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Cosa è realmente la molecola melatonina? Ci si sveglia già stanchi? Il sonno non porta riposo? Spesso ci si sente fuori "fase" ? La melatonina può migliorare la qualità del sonno.
La melatonina è una molecola naturale secreta dalla ghiandola endocrina pineale o epifisi (una ghiandola posta alla base del cervello), assolutamente innocua, decresce nell'organismo con l'avanzare dell'invecchiamento e quindi dell'età.
Il regolamento (UE) 432/2012 consente due tipi di claims:
“contribuisce ad alleviare gli effetti del jet lag”, indicando in etichetta al consumatore che l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione, poco prima di coricarsi, di un minimo di 0,5 mg della sostanza il primo giorno di viaggio e per alcuni giorni dopo l’arrivo a destinazione.
“contribuisce alla riduzione del tempo richiesto per prendere sonno”, indicando in etichetta al consumatore che l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione, poco prima di coricarsi, di 1 mg della sostanza.
La melatonina agisce sull'ipotalamo ed ha la funzione di regolare il ciclo sonno-veglia.
La denominazione chimica della melatonina è (N-acetyl-5-methoxytryptamine) e la formula chimica è C13H16N2O2.
La melatonina non è un farmaco, ma una molecola naturale i cui effetti ed innocuità sono molto ben conosciuti.
La melatonina è stata scoperta ed isolata da Lerner negli anni Cinquanta.
Successivamente sono stati effettuati studi nei quali la melatonina veniva somministrata in dosi enormi nell'uomo per settimane e non dava luogo ad effetti collaterali.
Inoltre nessun ricercatore è riuscito a far morire un topo in laboratorio anche somministrando dosi altissime di melatonina.
Il nome Melatonina le è stato attribuito per la sua proprietà di indurre la mutazione dei cromatofori, cioè delle cellule melanociti che trasportano il pigmento responsabile ad es. della colorazione della pelle.
La melatonina è presente ovunque (nei vegetali, nel latte, in tutti gli esseri viventi).
La melatonina si limita fondamentalmente a proteggere la ghiandola pineale, restaurando indirettamente i ritmi ormonali giovanili.
La carenza di melatonina rappresenta un importante segnale di invecchiamento : quando il livello di melatonina diminuisce, si invecchia.
Il meccanismo di azione della melatonina pare non sia né di natura chimica, né biochimica, né recettoriale, né ormonale.
Il principio sul quale si basa la melatonina non è farmacologico, consiste invece nel creare un picco notturno più o meno alla stessa ora tutte le notti.
Esistono anche dei kit salivari per misurare il livello di melatonina.
La dose massima di melatonina sperimentabile dovrebbe essere di 3 milligrammi la sera, provando eventualmente a diminuire la dose (anche dividendo in due una compressa agevolmente).
La somministrazione di melatonina deve avvenire la sera prima di spegnere la luce e dormire : durante il giorno altererebbe il ritmo.
Assumendo la melatonina di sera non si fa che assecondare la natura, mettendo a riposo la pineale che non si deve sforzare di produrla e permettendo la resincronizzazione dei ritmi ormonali.
La melatonina è in concentrazioni elevatissime nel nucleo delle cellule.
La melatonina è prodotta e secreta da diversi tessuti ed organi, ma di notte solo dalla ghiandola pineale.
E’ essenziale che la melatonina sia in forma purissima. Alcuni assumono melatonina la sera prima di dormire 0.3 - 0.5 mg.
Attenzione però : chiedere sempre al proprio medico prima di fare da sé e assumere melatonina. Questo sito non si assume alcune responsabilità.
La melatonina si può anche usare in soluzione : in acqua la melatonina è solubile a caldo ma tende a precipitare per raffreddamento, è quindi meglio dissolverla in un solvente in cui è molto solubile, come l' alcool etilico, per poi aggiungere l'acqua lentamente, sotto agitazione.
Ecco un esempio di riferimento : melatonina 0.1g, alcool etilico al 95% 2.5g, glicole propilenico 0.5 g, acqua depurata q.b. a 10 ml. Un ml corrisponde a 10 mg di melatonina.
PREDISPOSIZIONE AD UN SONNO MIGLIORE | 300mcg-5mg | Migliora il sonno senza effetto rimbalzo alla sospensione. |
CAMBIAMENTO DI FUSO ORARIO | 1-10mg | Aiuta ad abituarsi presa il giorno dopo del volo |
MANTENIMENTO DELLA MEMORIA | 5-6mg | |
MIGLIORE SISTEMA IMMUNITARIO | 10-40mg | Stimola il sistema immunitario. |
ANTIOSSIDANTE | Azione blanda a bassi dosaggi. | |
AUMENTO VITA IN ANIMALI | ||
PREVENZIONE E TRATTAMENTO CANCRO | 40mg-700mg | Può prolungare la vita in soggetti affetti da glioblastoma, un tipo di tumore cerebrale. Tamoxifene + melatonina pare rallentare il tumore alla mammella. Sei su 40 pazienti in uno studio trattati con 700mg hanno avuto decremento transitorio della massa tumorale. |
Uno dei maggiori studiosi della melatonina è il Dr. Walter Pierpaoli.
MELATONINA : UN ORMONE MIRACOLOSO?Secondo alcuni la melatonina non può essere considerata un ormone, infatti viene sintetizzata nell'organismo anche da altri organi e non solo dalla pineale; se si asporta la pineale la melatonina circolante non scompare come invece avviene quando vengono rimosse le ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide, surrenali, gonadi).
Non esiste alcun fattore di rilascio per la melatonina come invece si verifica con tutti gli ormoni classici; se somministrata a dosi enormi di grammi al giorno per via orale non ha provocato effetti collaterali, contrariamente a qualsiasi ormone (da uno studio olandese).
La somministrazione prolungata di melatonina non può indurre atrofia della pineale, infatti l'inibizione della sintesi dopo somministrazione orale non sembra dipendere come accade per gli ormoni classici dall'inibizione della sintesi dei fattori trofici, ma da una semplice inibizione retroattiva prodotta dalla stessa melatonina.
La melatonina provoca effetti da sovradosaggio pressoché nulli.
Se si somministra melatonina esterna gli enzimi dell'organismo umano non si attivano per produrla, semplicemente invece la ghiandola si mette a riposo.
Quando cessa la somministrazione di melatonina, la produzione endogena riprende come prima, anzi si afferma anche meglio di prima.
Qualche studioso ha iniziato a pensare che restaurando i ritmi notturni di melatonina, i quali hanno a che fare con i cicli ormonali, è possibile ottenere dei benefici.
La molecola della melatonina pare risincronizzare l'organismo, mantenendo integri sistema neuroendocrino, ormoni e sistema immunitario.
La melatonina sembra inoltre lavorare in sinergia con vari farmaci migliorandone sensibilmente l'efficacia.
In realtà, da esperimenti effettuati sui topi, si è notato che non è la melatonina a prolungare la vita ma la ghiandola pineale, se trapiantata da un topo giovane ad uno vecchio.
E viceversa il trapianto di una ghiandola pineale invecchiata in un topo giovane, che conservava la sua pineale giovane, lo faceva rapidamente invecchiare (lavori del Prof. Pierpaoli pubblicati nel 1994 su Proceedings of the National Academy of Sciences degli USA).
Questo porta a pensare che la pineale vecchia porta un programma di invecchiamento che supera qualsiasi ostacolo, ignorando anche il segnale della pineale più giovane.
Si potrebbe quindi pensare di asportare in un organismo la ghiandola pineale non appena questa inizia a portare i segnali di invecchiamento, sperando di arrestare il processo di invecchiamento stesso.
Il professor Walter Pierpaoli è probabilmente il massimo studioso mondiale sulla melatonina.
LA MELATONINA COME ANTIOSSIDANTE E ANTI INVECCHIAMENTO
Evitare alla pineale di invecchiare pare quindi ritardare l'invecchiamento dell'intero organismo.
Il livello di melatonina contenuto nel sangue declina rapidamente con l'ètà :
Nell'uomo il trapianto di pineale è arduo in quanto ci sono enormi problemi di rigetto.
Ovviamente la rimozione della ghiandola pineale è comunque un estremo rimedio.
Un intervento anti età costante nel tempo, grazie all'opera graduale di una molecola come la melatonina sarebbe possibile.
La melatonina potrebbe rendere del tutto inutili una certa parte di farmaci attualmente in circolazione.
Date le proprietà della melatonina di essere sia idrosolubile che liposolubile (proprietà rara in natura), la molecola è in grado di diffondere in ogni parte dell'organismo, superando persino la barriera ematoencefalica del cervello e quella placentare, proteggendo dunque qualsiasi cellula del corpo.
Ciò la rende di gran lunga versatile ed è la più potente rispetto agli antiossidanti conosciuti.
Inoltre, la melatonina è presente in concentrazioni relativamente elevate nel nucleo cellulare, associandosi strettamente alla molecola di DNA: pur non conoscendo la modalità di questo legame, si è scoperto che la melatonina possiede una capacità senza pari di proteggere le molecole di DNA dai radicali liberi.
Potrebbe quindi risultare un fattore chiave nella prevenzione del cancro.
La melatonina protegge la ghiandola pineale dall'invecchiamento, avendo una potente azione antinvecchiamento sulla ghiandola.
Questo è dimostrato sui topi da studi scientifici.
In caso di somministrazione di melatonina dall'esterno, la ghiandola pineale invecchia meno rapidamente, rallentando tutto il programma di deterioramento dell'organismo.
La ghiandola pineale mantenuta giovane rallenta l'invecchiamento dell'intero organismo ----> la melatonina rallenta l'invecchiamento della pineale mettendola a riposo, la quale sembra impartire l'ordine di invecchiare, questo in evidenza il concetto.
Infatti se la melatonina è somministrata dall'esterno, la ghiandola pineale non ha più bisogno di produrla, rallentando il proprio invecchiamento e adempiendo per intero alla produzione di altre importanti sostanze come ad es. il TRH
E' dimostrato che la melatonina non presenta effetti tossici neppure se venisse somministrata in quantità di diversi cucchiai al giorno!
Se il livello di melatonina risulta basso, la somministrazione esogena (dall'esterno) rimpiazza la carenza; se il livello endogeno (già presente nell'organismo) risulta alto, la somministrazione ulteriori di melatonina non ha alcun effetto, l'organismo trattiene la dose sufficiente, eliminando con le urine il resto.
Da studi scientifici si è dimostrato inoltre che la melatonina normalizza i livelli di zinco nell'età avanzata.
Pare altresì che assumendo melatonina ogni parametro risulta migliorato.
La melatonina servirebbe quindi anche a non invecchiare.
Perché impedisce al "centro di smistamento" nella ghiandola pineale (che in realtà una ghiandola non è) di non deteriorarsi, e quindi a non poter far più partire gli impulsi che regolano i ritmi naturali del giorno e della notte, quelli che ci mantengono sincronizzati ogni istante, tramite il sistema ormonale, con l’ambiente in cui viviamo.
Se ci allontaniamo da questo ambiente naturale, invecchiamo più rapidamente.
La realtà del mondo in cui si vive ci sfugge in quanto ne siamo una parte integrante.
Noi navighiamo in una dimensione della quale ignoriamo la natura ed i confini, ed i nostri unici punti di riferimento sono solo i ritmi scanditi dal giorno, dalla notte e dalle stagioni.
Si scrive che è del tutto innocua anche a dosi altissime e per periodi lunghissimi.
Esistono lavori documentatissimi, ma non vengono mai citati.
Tuttavia bastano pochi milligrammi di melatonina (al massimo 3) per mettere la pineale " a riposo " durante la notte e proteggere quindi la pineale, il nostro centro di smistamento ormonale, dalla senescenza.
Non invecchiando la pineale, non possiamo invecchiare o, almeno, il processo dell’invecchiamento non sarà mai più come lo abbiamo visto e vissuto fino ad ora.
EFFETTI DELLA MELATONINA SULLE DONNE IN MENOPAUSA
E' stato effettuato uno studio clinico circa le capacità della melatonina di ripristinare i ritmi ormonali antecedenti la menopausa, per avere una risposta anche sulla capacità della melatonina di invertire il processo di invecchiamento generale nell'organismo.
Lo studio ha avuto effetti positivi! (effettuato presso la clinica Madonna delle Grazie di Velletri dal Prof. Walter Pierpaoli e il dottor Giulio Bellipanni, pubblicato sulla rivista Experimental Gerontology 36, 2001, 297-310).
E' stato effettuato tra donne di 42-62 anni, mostrando che la melatonina in soli sei mesi è riuscita a far "ringiovanire" donne di età variabile fra i 42 e i 62 anni.
Anche la funzione tiroidea veniva ripristinata, diminuisce la depressione.
Sono stati somministrati 3 milligrammi di melatonina alla sera per 6 mesi.
La melatonina nelle donne in perimenopausa ricostituisce in modo straordinario la condizione endocrina giovanile e fa regredire rapidamente tutti i disturbi neurovegetativi e psichici che accompagnano la menopausa, in particolare lo stato di ansia, nervosismo e depressione.
La melatonina notturna risincronizzerebbe l’intero sistema ormonale e, proteggendo la pineale, la mantiene giovane e in grado di produrre altre formidabili molecole.
La melatonina può essere anche attiva nella sindrome premestruale.
RELAZIONI CON SONNO E INSONNIA : LA MELATONINA COME REGOLATORE SONNO-VEGLIA
La melatonina viene sintetizzata o secreta di notte dalla ghiandola pineale : poco dopo la comparsa dell’oscurità le sue concentrazioni nel sangue aumentano rapidamente e raggiungono il massimo tra le 2 e le 4 di notte per poi ridursi gradualmente all’approssimarsi del mattino.
L’esposizione alla luce inibisce la produzione della melatonina in misura dose-dipendente.
A dosi farmacologiche la melatonina sembra poter risincronizzare l’orologio biologico interno in caso di variazioni indotte da repentini cambi di fuso orario.
A conferma di questo ruolo dell’ormone un recente editoriale del British Medical Journal ha preso in considerazione una metanalisi di 10 trial randomizzati controllati in cui la melatonina è stata messa a confronto con un placebo in viaggiatori di lunghe percorrenze.Ben 8 di questi studi hanno rilevato che questo ormone si dimostra realmente efficace nell’alleviare gli effetti del jet lag.
Bastano secondo i ricercatori, dai 2 ai 5 milligrammi di questa sostanza, quando si va a letto il primo giorno dopo il viaggio e nei successivi 2-4 giorni, per assestare i propri ritmi sul nuovo fuso orario.
La melatonina ha relazioni con il sonno ma indirette.
E' utile al sonno perché migliorando i ritmi biologici la melatonina fa sì che ci si addormenti più facilmente.
La melatonina rimette esclusivamente in moto un sistema che risulta essere alterato nei suoi ritmi.
Prima che tutto torni in equilibrio possono passare addirittura settimane!
Finché una notte, di colpo, arriva il sonno ristoratore.
Inoltre anche se si dorme poco, si dorme meglio e dopo alcuni giorni ci si sentirà benissimo.
Non essendo né un farmaco né un sonnifero la melatonina non agisce improvvisamente.
Non c'è altro sistema se non quello di continuare ad assumere i mg di melatonina indicati alla sera prima di dormire.
Un effetto immediato, prima che sia stato ricostituito il ciclo biologico alterato non è pensabile.
Bisogna inoltre assicurarsi che la melatonina usata sia prodotta con il sistema GMP (Good Manufacturing Practise) che da garanzia che la compressa finale contiene esattamente quanto dichiarato.
Non essendo un farmaco se ne potrebbe assumere anche in eccesso senza restringerne eventuali effetti collaterali; per saturare l'organismo durante la notte ne basterebbero anche meno di 3 mg (1-2 mg).
Una parte della melatonina che si assume per via orale viene distrutta, un'altra parte viene metabolizzata dal fegato e si trasforma in idrossimelatonina.
Vi sono stati effetti indesiderati all'inizio dell'assunzione di melatonina : tachicardia, capogiri, insonnia, emicrania.
In questo caso bisogna verificare in primis la qualità della melatonina che si sta assumendo, quindi bisogna essere sicuri che si sta assumendo la melatonina prima di spegnere la luce e alla sera.
Ci vuole inoltre del tempo per restaurare un organismo alterato.
Questi sintomi, secondo il Prof. Pierpaoli (in uno dei suoi libri) possono essere passeggeri.
Se un soggetto assume melatonina perché vuole invecchiare bene, la qualità del suo sonno sarà diversa, in quanto la melatonina provvederebbe a normalizzare determinati parametri.
Il sonno sarà diverso da quello di prima e potrebbe essere migliore.
Alcune persone assumono la melatonina prima di mezzanotte allo scopo che il picco notturno si formi intorno alle 1-2 AM e non più tardi.
La melatonina aggiusterebbe i vecchi ritmi alterati e talvolta ci vorrebbero settimane e mesi per riassettare il cervello ed i ritmi ormonali.
Ma il risultato arriverebbe e solo chi si fermerebbe non riuscirebbe a trarre vantaggi, dato che il sonno è solo un aspetto trascurabile in quanto in realtà la melatonina protegge solo la ghiandola pineale che poi riacquisterebbe una funzionalità giovanile.
Purtroppo in questo mondo a volte folle non sappiamo rispettare i ritmi del mammifero uomo ed i risultati saranno, e sono, già drammatici.
E' possibile trovare informazioni complete e ulteriori ad es. sui libri del Prof. Pierpaoli "120 e passa di media...Vivere Bene, Invecchiare Giovani e Morire Sani", "The melatonin miracle" e traduzione italiana "La fonte della giovinezza".
La melatonina è una sostanza naturale ampiamente sperimentata in laboratorio e che quindi andrebbe studiata ulteriormente e si potrebbe pensare ad un uso in senso profilattico e nello stesso tempo terapeutico.
L'assunzione della melatonina non è consigliata in gravidanza ed ai bambini troppo piccoli e sani.
"E' la natura che si è inventata tutto; noi invece brancoliamo nella chimica, e diamo definizioni ridicole di molecole di cui sappiamo poco o niente". Uno studioso.
La fluvoxamina aumenta significativamente il livello serico di melatonina, potendo quindi essere causa di eccessiva sonnolenza.
È risaputo, inoltre, che la fluvoxamina aumenta la secrezione endogena di melatonina, sembra a causa dell'inibizione degli isoenzimi che la metabolizzano, CYP1A2 o CPY2C9.
Questa interazione è particolarmente pericolosa quando melatonina e fluvoxatina vengono assunte assieme ad altri sedativi, come l'aloperidolo o il diazepam, a loro volta metabolizzati dagli stessi isoenzimi.
Sembra anche che la melatonina interagisca farmacodinamicamente con la nifedipina riducendo l'effetto antipertensivo della sua formulazione a lento rilascio, causando un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.
Questa tipologia di combinazione con la melatonina si è rivelata sorprendente e vincente in maniera energica sotto ogni aspetto, dando risultati di assoluto rilievo, mettendo alla porta le problematiche come ansia, jet lag, nervosismo, stress, palpitazioni, ansie, disfunzioni sessuali da stress e depressione.
EFFETTI SUL SISTEMA CARDIOVASCOLARE E SULL'IPERTENSIONE
Nonostante il meccanismo di questa interazione non sia noto, sembra che la melatonina svolga un ruolo nella regolazione del sistema cardiovascolare.
La melatonina, un ormone naturale del corpo, potrebbe un giorno essere usata in aggiunta ai tradizionali trattamenti per la pressione alta.
Secondo il ricercatore Frank A.J.L. Scheer e colleghi del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard Medical School di Boston, gli effetti della melatonina sulla pressione del sangue potrebbero essere dovuti alla sua capacità di contribuire al regolamento dell'orologio biologico del corpo.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Hypertension: Journal of the American Heart Association".
"Già in passato - spiega Scheer - si era osservato che le persone con pressione sanguigna elevata presentano spesso una soppressione dei livelli notturni di melatonina.
Di recente abbiamo scoperto che queste persone presentano dei disturbi al proprio orologio biologico. La scoperta potrebbe aprire la strada a nuovi approcci per la cura dell'ipertensione".
Scheer e colleghi hanno condotto lo studio presso l'Istituto olandese di ricerca sul cervello di Amsterdam.
Gli scienziati hanno studiato l'effetto di una singola dose di melatonina confrontandolo con quello di un regime più lungo.
Dopo aver somministrato per tre settimane a 16 volontari, un'ora prima di andare a dormire, placebo oppure 2,5 milligrammi di melatonina per via orale, i ricercatori hanno analizzato gli effetti confrontandoli con quelli di una somministrazione unica in un solo giorno.
I risultati mostrano che i pazienti che ricevevano melatonina ripetutamente presentavano una minore pressione notturna, sia sistolica che diastolica.
La dose singola di melatonina, invece, non aveva effetto sulla pressione del
sangue.
Fonte: Le Scienze
ALTRI EFFETTI DELLA MELATONINA
Altri effetti della melatonina sono documentati : sostiene la funzione immunitaria, abbassa i livelli di colesterolo nel sangue, protegge dagli effetti negativi dello stress, potrebbe aiutare a difendersi dal cancro e dalla malattie cardiache, stimola e sostiene la funzione sessuale (mettendo a riposo la pineale e risincronizzando i ritmi ormonali giovanili).
Addirittura vi sono stati studi nei quali la melatonina mostra benefici effetti nei malati affetti ad AIDS, somministrando melatonina purissima insieme a selenio e zinco.
La melatonina stimola la produzione dell'ormone della crescita.
La melatonina promuove la crescita delle cellule del midollo osseo.
Negli ultimi anni vari culturisti professionisti e svariate riviste d'informazione sportiva credono nella possibilità, supportata da alcuni studi scientifici, che dosi fra 0,5 mg e 3 mg di melatonina assunta di giorno 30-60 minuti prima dell'allenamento, aumentino i livelli di ormone della crescita, senza dare effetti collaterali, che di solito vengono riconosciuti in irritabilità e sonnolenza.
LA MELATONINA COME PRECURSORE DELLA SEROTONINA
Come precursore della melatonina, la serotonina regola i ritmi circadiani, sincronizzando il ciclo sonno-veglia con le fluttuazioni endocrine quotidiane.La serotonina è quindi anche un precursore della melatonina, il che significa che, quando il corpo lo richiede, viene convertito in melatonina.
Si crede che la serotonina svolga un ruolo importante nell'alleviare certe forme di depressione, e che sia il trasmettitore sul quale agisce la fluoxetina, uno degli antidepressivi più conosciuti ed efficaci.
Insieme all'intenso desiderio di carboidrati, i pazienti con disturbo affettivo stagionale hanno un certo numero di altri sintomi tipici.
La sintesi di melatonina è regolata dal ciclo luce/buio: in condizioni di luminosità si inattiva l’enzima acetilante che converte la serotonina in N-acetil-serotonina (precursore della melatonina), pertanto le concentrazioni di melatonina si riducono.
Parallelamente è stato osservato un aumento delle concentrazioni di dopamina, lasciando ipotizzare che l’aumento e la riduzione di questi due ormoni sia alla base dei cicli circadiani a livello oculare: in condizioni di buio si disattiva la trasmissione dopaminergica, mentre si attiva la sintesi di melatonina.
Si ritiene, che la melatonina e la N-acetil-serotonina siano uno dei principali sistemi impiegati dalla retina per detossificare i fotorecettori e le altre cellule nervose dalla massiva produzione di ROS che avviene, fisiologicamente, durante l’esposizione alla luce [Reiter RJ et al., Ann NY Acad Sci 1994; 719:1–12].
Infatti, sia la melatonina che il suo precursore N-acetil serotonina, possiedono spiccate proprietà antiossidanti.
Inoltre, la melatonina protegge i tessuti dall’eccessiva formazione di ossido nitrico reagendo direttamente con questo elemento chimico per formare N-nitrosomelatonina [Turjanski AG et al. J Am Chem Soc 2000; 122:10468–10469].
Né la serotonina, presente nel sangue, il 95% della serotonina del ns corpo è prodotta nell’intestino, sempre a partire dal triptofano, né la melatonina riescono a passare la barriera emato encefalica, cioè dal sangue entrare nel cervello, il triptofano si.
Pertanto il triptofano è l’unico precursore sia della serotonina che della melatonina.
L’assunzione di triptofano non porta ad un marcato incremento della serotonina cerebrale e quindi della melatonina, in quanto come ammino acido libero non è riconosciuto come alimento dal sistema gastro-intestinale, quindi è poco assorbito.
Inoltre compete con un gruppo di altri 5 ammino acidi sia per il passaggio della barriera emato-encefalica che per il passaggio della membrana intestinale.
Il miglior modo per aumentare il rapporto plasmatico triptofano vs i suoi competitori, quindi aumentare la sua velocità di captazione cerebrale, sembra sia assumere una proteina ricca di triptofano, ma povera degli altri competitori.
Sfortunatamente tutte le proteine della ns dieta sono povere di triptofano.
L’alfa-lattoalbumina (ALAC) è ricca di triptofano e povera dei suoi competitori.
Studi hanno dimostrato che è in grado di aumentare il rapporto plasmatico del triptofano vs i suoi competitori.
EFFETTI DELLA MELATONINA SULLA DEPRESSIONE STAGIONALE
La sigla SAD identifica il disturbo affettivo stagionale, ossia un disturbo del tono dell'umore innescato dal cambio di stagione o, forse più specificamente, dall'accorciamento delle giornate che si verifica in autunno e in inverno.
A partire da settembre fino a oltre marzo, nell'emisfero settentrionale, i malati di SAD sono incapaci di adeguare i propri ritmi fisiologici alla diminuita esposizione alla luce diurna e diventano, dapprima solo fisicamente e poi anche psicologicamente, stressati e disturbati.
Adesso molti specialisti credono che i sintomi di depressione associati con il SAD siano dovuti a un cambiamento del ritmo circadiano, provocato da una disfunzione biologica - una reazione alle giornate più buie e corte dell'autunno e dell'inverno.
Poiché è la ghiandola pineale che reagisce alla luce e la sua secrezione di melatonina è un fattore chiave della regolazione del ciclo circadiano e di quelli a esso correlati, la ricerca sul SAD si sta concentrando sulla fondamentale interazione tra luce, melatonina e altri ritmi variabili che regolano la concentrazione delle sostanze chimiche dell'organismo.
Il SAD colpisce circa una alta percentuale della popolazione ed è tre volte più probabile nelle donne rispetto agli uomini. Per me questa non è una sorpresa.
La vita femminile è più soggetta ai cicli biologici (come quello mestruale) di quella maschile, e perciò è più facile che le donne siano esposte agli effetti negativi di un disordine nei loro ritmi biologici.
Per quanto fin dai tempi di Ippocrate i medici abbiano osservato un cambiamento stagionale dell'umore, il SAD non è stato ufficialmente riconosciuto come disturbo del tono e dell'umore fino al principio degli anni Ottanta.
Il dottor Norman E. Rosenthal, un ricercatore dei National Institutes of Health, fu il primo a identificare il SAD e a stabilire un collegamento tra un particolare tipo di comportamento e l'arrivo dell'inverno.
Secondo il Diagnostic and StatisticalManual of Meritai Disorders, la guida ufficiale ai disturbi psichiatrici, ci sono alcuni criteri specifici per diagnosticare il SAD:
1. C'è sempre una corrispondenza tra la comparsa di importanti episodi depressivi e un particolare periodo dell'anno.
2. L'individuo sperimenta una piena remissione o un'attenuazione della depressione in uno specifico momento dell'anno.
3. Negli ultimi due anni, si sono verificati due importanti episodi depressivi che dimostrano il nesso tra l'episodio e la stagione, mentre non si è verificato alcun episodio al di fuori di quel dato periodo.
4. Durante la vita dell'individuo, gli episodi depressivi stagionali rilevati sono più numerosi di quelli non stagionali.
Uno degli aspetti predominanti del SAD è il cambiamento stagionale delle abitudini alimentari, generalmente caratterizzato da un aumento dell'appetito, che provoca un forte desiderio di carboidrati.
Di solito, la maggior parte di noi cambia dieta durante i mesi più freddi, mangiando più cibi caldi, e riducendo il consumo di insalata e frutta, a causa della limitata varietà di prodotti freschi a disposizione.
Di per sé questa non è una cosa
particolarmente significativa ma, nei malati di SAD, i cambiamenti dietetici
sono collegati al tono dell'umore in modo più specifico. Durante i mesi
invernali, essi riferiscono un aumentato consumo di pane, pasta, prodotti di
pasticceria, patate, cioccolata e caramelle. Anche il loro consumo di bevande
contenenti caffeina cresce in modo sostanziale.
Quando è stato chiesto a questi
pazienti perché scegliessero cibi di questo tipo il motivo addotto non è mai
stato la fame, ma il desiderio di combattere la tensione, l'ansia o
l'affaticamento mentale.
Dopo mangiato, infatti, la maggioranza dei malati di SAD riferisce di sentirsi più calma e con la mente lucida.
Questo fatto ha una base fisiologica. Sembra che i cibi ricchi di carboidrati accelerino la produzione di serotonina, un agente prodotto dalla pineale che funziona da neurotrasmettitore cerebrale.
Tra il 1981 e il 1985, il National Institùte of Mental Health ha esaminato oltre millecinquecento casi e ha sviluppato un profilo statistico del disturbo.
Tra l'altro sono emersi questi dati:
1. Il 96% dei malati di SAD ha riferito di essere meno attivo in inverno.
2. Il 94% ha affermato che durante i mesi invernali si verificano problemi interpersonali nei rapporti con coniugi, innamorati, membri della famiglia, amici e colleghi.
3. Durante i mesi invernali il 96% dei pazienti con SAD ha avvertito sentimenti di tristezza, l'84% ha sofferto di ansia e il 79% ha riferito una maggiore irritabilità.
4. L'88% ha detto di avere difficoltà sul lavoro.
5. In questi pazienti si è manifestato un aumento dell'appetito e un generale cambiamento del peso corporeo. Più di sette pazienti su dieci hanno registrato un aumento di peso.
6. Più di sei pazienti su dieci hanno riferito una diminuzione delle pulsioni sessuali.
7. Alcuni pazienti hanno scoperto che i sintomi della depressione sono migliorati in modo straordinario in occasione di viaggi che li avevano portati nei pressi dell'equatore, dove la durata del giorno e della notte è uguale.
Mentre alcuni dei sintomi del disturbo affettivo stagionale compaiono anche in altre forme di depressione, la particolare combinazione di letargia, ansia, irritabilità e cambiamenti delle abitudini alimentari con cui il paziente tenta di fronteggiare i cambiamenti stagionali rappresenta un disturbo specifico. E chiaro che il SAD è provocato dall'incepparsi della ciclicità dei livelli degli ormoni e di altri composti chimici che governano il ciclo circadiano, per il cui mantenimento l'esposizione alla luce è fondamentale.
Si sta ancora indagando per scoprire esattamente come e perché questa interruzione dei cicli biologici avvenga in alcune persone e non in altre.
Come ho detto prima, la maggior parte delle nostre funzioni organiche, compresa l'attività fisica, il sonno, l'alimentazione, il bere e il mantenimento della temperatura corporea, segue il ritmo circadiano.
Altrettanto vale anche per l'andamento ciclico dei livelli ematici di ormoni ed enzimi cruciali, che possono influenzare profondamente il tono dell'umore. Il controllo di questi ritmi è in larga misura in funzione del momento in cui ci esponiamo alla luce e della durata di tale esposizione.
Nei Paesi Nordici, dove in inverno le giornate sono cortissime, la depressione in autunno ed inverno, quando la luce cala, affligge una persona su sei.
I ricercatori dell'Università di Copenaghen hanno confermato il meccanismo biochimico che ne è alla base; è coinvolta la proteina di trasporto della serotonina (Sert), che fa riassorbire il neurotrasmettitore "del buonumore" all'interno dei neuroni, dove non è più attivo.
Più alto è il livello di Sert, più bassa è l'attività della serotonina e peggiore è l'umore.
I ricercatori
stanno ora esplorando il rapporto esistente tra i vari sintomi della
depressione; si sa infatti che essi sono connessi alle fluttuazioni dei livelli
dei composti chimici presenti nell'organismo, e più in particolare della melatonina.
Il ruolo della melatonina
Anche se la causa del disturbo affettivo di depressione stagionale non è nota, le ricerche condotte finora suggeriscono che il SAD sia innescato da un disturbo stagionale del ciclo della melatonina, che porta a uno squilibrio del ciclo circadiano.
Nella maggioranza dei pazienti con SAD, i livelli di melatonina non presentano le normali fluttuazioninotturne. In condizioni normali, il livello ematico di questa molecola dovrebbe raggiungere il picco verso le 2 di notte, per poi diminuire.
E' stato scoperto che nei pazienti con SAD, tuttavia, i livelli di melatonina restano alti per circa due ore in più del normale, prima di cominciare a calare.
È stato ben documentato che, quando i livelli di melatonina sono anormali (troppo alti o troppo bassi), possono comparire sintomi collegati a disturbi psichici. Per esempio, studi recenti hanno dimostrato che i livelli di melatonina sono eccessivamente alti in persone con disturbi maniacali (che vanno soggette a cambiamenti estremi del tono dell'umore), mentre sono abnormemente bassi in coloro che soffrono di depressione.
Nella depressione infatti c'è una «sindrome da carenza di melatonina», caratterizzata da bassi livelli ematici di questa molecola e da disturbi dei ritmi circadiani che regolano la produzione degli ormoni dello stress.
Comunque, sembra che la produzione irregolare di melatonina sia solo uno dei meccanismi che producono i principali sintomi del SAD.
A questo punto non è chiaro se la melatonina sia direttamente responsabile del disturbo affettivo stagionale o se le anomalie riscontrate nella secrezione di questa molecola siano semplicemente un prodotto collaterale o un segnale della malattia.
Dottor Walter Pierpaoli - Tratto dal libro La chiave della vita con la melatonina
Anche per i bassi effetti collaterali da sovradosaggio, la melatonina è venduta in erboristeria e al supermercato, senza prescrizione medica.
La melatonina non è registrata come farmaco in nessuno stato membro della Comunità Europea ma nel 2013 è stato registrato un farmaco chiamato Circadin che contiene 2mg di melatonina ed è usato per l'insonnia primaria.
A questo fatto contribuisce molto la legislazione sui brevetti di vari stati europei (fra i quali l'Italia), in cui vige il principio per il quale le sostanze naturali non sono brevettabili.
La mancata registrazione nel prontuario farmaceutico della melatonina per il principio della libertà di cura non ne vieta la prescrizione medica, ma ne rende assente il mercato e concretamente difficile il reperimento.
Tuttavia in Italia attualmente la melatonina è venduta sotto forma di integratore alimentare notificato al Ministero della salute.
Per ogni informazione aggiornata è sempre opportuno informarsi adeguatamente presso fonti ufficiali.
AVVERTENZE SULL'USO DELLA MELATONINA
Patologie autoimmuni: poiché i dati di letteratura relativi all’impiego della melatonina in pazienti con malattie autoimmuni (es. artrite reumatoide, sclerosi multipla, morbo di Crohn) sono insufficienti, l’uso dell’ormone non è raccomandato.
Insufficienza renale: somministrare la melatonina con cautela in pazienti con insufficienza renale (non sono disponibili studi di letteratura relativi a farmacocinetica ed efficacia clinica dell’ormone in pazienti con nefropatia).
Insufficienza epatica: l’impiego di melatonina nei pazienti con insufficienza epatica non è raccomandato. I pazienti con insufficienza epatica presentano infatti elevati livelli di melatonina endogena nelle ore diurne per ridotta metabolizzazione.
Attività che richiedono attenzione e coordinazione: i pazienti che assumono la melatonina devono svolgere con cautela attività che richiedono attenzione e coordinazione costante e prolungata, perché per la sua stessa attività di promozione del sonno, l’ormone potrebbe diminuire la capacità di attenzione o indurre sonnolenza.
Età pediatrica: data l’insufficienza di dati di letteratura relativi all’impiego della melatonina nei bambini, non è raccomandata la somministrazione dell’ormone in questa classe di pazienti.
Gravidanza: non sono disponibili sufficienti dati di letteratura relativi all’esposizione di melatonina esogena in donne in gravidanza. Sebbene in vivo non siano stati riscontrati effetti tossici in studi su gravidanza, sviluppo embriofetale, parto e post-parto, la somministrazione di melatonina in gravidanza non è raccomandata.
Allattamento: poiché la melatonina viene escreta nel latte materno, non è raccomandato il suo uso nelle donne che allattano.
Lattosio: la presenza di lattosio come eccipiente rappresenta una controindicazione in caso di problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lapp lattasi, sindrome di malassorbimento glucosio-galattosio.
ARTICOLI VARI SULLA MELATONINA
Alopecia : un aiuto dalla melatonina?La melatonina addormenta il corpo ma risveglia i capelli. Ad un congresso di dermatocosmesi, che si è svolto a San Vincent, questa sostanza è stata presentata come possibile rimedio contro la caduta dei capelli. La melatonina è conosciuta soprattutto come aiuto per ristabilire il corretto ciclo sonno-veglia dopo i viaggi intercontinentali. È una sostanza prodotta dall’organismo umano e svolge appunto la funzione di sincronizzatore dell’orologio biologico, aiutando cioè l’organismo ad adattarsi ai cambiamenti ambientali. Ma adesso sembra poter favorire la ricrescita dei capelli.
La melatonina è stata testata sulla crescita di alcune cellule epiteliali e sull’efficacia nel contrastare le cause che determinano la caduta o la difficile ricrescita dei capelli. In particolare la sua azione è stata verificata attraverso l’applicazione in loco di una nuova formulazione, coperta da brevetto internazionale, nella quale la melatonina esplica un ruolo fondamentale, coadiuvata dal gingko biloba e dalla biotina. Fra i primi a verificare l’efficacia del prodotto ad uso topico sulla secrezione sebacea, spesso concomitante se non addirittura concausa della perdita dei capelli, sono stati i Professori Stefano Gilardi, docente di andrologia presso l’Università di Zurigo, e Walter Pierpaoli, direttore dell’Istituto di Ricerca Biomedica Jean Choay del Canton Ticino.
Il nuovo trattamento è stato testato da prestigiosi Istituti internazionali, fra i quali l’Istituto Dermatologico Europeo (IDE), e da numerosi dermatologi che hanno confermato le premesse, cioè quelle di un prodotto capace di stabilizzare il quadro generale, con l’arresto della caduta dei capelli e il ripristino delle condizioni ideali per la loro ricrescita.
Vuoi dimagrire? Fatti una dormita!Secondo recenti acquisizioni, la perdita di sonno si accompagna ad un aumento di peso
Dormire poco fa ingrassare, al contrario, riposare almeno 7/8 ore per notte, combatte l'obesità e non certo perché coloro che dormono poco mangiano di più approfittando delle ore di veglia. A questo risultato sono giunti ricercatori del Case Western Riserve University a Cleveland, diretto da Sanjay Patel, che hanno riportato i risultati al congresso della American Thoracic Society di San Diego.
Lo studio fa parte di uno dei più importanti lavori scientifici al mondo e più lungo in fatto di durata, che si è protratto per anni dimostrando come i soggetti che dormono poco, nel tempo, sovvertono i livelli di due importanti ormoni che entrano in gioco nell'obesità; la grelina e la leptina, quest'ultimo, prodotto soprattutto di notte, col risultato che, meno si dorme, più appetito si avrà al risveglio e durante la giornata.
Ma c'è ancora di più ed è emerso nel corso di questo importante lavoro scientifico, infatti, secondo gli scienziati americani, togliere ore di sonno al nostro organismo, pare che abbia come effetto l'abbassamento del metabolismo basale, che altro non è che il numero di calorie che si consumano dormendo.
Il riscontro è avvenuto osservando 68.183 donne di età intorno ai 40 anni, "osservate" per 16 anni, il risultato è stato che, fra queste, quelle che dormivano, mediamente 5 ore a notte, avevano sviluppato un rischio maggiore in misura del 32% di ingrassare, di circa 15 chili, rispetto a quelle che dormivano 7 ore per notte, col risultato di divenire obese nell'arco di poco più di un quindicennio.
Secondo la ricercatrice Patel che ha condotto lo studio, " . al contrario di quanto precedenti studi ci avessero indotto a pensare, abbiamo trovato, ha detto la scienziata, che né la dieta, né l'attività fisica delle donne possono spiegare il differente aumento di peso". In sostanza, secondo le parole della ricercatrice americana, le donne che dormono meno non mangiano di più o si alimentano con cibi più nutrienti e ingrassanti delle donne che dormono di più, né fanno una vita diversa e con più dispendio di energia rispetto a queste ultime. "Non abbiamo una risposta certa al perché poche ore di sonno siano associate ad un aumento di peso, ha proseguito Patel, ma è possibile che il sonno influenzi il metabolismo basale". Conclusioni, inutile affidarsi a diete rigide ed esercizi fisici estenuanti, se si priva l'organismo del prezioso sonno ristoratore, il risultato sarebbe sempre lo stesso; si ingrasserebbe ugualmente!
Fonte: http://www.buonenotizie.it
Pelle giovane per sempre?Se è appurato che le donne invecchiano prima degli uomini, è altrettanto vero che oggi esistono molti modi per fermare il tempo sulla pelle. Come la melatonina vegetale
La pelle delle donne invecchia prima di quella degli uomini. È questa la triste verità emersa da uno studio condotto dai ricercatori dell'Università tedesca Freidrich Schiller a Jena e dell'Istituto di Tecnologia Biomedica Fraunhofer, che sono riusciti a misurare, grazie ad una tecnica a base di laser, gli effetti sulla pelle da parte delle radiazioni ultraviolette.
Dai dati è emerso che la perdita di collagene, responsabile dell'invecchiamento della pelle, è molto più veloce nelle donne che negli uomini.
La notizia non è certo incoraggiante, ma può servire da monito per tutte le donne: la pelle, specialmente quella del viso, va curata con attenzione, evitando di stressarla con ore di sole in estate e decine di lampade abbronzanti in inverno.
Come ha ribadito anche l'ultimo allarme lanciato dall'Osservatorio Nazionale sulla salute della donna, queste cattive abitudini sono le principali responsabili dell'invecchiamento cutaneo precoce, ma anche di arrossamenti e scottature, formazione di macchie e nei, rischio di sviluppare melanomi e tumori della pelle.
L'imperativo, insomma, è prendersi cura della propria cute, soprattutto con l'arrivo dell'inverno.
Senza contare che la pelle, nella donna, è una sorta di carta d'identità: se il viso è curato, si pensa che l'intera persona sia attenta alla propria salute intesa come benessere fisico e psichico.
Oggi gli strumenti a disposizione per mantenere la pelle in buono stato sono molti, dai prodotti cosmetici e cosmeceutici alla medicina estetica, dalla chirurgia agli integratori alimentari, dall'acido ialuronico ai nuovi laser. Con questi nuovi mezzi si riesce a migliorare la cute in modo più naturale, anche se meno eclatante, e soprattutto rispettando al massimo l'integrità cutanea.
Se poi si vuole intervenire dall'interno, un trattamento antietà che sta prendendo sempre più piede è quello a base di melatonina vegetale. Si tratta di una sostanza estratta dal cacao, ma prodotta in natura da tutti gli esseri viventi, che agisce sulla ghiandola pineale stimolando il sistema immunitario a prevenire le malattie, regolando i livelli ormonali del sistema endocrino e contrastando i radicali liberi responsabili dell'invecchiamento della pelle.
In più, aiuta a riposare bene e a regolare i ritmi del sonno, che come sappiamo è un potente alleato della bellezza della pelle.
Con delle armi così, fermare il tempo e proteggere la pelle diventa una battaglia possibile. alla faccia degli uomini!
La melatonina contro la depressione stagionaleDalle mille sfaccettature, costellata da una miriade di sintomi spesso tanto in contrapposizione l'uno con l'altro, la depressione è qualcosa di serio e non si cura né con le belle parole, né con i rimedi usati da altri e ritenuti validi anche per noi. La depressione la cura lo specialista, medico e psicologo. Premesso tutto ciò, v'è una forma di depressione che più la avvicina ad una sindrome ansioso depressiva, che potremmo chiamare stagionale e che si accompagna, per certi soggetti che non sono neanche tanto pochi, visto che parliamo nella sola Italia di circa 4 milioni di persone, per i quali i cambi di stagione, soprattutto quelli che vanno dai mesi caldi a quelli freddi, con limitati periodi di malessere generale, irritabilità, apatia, lieve bulimia che in qualche modo ricorda alcune forme particolari di depressione.
Non facciamoci fuorviare, la depressione vera è tutt'altra patologia, ma ciò non toglie che se questi pazienti potessero trovare una soluzione a questi disagi, al di là degli ansiolitici o dei blandi antidepressivi loro prescritti, sarebbero grati al mondo medico. E in effetti, la Comunità Scientifica pare si sia mossa anche per questi soggetti con la scoperta fatta, che la melatonina, una molecola secreta dalla ghiandola endocrina pineale e che protegge dall'invecchiamento, usata anche per la sindrome da Jet Lag che crea disagi a chi cambia fuso orario, potrebbe avere un ruolo determinante contro l?ansia depressiva stagionale.
Il motivo di quest'azione è dato dalla constatazione che la melatonina riequilibra i ritmi biologici, compreso il sonno, migliorandone la qualità, anche considerato il fatto, che nei casi di depressione, a qualunque livello si parli, uno dei primi campanelli d?allarme che il paziente avverte è la diminuita qualità del sonno, con periodi di ipersonnia e altri di insonnia.
Pertanto, il consiglio è sempre quello, anche nel caso della melatonina, della quale si è dimostrata l'assoluta innocuità, è quello di rivolgersi al proprio medico fiduciario elencando la serie di sintomi cui si è andati incontro a causa della depressione stagionale e concordare con questo professionista l?eventualità o meno di assumere la melatonina.
Fonte: http://www.buonenotizie.it
Aviatori a rischioI piloti delle compagnie aeree si ammalano di cancro alla pelle molto più spesso del resto della popolazione.
È quanto emerge da uno studio pubblicato su Occupational and Enviromental Medicine. Secondo i ricercatori, l'alterazione dei ritmi biologici nell'arco delle ventiquattro ore (ritmi circadiani), e la riduzione dei livelli di melatonina - ormone che nell'uomo regola il sonno - favorirebbe la formazione di melanomi maligni.
Il test, eseguito su 458 piloti, 265 dei quali coprivano rotte europee e transatlantiche, ha dimostrato che gli aviatori sviluppano tumori 10 volte di più rispetto alla media mondiale.
I risultati hanno evidenziato che l'alta percentuale di cancro alla pelle tra i piloti è favorita, oltre che dall'alterazione dei ritmi circadiani, anche da fattori concomitanti come la prolungata esposizione al sole.
I piloti che coprono rotte intercontinentali sorvolando più di cinque fusi orari diversi, infatti, hanno percentuali di melanoma 25 volte più alte, mentre in coloro che, oltre a compiere voli intercontinentali, sono esposti a un maggior livello di radiazioni la percentuale di rischio sale del 28 per cento.
Che stress il lavoro notturnoIl turno di notte fa male alla salute. Lo sostengono Shantha Rajaratnam e Josephine Arendt del Centro di cronobiologia dell'Università di Surrey in Gran Bretagna.
Nei paesi industrializzati per soddisfare le esigenze socioeconomiche che richiedono servizi attivi 24 ore su 24, circa il 20 per cento della popolazione lavora al di fuori del normale orario di lavoro, dalle 8 alle 17.
In un articolo pubblicato questa settimana su The Lancet, i ricercatori spiegano che questa desincronizzazione dei ritmi circadiani ha effetti negativi sulle prestazioni lavorative e sulla salute, aumentando il rischio di disturbi del sonno, malattie gastrointestinali e cardiovascolari.
Non solo: gli incidenti automobilistici dovuti a improvvisi colpi di sonno sono ormai diventati più numerosi di quelli causati da alcol o droghe.
I due ricercatori inglesi paragonano gli effetti del lavoro notturno al "jet-lag", il fastidioso fenomeno di sfasamento del ciclo sonno-veglia dovuto al rapido cambiamento di fuso orario. E spiegano che, anche se l'adattamento ai nuovi ritmi circadiani può essere accelerato variando in maniera appropriata l'esposizione alla luce e assumendo melatonina, lavorare "fuori fase" potrebbe avere un costo elevato in termini di spese sanitarie nazionali.
Inoltre, i ricercatori invitano le aziende alla cautela: i rischi crescenti per la salute fanno aumentare anche il numero di dispute legali. I datori di lavoro invece dovrebbero sfruttare le conoscenze scientifiche sull'andamento dei cicli circadiani per realizzare ambienti adeguati ai ritmi notturni. (f.n.)
Depressione stagionale, nuova cura?Melatonina, finora usata contro jet lag, forse e' un rimedio
Scienza e Tecnologia: La depressione stagionale, che d'inverno tormenta chi ne soffre, potrebbe essere curata con la melatonina, l'ormone usato contro il jet lag.
I ricercatori del Sleep and Mood Disorders Laboratory di Portland hanno somministrato basse dosi di melatonina a pazienti affetti da SAD (Disturbo Affettivo Stagionale), il cui umore e' migliorato. Inoltre i risultati suggeriscono che la causa della depressione invernale potrebbe essere un malfunzionamento dell'orologio biologico dell'organismo.
Fonte: ANSA
La melatonina delle noci protegge dai tumori e dalle malattie cardiovascolariUna ricerca condotta da The University of Texas Health Science Center di San Antonio mostra che le noci contengono una buona concentrazione di melatonina, un ormone che protegge le nostre cellule dal danno ossidativo.
Relativamente pochi alimenti sono stati esaminati per il loro contenuto di melatonina afferma il Dr Russel Reiter, professore di biologia strutturale e cellulare del Health Science Center. I nostri studi dimostrano che la noce contiene melatonina, che viene assorbita dal nostro organismo dopo la digestione. La melatonina aumenta la capacità di resistere allo stress ossidativo dovuto a molecole tossiche note come radicali liberi. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nutrition.
Molte malattie legate all'invecchiamento come l'Alzheimer e il Parkinson sono causate da radicali liberi. Una nuova teoria afferma che l'invecchiamento è il risultato di cambiamenti degenerativi dei tessuti dovuti ai danni da radicali liberi. La melatonina ha la funzione di contrastare l'effetto di queste pericolose molecole.
La melatonina si trova in tutti vertebrati e gli invertebrati, ma anche nelle alghe, nelle muffe e nei batteri dice il dr Reiter. Nel 1995 un paio di pubblicazioni ne segnalavano la presenza anche nelle piante. Questo vuol dire che non solo la produciamo nel nostro corpo, ma anche che la assumiamo con l'alimentazione.
Le noci, inoltre, contengono anche ottime quantità di omega-3, che hanno mostrato di inibire certi tipi di tumore. Forse i due componenti si potenziano tra loro, aggiunge il Dr Reiter. Nel mondo vegetale, la melatonina è stata scoperta, sebbene in minime quantità, inizialmente nelle patate, nel mais e nei pomodori. La noce ne ha molta di più, ma ancora non sappiamo quante ne dobbiamo mangiare per assumere una dose terapeutica di melatonina.
La melatonina è meglio conosciuta come integratore per favorire il sonno. La ghiandole pineale del nostro corpo secerne una piccola quantità di questo ormone durante il giorno e una quantità maggiore durante la notte. Man mano che invecchiamo, i livelli notturni di melatonina si riducono, spesso compromettendo il sonno. Anche i danni da radicali liberi aumentano con l'età, mentre la melatonina decresce.
Fonte: da Healthy News Service September 13, 2005
La nicturia è una condizione comune negli uomini anziani, ed è attribuita ad un ingrossamento benigno della prostata.
Gli uomini anziani sono inclini ai disturbi del sonno. L'alterazione del ritmo circadiano può rappresentare un?importante componente dei disturbi del sonno , poiché essi migliorano dopo assunzione di Melatonina.
Scopo dello studio è stato quello di valutare la Melatonina come un potenziale trattamento della nicturia associata all'ostruzione del flusso urinario, in 20 uomini anziani.
La Melatonina a rilascio controllato è stata somministrata al dosaggio di 2 mg.
Il periodo di follow-up ( osservazione ) è stato di 4 settimane.
Al basale, la frequenza di nicturia era di 3.1 episodi per notte. Il 35% ( n=7 ) dei pazienti presentava iperattività del muscolo detrusore e 10 ( 50% ) avevano poliuria notturna.
La Melatonina ha ridotto di 0.32 gli episodi per notte contro una riduzione di 0.05 episodi con il placebo ( p=0.07 ).
E? stata osservata una differenza nella percentuale dei responder ( cioè con una diminuzione di almeno 0.5 episodi per notte ) tra il gruppo trattato con la Melatonina ed il placebo ( p= 0.04 ).
La frequenza giornaliera delle minzioni, l?International Prostate Symptom Score, il volume di urina emessa nel corso della notte, il flusso urinario massimo ed il volume residuo urinario post-svuotamento non sono stati modificati dal trattamento con Melatonina.
La somministrazione di Melatonina è risultata associata ad una significativa risposta nei pazienti con nicturia, e presenta un buon profilo di tollerabilità. Tuttavia, non è certo se i cambiamenti osservati siano clinicamente significativi.
Fonte: (
Xagena2004 )
Drake MJ, et al, J Urol 2004; 171: 1199-1202
Uro2004
Farma2004
Sbalzi di umore, irrequietezza, difficoltà ad addormentarti, ma anche comparsa precoce di rughe o caduta dei capelli: sono tanti i disturbi che si possono attenuare con la melatonina, un ormone naturalmente prodotto dal nostro organismo che a quanto pare possiede grandi poteri.
Viene naturalmente prodotta dall'epifisi, la ghiandola endocrina pineale che si trova nella parte centrale del cervello e che ha il compito di regolare i ritmi ormonali dell'organismo. La sua secrezione comincia nell'età dell'adolescenza, ma diminuisce con gli anni, soprattutto una volta superati gli anta. Sempre più studi confermano che una produzione ottimale di melatonina mantiene il sistema immunitario e tutto l'organismo giovane ed efficiente, mentre una produzione scarsa ne provoca il progressivo invecchiamento. La notizia positiva è però che si può assumere sotto forma di integratore e senza pericolo di sovradosaggio: in caso di carenza, infatti, l'integrazione va a ripristinare i giusti valori, mentre se già ce ne è a sufficienza, il di più fa solo riposare la ghiandola pineale, rallentandone il deterioramento e preservandola per il futuro. Altra buona notizia, la melatonina è assolutamente innocua, non dà tossicità neanche se presa in dosi elevate, tuttavia è sempre bene rivolgersi al medico per conoscere le corrette dosi di assunzione, in modo da garantirsi un apporto ottimale. Ma quali sono i suoi reali benefici? Scopriamoli insieme.
Antistress naturale
La melatonina aiuta a tenere sotto controllo lo stress, gli sbalzi d'umore e le tensioni nervose. Questo perché ha un'azione positiva sui neurotrasmettitori, delle sostanze chimiche naturali che permettono la comunicazione tra le cellule nervose. Per lo stesso motivo, è anche utile per mantenere la linea, visto che tiene a bada gli attacchi di fame nervosa (quelli che ci spingono a frugare sempre in dispensa, tanto per intenderci), mentre viene consigliata alle donne in menopausa per diminuire i tanti disturbi, di carattere psicologico e fisico, legati a questa delicata fase della vita.
Contro le rughe
La melatonina è anche un prezioso alleato della bellezza: il merito principale è della sua funzione antiossidante, ancora più potente delle famose vitamine antietà (C ed E) in grado di arginare l'attacco dei radicali liberi, le molecole che provocano l'ossidazione dei vari organi, compresa la pelle, e quindi una comparsa precoce di rughe. Sempre in tema di bellezza, tiene a freno la caduta dei capelli, poiché favorisce un buon trofismo dei follicoli piliferi.
Per favorire un buon sonno.
È stato verificato che la produzione di melatonina si attiva la sera, per poi proseguire fino al mattino dopo. È come un interruttore, che dà inizio al sonno regolando il ritmo sonno-veglia. Non per niente il suo primo utilizzo fu proprio per combattere la sindrome da jet-lag, tipica di chi fa lunghi viaggi in aereo con cambiamenti di fuso orario notevoli. Ecco perché una scarsa produzione di melatonina può dare problemi di insonnia, mentre una quantità sufficiente è importante per garantirci un riposo di qualità, con le giuste ore di sonno profondo, che è poi quello che permette all'organismo di ritemprarsi veramente. La sua naturale produzione si attiva con l'oscurità (quindi niente luci quando dormiamo), ma se serve un'integrazione, la melatonina va assunta circa un'ora e mezzo prima di addormentarsi, in modo da darle il tempo di agire.