminare!
IL CUORE DELLE DONNE E DEGLI UOMINI
BATTE ALLO STESSO MODO?
No.
Quello delle donne batte più velocemente
di quello maschile.
Ciò è dovuto alla diversa massa corporea,
anche se è risaputo che il cuore di un uomo e quello femminile lavorano anche in
modo differente, soprattutto in caso di attacchi cardiaci.
E proprio per questa diversa velocità
infatti, alcuni trattamenti usati sugli uomini devono essere modificati o
cambiati del tutto sulle donne.
Leggere anche il capitolo
Rallentare l'invecchiamento e mantenersi in salute,
il quale vuole anche essere la sintesi complessiva per prevenire le malattie e
mantenersi in buona salute.
Sono molti coloro che ringraziano
Dio per aver avuto un attacco cardiaco: ne sono guariti e hanno scoperto una
nuova vita, più ricca di soddisfazioni e più serena.
Ma purtroppo esistono
migliaia di persone che non sono tanto accorte da capire il pericolo che corrono
prima che sia troppo tardi.
Ricapitolando : una dieta adeguata e
l'esercizio fisico sono le due cose più importanti che si possono fare per il
proprio cuore.
Altri argomenti correlati :
acidi grassi polinsaturi,
coenzima Q10, grassi,
omocisteina,
arteriosclerosi, fumo,
pressione
sanguigna, lo stress, la
melatonina,
ormone della
crescita.
SENTIRE IL CUORE DAL
POLSO
E' vero che si può sentire il cuore dal polso?
Il battito che si sente tastando il polso non è quello del
cuore.
E' bensì la dilatazione della parete dell'arteria e la sua
contrazione sotto la pressione del sangue.
Il cuore è troppo lontano per poter essere sentito in
questo modo.
FRONTE RUGOSA? ATTENZIONE AL CUORE
Potrebbe segnalare l'indurimento delle arterie, lo
sostiene Yolande Esquirol, docente di medicina del lavoro al Centro Ospedaliero
Universitario di Tolosa, in una ricerca presentata al Congresso della Società
Europea di Cardilogia.
TESTARE LA SALUTE DEL CUORE DAL NUMERO
DI FLESSIONI
- Vuoi testare la salute del tuo cuore?
Pancia a terra e vai con le flessioni!
Se sei un uomo di mezza età e ne riesci a fare almeno
40 consecutive, avrai un rischio inferiore addirittura al 96% di sviluppare
malattie cardiache rispetto a coloro che sono in grado di farne meno di una
decina.
Secondo uno studio della Harvard TH Chan School of Public
Health di Boston (USA), pubblicato su Jama Network Open, i piegamenti sulle
braccia rappresentano, infatti, un metodo sotto sforzo migliore del tapis
roulant per aiutare i medici a valutare il rischio di malattie cardiovascolari.
A questa conclusione gli scienziati sono giunti dopo aver
seguito 1104 vigili del fuoco con un'età media di 39,6 anni e con un indice
medio di massa corporea di 28,7 (quindi in sovrappeso) in uno studio
retrospettivo tra il 2000 e il 2010.
Trentasei dei 37 eventi cardiovascolari registrati in
questo arco di tempo si sono verificati negli uomini che non sono stati in grado
di fare almeno 40 flessioni durante l'esame di riferimento, fatto che ha portato
i ricercatori a rilevare come la capacità di eseguire flessioni sia inversamente
associata al rischio a 10 anni di eventi cardiovascolari tra gli uomini di età
compresa tra 21 e 66 anni.
Il cuore se colpito da infarto o altre malattie, non
si può generare : ripararlo ed evitare che si formino cicatrici è anche un
obiettivo della terapia
genica.
Un ottimo integratore naturale da
provare sicuramente per combattere ansia,
depressione e migliorare l'umore è
Humor.
Genesis (il
sorprendente integratore multifattoriale di Naturdieta)
Per ogni altra informazione rivolgersi al proprio
medico.
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