VIAGGIARE : IL CAMBIAMENTO DI "STATO"

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Viaggiare : vi è mai capitato di spostarvi dalla vostra città ad un'altra diversa o ancora meglio in un altro Paese e sentirvi diversi dentro, con una forza aggiunta, sensazioni vitali diverse?

L'Uomo è un viaggiatore da sempre, non solo perché il viaggio è considerato una metafora che descrive l'esistenza umana ma anche perché spostarsi, cambiare orizzonti ed esplorare il mondo è un'esigenza insopprimibile per la nostra specie, durante la preistoria era indispensabile per trovare risorse per sopravvivere, nell'antichità serviva per commerciare, prosperare ed allargare il dominio sul territorio, con il passare del tempo è diventato anche un piacere alla portata di tutti.

E' quello che accade quando si cambia lo "stato" della propria realtà di vita, ovvero quando si va improvvisamente in un posto in cui si vive diversamente, in cui ci sono espressioni di vita diverse, smuovendo sé stessi da una condizione di abitudine e stasi mentale, abituati e plasmati nella condizione solita.

Non sono i soldi a dare la felicità ma la fuga dalle abitudini e il piacere della scoperta.

E ciò potrebbe accadere ad esempio spostandovi in aereo da una città italiana ad una americana, oppure in una spiaggia cubana o in una foresta amazzonica.

Scoprire, provare l’adrenalina che solo un viaggio sa dare, perdersi in nuove città, guardare, assaggiare.

Il momento dell'arrivo in cui si è stremati e confusi, non si sa dove si è, e si deve per forza e in fretta dare un nome alle cose.

Quella misteriosa sensazione di essere perduti in un posto che non si conosce.

Il contratto col taxista, il fuori dall'aeroporto quando si è soli, non si conosce nessuno, non si sente nulla come proprio, e si è abbandonati, improvvisati, entusiasti e liberi.

Viaggiare da soli è un'esperienza grandiosa e può essere un viaggio nel viaggio, per scoprire soprattutto se stessi.

Quando si capisce il viaggio diventa libertà.

Viaggiare da soli dà un'apertura mentale superiore.

Viaggiare è una delle cose più belle e importanti che si possano fare per tenere la mente aperta e disponibile. Un viaggio permette sempre e comunque di viaggiare anche dentro sé stessi, con un atteggiamento di accettazione verso tutto ciò che è diverso da noi e nei confronti delle persone che hanno una cultura diversa dalla nostra. Viaggiare permette, anche se non ce ne rendiamo conto, di stimolare tutto il nostro essere a vivere nuove esperienze.

Viaggiare può diventare una passione divorante, diventare come ossigeno, un desiderio di volare, scoprire, immergersi in colori, visi e strade sempre nuove.

Sono infinite le possibilità di nutrimento che può dare un viaggio : ogni odore, ogni sapore, ogni cosa vista diversa da quelle a cui siamo abituati a vivere è una fonte di nutrimento per il nostro essere.

Viaggiare dà un grande senso di soddisfazione.

Un viaggio può regalare attimi di altre culture, luoghi e paesaggi nuovi e che rigenerano ogni cellula e che ci allontanano dalla monotonia delle solite cose.

Alcune persone pensano che non sia così importante viaggiare perché dicono che conoscono moltissime cose e che hanno già visto tutto.

Ma come è possibile conoscere il mondo e le persone che lo vivono se il mondo è così vasto e le persone sono così diverse da noi?

Viaggiando ci si rende anche conto di quanto tutto sia relativo : durante un viaggio si capisce che, allontanandosi dalla quotidianità e realtà ed entrando in quella di qualcun altro, molte cose alle quali normalmente si dà molta importanza, non sono poi così importanti.

Il viaggio è un cambio di punto di vista che ti trasforma; all'improvviso le questioni che si lasciano nel Paese dal quale ci si allontana diventano di minor interesse, anzi, per lo più nessun interesse, e si vuole sapere invece a che cosa si va incontro, quali saranno i passaggi per arrivare alla meta e come sarà questa meta... Tutte metafore di trasformazione.

L'emozione della sera prima della partenza.  Il giorno della partenza e il viaggio per raggiungere la meta.  E poi la nostalgia dei preparativi per la partenza.  E il dolce ricordo che accompagna il viaggio di ritorno.

Gente vestita "strana", altre regole, altro modo di porsi. Sembrerà di essere attori di un film visto al cinema.

Andare in un altro posto del mondo diverso dal proprio abituale è realmente atterrare su un altro mondo.

In un mondo dove tutto è abituato ad andare diversamente dal nostro.

E calarci dentro significa scoprire di botto ciò che mai saremmo riusciti ad immaginare se non visitando il posto.

L'Uomo viaggia per curiosità...d'altra parte non fu così che Colombo scoprì l'America?

E' una sensazione notevolissima alzarsi la mattina in un posto lontano e diverso da quello solito di ogni giorno, aprire gli occhi e nel letto caricarsi la mente di diverso.

Ciò significa accrescerci. Segnali potenti e diversi ci fanno capire chi siamo e chi sono gli altri.

Il viaggiare porta ad un miglioramento della coscienza della realtà.

Essere calati in realtà diversa, vedere ciò che anche noi potremmo essere se fossimo abitanti abituali di quella realtà, ci spinge a capire e ad acquisire con grande facilità lati positivi e negativi rispetto alla nostra realtà, accrescendoci internamente subito e con profitto.

La vera casa dell'Uomo non è una casa, è  la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi (Bruce Chatwin).

Viaggiare aguzza l'intelligenza, stimola tutti i sensi ed è un'iniezione di novità nella propria vita.

Viaggiare, ben più dei soldi dà la felicità.

Il viaggio aumenta le connessioni tra neuroni e quindi l'efficienza del cervello.

Viaggiare non solo cura lo stress, ma migliora anche la memoria e crea persino nuovi neuroni : percorrere luoghi sconosciuti, degustare cibi mai assaggiati prima o imparare anche poche parole in un'altra lingua, sono attività che costruiscono nuove connessioni cerebrali.

Esaminando l'encefalo di 329 persone, l'equipe di ricercatori diretta da Michael Valenzuela dell'Università di Sydney, ha scoperto che chi aveva viaggiato molto e in generale aveva avuto una vita attiva, aveva anche una maggiore densità neuronale.

I vantaggi sulla memoria invece sono stati dimostrati da una ricerca condotta da Gary Small, direttore dell'Ucla Longevity center di Los Angeles, su 70 persone tra i 35 e i 69 anni che per 14 giorni hanno seguito un programma che simulava una situazione simile ad un viaggio e che prevedeva frequenti passeggiate, stimoli cognitivi e cibo più sano. Il risultato è stato che l'attività della corteccia cerebrale dorsolaterale, molto importante per la memoria a lungo termine, diventava più intensa ed efficiente.

Inoltre dà benessere proprio perché spezza la quotidianità e qualche volta può addirittura curare vere e proprie malattie.

Secondo una ricerca della Erasmus University di Rotterdarm (Olanda), il rischio di morte per qualunque causa di chi va in ferie almeno una volta l'anno, si riduce del 29 per cento rispetto a chi non va. Perché la vacanza sia perfetta, però, è necessario che sia a contatto con la natura, che si svolga una leggera attività fisica e che duri almeno otto giorni; è importante anche pianificarla, perché i livelli di serotonina, l'ormone della felicità, aumentano già in questa fase.

Viaggiamo quindi perché il nostro cervello ha bisogno di "crescere".

Una volta visitato, un luogo non è più lo stesso, ma in un certo senso ormai ci appartiene e contribuisce a formare la nostra identità.

Un viaggio crea ricordi che durano tutta la vita e un legame più intenso con amici o familiari che ci hanno accompagnato.

E sembra che creare molti ricordi è il vero segreto per allungare la vita.

Secondo gli psicologi viaggiare migliora il senso di controllo sulla propria vita, incrementa le capacità di entrare in relazione con gli altri e modifica perfino la propria scala di valori.

Bisognerebbe stare un pò nei posti che si visita, in modo da viverli e assorbire quello che hanno da trasmetterci in modo tranquillo e pieno!

Del resto non dimentichiamo che l'Umanità viaggia da quando dalla savana africana ha colonizzato il resto del mondo.

Il 69% degli europei pensa che almeno una vacanza l'anno sia essenziale per vivere in modo soddisfacente.

L'essenza dello spirito dell'uomo sta nelle nuove esperienze.

Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare (Tiziano Terzani)

La presa di coscienza così veloce e potente del viaggio, ci da una carica di grande valore, ci fa amare di più la vita, ci rende più sicuri e veri nei rapporti con gli altri facendoci comunicare meglio e di più, ci fa disinibire, ci "sveglia", facendoci entrare in comunicazione profonda con sé stessi e gli altri, facendoci assorbire con facilità ciò che il nuovo mondo intorno ci offre.

Viaggiare è quindi migliorarci con estremo profitto e forza. Viaggiare è un investimento per la nostra felicità e per ciò che siamo e saremo nella vita.

E' facile anche rendersi conto ad esempio con facilità e lucidità della realtà italiana, purtroppo ultimamente in decadenza, con un muro di maleducazione e inciviltà diffusa che spesso impedisce di ragionare, il traffico caotico delle proprie città, il degrado di una società preda di una non meglio precisata fretta di "fare", di andare, di superare (vedesi auto), di scavalcare...

Ma scavalcare cosa? Mette un po' di tristezza questa sorta di benessere inutile.

Il rispetto verso gli altri esiste davvero in posti nel mondo ed è un bel vivere, con serenità e abbandono godurioso.

E' molto bello sentire il rispetto verso il prossimo come primaria e originaria educazione.

Si immagina un posto che si prende cura delle proprie strade pulite?

Senza osceni cartelloni pubblicitari?

Senza urlare i propri affari nei mezzi pubblici?

Dove tutti rispettano la segnaletica stradale, senza superare, suonare, far sentire il rumore del motore della propria auto di proposito?

Dove nessuno azzarda manovre pericolose anche in piena notte?

Posti nei quali nessuno si sente in diritto di alzare una staccionata troppo alta con il vicino, di parcheggiare sui marciapiedi o di bloccare il passaggio ad altri ?

Posti dove nessuno si sente in dovere di ostentare il suo benessere?

Senza sovrapposizione confusa di esigenze e di interessi privati? 

Posti che puoi girare a piedi da qualunque posto verso qualunque posto e nei quali le strisce pedonali hanno ancora un significato primario?

Strade piene di auto eppure silenziose?

Con strade ordinatamente bloccate con rispetto appena scatta il rosso?

Oppure ancora, posti in cui non esiste altro che rumore d'acqua, vento, animali, natura per chilometri e chilometri?

Spesso il valore che manca all'Italia e all'Europa è l'altruismo : l'altruismo ha nella felicità degli altri una condizione necessaria per realizzare la propria.

In sintesi viaggiare migliora la vita di gran misura e con grande efficacia.

Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono soltanto una pagina (Sant'Agostino).

E l'importante è il viaggio non tanto la destinazione.

"Memorizzare i sentimenti è molto più importante che ricordare le singole cose fatte o viste. E' attraverso i sentimenti che il viaggio ci cambia ed è forse la ragione principale per la quale viaggiamo : non solo per arricchire un'enciclopedia di nozioni che poi si annebbierà inevitabilmente nel tempo, ma invece per sperimentare una ricchezza di valori nuovi, che non sempre siamo capaci di trovare nella vita quotidiana. Allora viaggiare può diventare una grande avventura, un momento forte ed indimenticabile della vita" (Giovanni Gazzaneo, scrittore).

E' ancor di più una volta tornati di nuovo a casa propria, è una tra le sensazioni più particolari quella di essere nella propria stanza e avere coscienza che ad esempio a diecimila chilometri di distanza c'è un'altra realtà, quella appena lasciata, che scorre ad una velocità propria, in altre modalità.

Ricordare quelle persone che vivono felici senza tecnologia, senza l'ultimo modello di telefono cellulare in tasca, senza il paio di scarpe firmate del momento, senza l'orologio griffato da sfoggiare al ristorante, magari anche senza una democrazia se pur finta; ricordare quel ragazzo sorridente che per vivere faceva il ballerino in un villaggio turistico, così contento di avere un amico "occidentale" e pieno di tristezza quanto questi ha dovuto far rientro nel suo Paese.

Vivere in altri posti fa capire molto della vita, della vita degli altri e di sé stessi.

E certamente fa rendere di conto di più del posto in cui viviamo, senza accettarlo con passività e con stupida consapevolezza che sia l'unico mondo possibile.

Non bisogna mai dimenticare che il mondo è vario e pieno di questi "mondi" di realtà diverse e la qualità della vita è anche differente.

Il solo pensiero di ciò apre istantaneamente la visione che si può avere del mondo, almeno del proprio mondo, quello in cui si è calati quotidianamente, non più un mondo "finito" e "solo quello" ma tanti diversi sotto lo stesso cielo.

E' proprio questa concezione di "diverso" che non riesce a percepire chi non ha viaggiato o ha viaggiato poco, immaginando il mondo alla fine tutto più o meno simile al proprio : non è così!

E solo viaggiando ci si può rendere conto di questa straordinaria verità che sfugge facilmente dalla comprensione di chi è abituato da sempre al proprio habitat.

Il solo rendersi conto di questa moltitudine di modi in cui vivere, in cui trascorrere le ore, in cui instradare la propria vita, porta ad una visione amplia e forte della realtà, accrescendo il proprio potenziale vitale, l'espressione di vita di ognuno e allontanando ogni forma di depressione.

Bisogna essere curiosi dell'immensa diversità culturale del mondo in cui viviamo.

Già l'Uomo erectus sapeva costruire imbarcazioni per navigare e si spostava per colonizzare nuovi territori e nuove risorse da sfruttare.

L'Homo sapiens viaggiando nel corso dei millenni ha occupato tutte le terre emerse e anche le meno ospitali.

Proprio i grandi viaggiatori hanno cambiato la storia, spinti dalla necessità di aprire nuove vie commerciali come Marco Polo o Cristoforo Colombo, come Charles Darwin o Johann Goethe e gli altri aristocratici del '700 per partivano per il Grand Tour, un grande giro attraverso le città europee a scoprire "la bellezza".

E proprio da quei Grand Tour  nata la parola "turismo" : il viaggio da allora è diventato sinonimo di piacere e relax.

A metà '800 Thomas Cook in Inghilterra ideò il primo viaggio organizzato : in 570 viaggiarono in treno da Leicester a Loughborough al costo di uno scellino a persona, compreso biglietto e pranzo.

Se fra le due guerre mondiali erano ancora pochi a potersi permettere di viaggiare, dalla seconda metà del '900, con l'introduzione delle ferie pagate ed il boom economico è arrivato anche il turismo di massa, poi con internet e gli aerei low cost, muoversi è diventato più facile.

In viaggio, la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia (Nicolas Bouvier).

La motivazione principale del viaggio è la fuga, l'uscita dall'ordinario ma poi tanti altri elementi ci definiscono come "viaggiatori", ad esempio :

Il cercatore di se stesso che è un viaggiatore dell'anima il quale spesso viaggia in solitudine perché ciò che più chiede alla sua vacanza è la pace interiore, non vuole scoprire il mondo ma sé stesso ed il proprio scopo nella vita, considera il viaggio come un'esperienza di trasformazione personale. Ama viaggiare lentamente e resta più tempo della media nei luoghi in cui visita e spesso sono lontani dalla folla, nella natura o intrisi di spiritualità.

L'avventuroso il quale ama cimentarsi in esperienze diverse ogni volta, pensa che senza emozione la vita sia noiosa, desidera la sua dose di adrenalina, si cimenta in imprese impegnative. La sua molla principale riguardo al viaggiare è trovare un senso di libertà.

L'amante delle città adora il caos delle metropoli. Le molle che spesso lo spingono a viaggiare sono il prestigio, la voglia di integrazione sociale e di comunicazione; non potrebbe mai rinunciare alle comodità urbane ed è attratto da luci, ristoranti alla moda, palazzi, vita notturna, centri commerciali.

L'affamato di cultura il quale cerca di immergersi nella cultura ed abitudini dei posti che visita. Non gli bastano le attrazioni turistiche ma vuole scoprire l'essenza dei luoghi vivendo come i locali, l'ideale è avere un amico del posto che possa fargli fare acquisti nei negozi più segreti o mangiare i piatti tipici. Trova irresistibili tutte le mete dove può trovare secoli di cultura e storia. Esce da casa soprattutto per allargare i suoi orizzonti mentali.

Il turista che cerca serenità nel suo viaggio, non vuole sorprese ma itinerari ben organizzati che scorrano via lisci come l'olio, perché solo così si sente a suo agio e non va in ansia. Spesso considera il viaggio come un bene di consumo qualsiasi che acquista perché aver visitato un certo luogo è un obiettivo per chi appartiene alla sua cerchia sociale. Pianifica tutto con anticipo, si arma di guide e mappe e non si fa scappare neanche una delle attrazioni turistiche più note del luogo che visita.

Il rilassato ovvero colui che è spinto dal viaggio per recuperare dallo stress della vita quotidiana. Chi ha spirito avventuroso si immerge nel flusso del viaggio senza far programmi, assapora l'esperienza e la prende con calma in ogni situazione; il comodone preferirà mete vicine come la casa al mare o settimane "all inclusive" in cui spegnere il cervello all'ingresso del villaggio. Ciò che conta per lui è non pensare.

Il viaggiatore sociale è spinto dalla "compensazione", vuole che il suo viaggio sia utile ad una buona causa e sente di doversi impegnare per migliorare il mondo, magari unendo un'attività di volontariato alla vacanza. Viaggiare con una missione lo fa sentire bene con sé stesso e vuole essere un turista consapevole, sceglie perciò mezzi di trasporto ecosostenibili, mete al di fuori delle rotte turistiche consuete ed alloggia presso gli abitanti del luogo, allacciando spesso relazioni con le persone che incontra.

E c'è chi è un pò un un insieme di tutti questi "tipi" di viaggiatore.

Non fermarti.

Spendi il denaro viaggiando!

Tornerai a casa e sarai una persona diversa, sicuramente non più quella di prima, con un bagaglio di esperienza in più che ti avrà arricchito e che ti permetterà di vivere la vita, un viaggio dopo l'altro, in modo diverso e sempre nuovo.

Appena ne hai la possibilità prendi una macchina, un treno, un aereo, una nave, una moto, una bicicletta oppure cammina e inizia a viaggiare.

Vivi dove preferisci ma impegnati sempre per assorbirne la cultura.

Diventa una persona migliore : viaggia più spesso!

Tornare a casa da un viaggio spesso dà un nuovo entusiasmo per studiare la prossima meta, quasi si volesse che l'effetto magico del viaggio appena concluso non svanisse.

L’adrenalina che da l’acquisto di un volo aereo è imparagonabile.

Il viaggio è quasi una droga, una droga buona da cui no ci si vorrebbe mai separare, talmente potente e dolce è la sensazione di benessere che dà.

Secondo quanto dicono gli esperti, i viaggiatori frequenti conquistano anche migliori amicizie.

Gli studi dicono che più ci si immerge in culture straniere e più facilmente si riesce ad accettare le differenze negli altri.

In pratica si acquisisce una migliore tolleranza e si comprendono le opinioni differenti.

Il viaggiare inoltre incoraggia la pazienza, basti pensare alle attese da fare nei punti turistici per quanto riguarda le code.

Il viaggio è anche un ottimo modo per migliorare le proprie capacità di comunicazione, soprattutto quando si ha a che fare con una barriera linguistica.

Nei posti dove non si parla la lingua locale, si è costretti ad ascoltare ed a provare a capire l'altra persona senza ipotesi.

E sì... viaggiare nel mondo fa notevolmente bene alla salute mentale e fisica, viaggiare può cambiare la propria vita per sempre, la vita in fondo è un viaggio.

Ed è proprio attraverso il viaggio che ciascuno di noi sviluppa la conoscenza, i legami, il rispetto per gli altri e uno stato di consapevolezza superiore.

Giuseppe Pellegrino

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre  ma nell’avere nuovi occhi (Marcel Proust).

Londra
Singapore
Thailandia
 
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